sabato 14 gennaio 2023

ONORE A NOLE

In questi giorni inizia l'Australian Open 2023, con un chiaro favorito: il numero 5 del mondo, ma numero 1 in pectore, Novak Djokovic

Il tennista serbo l'anno scorso di questi tempi era in un centro di detenzione temporanea, in attesa di espulsione, per essere entrato in Australia senza essere vaccinato. Era in possesso di un certificato di esenzione valido fino a prova contraria, come peraltro un paio di suoi colleghi che alla fine il torneo l'hanno giocato, ma il Vero Potere non poteva perdersi l'occasione di mostrare i muscoli contro uno con la sua visibilità. E di commentatori che l'hanno rimproverato per la sua scelta, perché invece avrebbe dovuto usare la sua visibilità per fare da ennesimo testimonial delle multinazionali farmaceutiche, fu subito pieno, persino nella televisione tematica della federazione italiana tennis. Ma lui non voleva essere testimonial pro o anti vax, voleva solo poter liberamente continuare a essere quello che avrebbero dovuto tener botta per continuare a esserlo pure tutti i cittadini di qualunque Stato sedicente democratico: unico signore e padrone del proprio corpo, peraltro da lui gestito da sempre come un sacro tempio, con l'effetto di poterci fare a 35 anni cose che ai ventenni non riescono (vedi i nostri pur forti emergenti, che passano da un infortunio all'altro).

Aveva ragione lui, e se l'è presa prima sul campo, vincendo quasi tutti i tornei che gli è stato consentito di disputare (è stato bannato pure dagli Stati Uniti, sia in primavera che in autunno, a restrizioni revocate per tutti quasi ovunque). E se un qualche acciacco non lo ferma probabilmente inizierà il 2023 come ha finito il 2022: con un titolo importantissimo. Ma la sua più grande vittoria resta fuori dal campo, non inaspettata per un ragazzo cresciuto sotto le incursioni dei bombardieri anche italiani poi venuto ad allenarsi in Italia facendosi tanti amici e imparando alla perfezione la lingua: aver dimostrato a tutti che si può considerare i propri principi più dei milioni di dollari che gli sarebbe fruttato tradirli. Vero è che non ha certo rischiato di morire di fame, ma intanto tutta la sua storia personale lascia credere che avrebbe agito allo stesso modo anche in quel caso, e poi non è che rischiasse la fame altra gente che invece ha imboccato altre strade, come si è sempre sospettato e si è avuta conferma in cronaca.

Con tutti i soldi che ha, infatti, non gli sarebbe stato poi tanto difficile comprarsi un attestato di vaccinazione fasullo assieme a tutta la struttura sanitaria che glielo avrebbe rilasciato. Ma quello si che sarebbe stato un modo nefasto di utilizzare la propria posizione. E chissà quanti suoi colleghi hanno fatto proprio così, pensammo allora noi malpensanti. Oggi comincia ad uscire fuori qualche nome. La nostra Camila Giorgi, una che se si fosse affrancata dal padre/allenatore avrebbe forse avuto una carriera stellare (visto il livello assoluto di certi suoi colpi, indubbiamente da top 5) invece di quella relativamente modesta che ha avuto (per non avere mai accettato di avere un "piano B" alla sua tattica di sparapalle a tutta), pare infatti abbia ottenuto per se e tutta la famiglia una certificazione di vaccinazione fasulla da una dottoressa vicentina, evidentemente oggi motivata da chissà cosa e chi a sbracare denunciando chi a suo tempo l'aveva ingaggiata. Ma almeno, e perlomeno fino ad oggi, la Giorgi ha scelto il silenzio, probabilmente lasciando agli avvocati il compito di difenderla nelle sedi opportune mentre lei cerca di raccattare ancora qualche risultato sui campi da tennis (con risultati deprimenti, finora, chissà quanto causati peraltro dalla distrazione che indubbiamente gli deriva dal chiasso mediatico connesso alla vicenda).

Peggio, molto peggio, ha fatto la cantante Madame, a dire il vero una delle poche proposte del panorama italico contemporaneo con qualche possibilità di farsi una carriera sopravvivendo al prossimo tramonto (secondo le regole di ogni moda) del fenomeno "trap" con tutti i suoi vomitevoli autotune e tutte le sue tematiche quasi sempre attentissime a restare lontane da ogni critica sociale. Nell'ammettere l'accaduto, infatti, ha rimbalzato la responsabilità ai genitori e alla loro posizione talmente critica rispetto alla medicina ufficiale da non averla mai vaccinata nemmeno da piccola, e non solo: è arrivata al ridicolo di dichiarare che però sta già riguadagnando la verginità facendosi tutti i vaccini (da quelli veri che si fanno da bambini a quelli falsi che sono stati imposti con la scusa della pandemia). Il bello è che sembra non accorgersi non solo di starsi contraddicendo ma soprattutto di stare glissando sull'unica cosa rilevante: il falso perpetrato da una persona maggiorenne e quindi tenuta a rispondere in prima persona dei propri reati. Ha avuto del tempo, infatti, per prendere le distanze dalle posizioni genitoriali, dal compimento dei 18 anni ai fatti in cronaca; farlo oggi è non solo misero ma anche irrilevante: la trasforma da una mentitrice non vaccinata a una mentitrice vaccinata, per quello che vale, e basta. Ha perso invece l'occasione di usare la propria visibilità per dare voce alle tante persone che si sono trovate nella sue condizioni senza avere nemmeno la possibilità di accedere a un medico compiacente o magari si ma invece decidendo di affrontare le conseguenze (a maggior ragione in quanto assurde illegittime e incostituzionali), e non tanto oggi ad altarini scoperti, ma invece proprio ieri quando doveva o smarcarsi dai genitori o condividerne pubblicamente la posizione (rispettabile, fino al ricorso al mezzuccio).

Quest'ultimo è infatti giustificato al limite per i comuni mortali (come si giustifica uno che ruba per fame ma non certo uno che lo fa per farsi la villa avendo già un appartamento), e specie in fattispecie come questa in cui il potere è stato esercitato ben oltre il limite dell'arbitrio. Non certo per le cantanti famose e le tenniste affermate. Quindi onore a Nole, che concorre a testa alta per diventare il GOAT indiscutibile, rispettando i propri principi e impippandosene di non essere simpatico a tutti. Cominciando magari col vincere il suo 22esimo (eguagliando Nadal e mettendo la freccia) torneo del grande Slam: il suo decimo Australian Open.

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