domenica 14 aprile 2024

OGNI GUERRA...

Istruttiva immagine tratta da questo post di Comedonchisciotte
Certo che più che di funzionamento ottimale di alcuni servizi segreti sembra proprio il caso di parlare di preveggenza bella e buona. Un paio di giorni fa, il governo israeliano finalmente anche attaccato sul fronte interno ha avvisato che ci sarebbe stato un attacco iraniano, e questo non solo puntualmente si verifica, ma viene respinto "al 99%" senza fare un morto ma giustificando comunque qualunque rappresaglia. Poche settimane fa, la CIA avvisa che in Russia c'era il pericolo di attentati terroristici islamisti, e puntualmente questi arrivano. Ma non è una novità in cronaca, basta avere un po' di memoria per ricordare che un noto personaggio arricchitosi coi computer ma oramai impegnato a tempo pieno nel business della sanità aveva previsto una pandemia in una serie di incontri pubblici poco prima dell'inizio dello psicodramma chiamato Covid (la qual cosa peraltro ogni volta che egli stesso o qualcuno dei suoi ascari sparsi per il mondo riazzarda una previsione analoga ci passi un brividino per la schiena...). E un po' di più per spingersi ai servizi segreti ancora israeliani che avvisano i "loro" a restare a casa un fatidico 11 settembre...

Non occorre essere "complottisti" per sentire anche da lontano puzza di bruciato in tutto ciò, basta avere ancora qualcosa di funzionante tra le orecchie. In altre parole, ogni episodio della "guerra mondiale a pezzi" (Papa dixit) che stiamo vivendo sa di gioco delle parti, a prescindere da chi sia in questo gioco il burattinaio o il burattino. Per capire, bisogna fare qualche passo indietro e osservare dalla giusta distanza, magari con l'aiuto di qualche filosofo, scrittore, o artista.

Cesare Pavese, ad esempio, diceva che "ogni guerra è una guerra civile" e i morti sono tutti fratelli. Sartre spiegava che “Quando i ricchi si fanno la guerra, sono i poveri a morire”, e qualche decennio dopo Marco D’Eramo intitolava un libro "La guerra invisibile dei potenti contro i sudditi", inquadrando il concetto a livello di lotta di classe (alla rovescia) di cui la guerra guerreggiata è solo uno tra gli strumenti. A calare la cosa nella pratica degli avvenimenti in Palestina ci pensa Franco Cardini in due post da leggere integralmente: Le vere vittime di un conflitto, e Due pesi e due misure. E a spiegarci a voce “La scacchiera Medio-Orientale” ci pensa Alberto Negri, in un podcast segnalatomi da Pasbas.

Ma io vi voglio lasciare con un cantante/chirurgo, che traeva da una poesia di Brecht questo testo, che metto per esteso accanto al tube della canzone. Si chiama Il monumento, sentitela e fatela sentire a chi non capisce (e segue da brava pecora il tragitto indicato dal bastone e dal cane del pastore, magari verso una nuova guerra mondiale "intera"); è di Enzo Jannacci, tratta dal suo album più bello.

Il nemico non è, no non è
oltre la tua frontiera;
il nemico non è, no non è
oltre la tua trincea;
il nemico è qui tra noi,
mangia come noi, parla come noi,
dorme come noi, pensa come noi,
ma è diverso da noi.

Il nemico è chi sfrutta il lavoro
e la vita del suo fratello;
il nemico è chi ruba il pane,
il pane e la fatica del suo compagno;
il nemico è colui che vuole il monumento
per le vittime da lui volute
e ruba il pane per fare altri cannoni
e non fa le scuole e non fa gli ospedali
e non fa le scuole per pagare i generali,
quei generali
quei generali
quei generali

per un'altra guerra...

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