giovedì 12 aprile 2012

SE NON CHE SIAMO CALVI (FRAM!)

"È una di quelle cose che è meglio che non ci pensi,
se no ci esci matto, quando cade un quadro."
Su Rischio calcolato qualche giorno fa è apparso un pezzo dal titolo inquietante: Vi propongo un probabile scenario politico per l’Italia. C’è da mettersi le mani nei capelli. Il titolo di questo post si propone di integrarlo, sostanzialmente perché, molto brutalmente, lo scenario descritto rispetto a quello che davvero potrebbe succedere secondo me sta come uno scappellotto a una mitragliata alla schiena. Il ritorno al proporzionale puro e all'ingovernabilità più totale e la rinascita della Balena bianca, infatti, sono mali ammortizzati e non certo acutizzati dalla cessione di sovranità economica e (ma magari!) politica all'UE, che peraltro potrebbe arginare e non certo favorire l'invasione economica cinese (invece certa in caso di dissoluzione dell'Euro e ritorno alla liretta), e l'apertura agli extracomunitari e a maggior ragione conquiste civili come i matrimoni gay sarebbero ben più che miseri contentini. No, caro Feed, tu sei quasi un ottimista a paragone degli scenari davvero inquietanti che abbiamo davanti.
Guardatevi questo filmatino, innanzitutto: parla degli USA, ma dice brevemente e molto chiaramente, con animazioni didascaliche, quale futuro si prepara: una crisi di sistema di portata tale che nessuno ha la minima idea di cosa comporti e di come si possa affrontare. Tanto è vero che le contromisure prese fin qui non fanno che aumentare la probabilità che si verifichi. E se fosse, sarebbe ancora ottimistico uno scenario come quello ipotizzato dal professor Gattei, perché l'era rappresentata al cinema dal neorealismo racchiudeva energie vitali individuali e collettive oggi indisponibili, anche perché poggiavano su secoli di sofferenze e non su decenni di relativa agiatezza, e soprattutto avveniva in un pianeta ancora largamente non sfruttato mentre oggi lo è ben oltre la soglia critica, senza contare cosa significherebbe con le armi di oggi una guerra mondiale....
Più realistico è lo scenario dipinto da Lameduck, una deriva argentina ma senza le risorse umane e naturali degli argentini, con la nota ottimistica finale che presuppone che noi diventassimo improvvisamente capaci di far fruttare al punto di camparci tutti la ricchezza artistica-archelogica-culturale su cui poggiamo inconsapevolmente le chiappe, una cosa cioè che potremmo già fare da decenni e nemmeno progettiamo sinceramente non vedo perché dovremmo riuscirci organizzandola di fretta dopo il disastro. Molto più cupo è in questo post Beppe Grillo: tessuto produttivo annientato, estromissione dal mercato del lavoro prima dei giovani e ora dei meno giovani (via articolo 18: il reintegro ce l'hanno rimesso per zittire sindacati e non spaccare il PD, ma in modo da neutralizzarlo in pratica...), morti gli attuali pensionati siamo tutti col culo per terra. Barnard prosegue a vestire i panni di Chisciotte con una plateale denuncia in sede giudiziaria di Napolitano Monti e tutti i parlamentari responsabili per attentato alla Costituzione (la dico in breve, qui il dettaglio per i precisi), tutt'altro che infondata ma parimenti del tutto inutile, come del tutto inutile sarebbe - mi ripeto - tornare a una moneta sovrana e applicare la MMT senza un cambiamento culturale intimo che accompagnasse da presso una repressione feroce di corruzione e criminalità: viceversa quest'ultima azione, visti i numeri di cui parliamo, se mai riuscisse a imporsi la volontà politica di attuarla, risolverebbe le cose anche senza MMT, il che taglia la testa al toro su quale sarebbe la priorità. E poi c'è un altro argomento contro la MMT che trovo particolarmente convincente: se fosse così semplice, perchè non la adottano senza problemi da sempre tiranni e populisti di ogni genere? Non è che l'inflazione è un rischio reale, e il limite all'emissione monetaria superato il quale tale rischio si innesta esiste, e ha a che fare con le risorse reali disponibili? Che poi in Italia sono particolarmente scarse....
Rispetto alla crisi mondiale, dunque, l'Italia ha due problemi in più: l'Italia, e gli italiani. Se per salvare le proprie prebende il segretario del maggior partito, prossimo probabile vincitore delle elezioni nonostante tutto, si permette acrobazie logiche sull'antica Grecia, intanto che fanno finta di agire per difendere una cosa che il popolo gli aveva tolto e loro hanno reintrodotto peggiorata di soppiatto, allora ha ragione nella sua sintesi Carlo Bertani (qui il pezzo intero):
L’Italia ha retto per vent’anni a questa disgraziata classe dirigente grazie al suo perfezionato sistema di welfare: l’empatia ed il soccorso interno alle famiglie. Domani, con la riforma delle pensioni, non ci saranno più nonni per accudire i nipoti, non ci saranno più anziani che rimettono in sesto case e coltivano orti: solo vecchi condannati al lavoro senza fine e giovani che stempereranno le loro giornate nel distribuire inutilmente curricola ai quattro venti.
Dopo aver compiuto un’Unificazione stracciona – una guerra di conquista, con tanto di genocidio dei prigionieri – si è passati ad un colonialismo straccione, che bombardava i campi della Croce Rossa in Etiopia. Poi a due guerre mondiali, combattute da straccioni nel gelo della Russia e nel forno africano, senza dimenticare d’essere assassini d’innocenti, come avvenne in Jugoslavia e in Africa.
Oggi, inauguriamo il thatcherismo straccione: declinato nel gergo italiota, significa semplicemente togliere, togliere a chi ha per ammassare nei forzieri delle banche, continuare a mantenere le burocrazie finanziarie e politiche europee, non dimenticando gli straccioni vestiti a festa che pullulano nei partiti politici nostrani.
Chi ricorda la Thatcher, non dimentichi che le sue riforme avvennero in una Nazione con ben altri diritti riconosciuti dallo stato sociale – l’assegno di disoccupazione, ad esempio – e con un rispetto adamantino dei basilari principi giuridici.
Qualcuno si domanderà qual è l’errore esiziale, simile a quello che stavo per commettere su quella barca tanti anni or sono: un’errata valutazione.
Il problema italiano, da decenni, è quello della polarizzazione della ricchezza in sempre minori mani: un decimo della popolazione possiede all’incirca la metà della ricchezza. Un ulteriore aggravio a questa situazione è rappresentato dai capitali nascosti (ma attivi!) delle mafie, che si sono introdotte come metastasi nella politica e nelle amministrazioni.
Insomma, di questo passo il naufragio è quasi certo, e lo scenario in vista è così cupo che persino le profezie di Mentecritica - la ricetta sarebbe passare attraverso un default controllato - a confronto sembrano speranze ingenuamente rosee. E a chi ancora si guarda attorno e non ci crede, rispondo: il tuo atteggiamento è sempre stato (per crederci, basta che ti immagini in un qualunque Paese del blocco sovietico prima del 1989, ad esempio) quello della stragrande maggioranza delle persone fino a un attimo prima del fatale istante in cui una situazione di equilibrio apparentemente inattaccabile passasse alla situazione di equilibrio successiva da lì imprevedibile e fin'allora nascosta. FRAM!

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