Dalla prima del '77 non scriveva i testi delle proprie canzoni. Quindi questa sfolgorante visione profetica dei quarant'anni a venire è uno dei primi che ha scritto. Ecco cosa diavolo è il genio. |
Due cose ancora, però.
La prima è: anche se magari prima o poi lo fanno in tivù, sbrigatevi che è nelle sale, e manco dappertutto, solo fino all'8 marzo.
Per l'altra devo farvi un'altra anticipazione, per cui semmai non leggete oltre. Nel film Lucio non c'è. Però c'è. E delle canzoni ci sono solo segmenti, squarci, lampi. Però bastano. Bastano a ricordarti che Lucio c'è, c'è sempre. E' rimasto nella tua anima in un angolino e te lo porterai appresso finché campi. Perché magari non ci pensi più, ad andare a prendere quel vinile o quel cd, o a metterti i suoi brani nella playlist, come si usa oggi. Ma poi ne ascolti un pezzettino, di una qualunque delle sue dei tempi d'oro, e ti si apre il cuore. E scopri che la sai ancora tutta. E poi pensi: ma se a Dylan hanno dato il Nobel, per carità giusto non voglio dire niente, a Dalla, a Dalla che le sue canzoni erano già film nella sua testa prima di diventarlo nelle nostre, a Dalla che ha scritto la più bella sigla televisiva per il cinema, a Dalla che ha ispirato questo che non è un documentario ma nemmeno un vero film, per questo film (ora non so nemmeno se visti i regolamenti eccetera eccetera si può candidare per l'anno prossimo) un Oscar glielo vogliamo dare? eccheccavolo!...
Nessun commento:
Posta un commento