Capisco che votare cinquestelle, nella speranza che la cautela del suo leader in materia monetaria sia un tatticismo, ma che invece lui sappia benissimo che non può realizzare neanche una frazione del suo programma senza sovranità monetaria, rischia di rivelarsi una pia illusione. Ma intanto la speranza c'è.
Votare chiunque altro, invece, è restare nella certezza che moriremo nella morsa dell'Euro, e quindi che le varie promesse elettorali sono necessariamente impossibili da mantenere: rientrare al 60% di rapporto debito/PIL, come il Fiscal compact comporta, infatti, significa continuare (anzi, inasprendoli) negli avanzi primari anno dopo anno, fino a che il tessuto economico non sarà definitivamente defunto. Se trovi una cifra per una minchiata come i famosi 80 euro elemosinati a qualcuno, devi trovare una cifra maggiore da togliere ad altri se non a quello stesso qualcuno, magari facendo in modo che non se ne accorga. E questo vale sia a sinistra che a destra, per chiunque non metta in discussione il dogma monetarista che ci sta uccidendo.
Tra tutti, di Berlusconi non vale la pena neanche parlare: se ancora gli italiani in numero sufficiente a farlo vincere credono alle sue promesse, meritano di morire di fame punto e basta, per idiozia manifesta.
Il PD lo salto pure: che il partito-bestemmia non doveva neanche nascere e prima scompare meglio è lo penso e lo scrivo dal 2007, ben prima che i danni che facesse (in qualità di sicario dell'economia italiana per conto dei padroni del vapore europeo) fossero evidenti a tutti (e infatti ce lo ritroveremo al 20%, se gli va di lusso...).
E anche i sempre presenti, e sempre con nomi diversi, schieramenti di sinistra-sinistra meritano poco "inchiostro": quand'anche fossero keynesiani puri e duri (comunisti non ci si spera neanche più), difficilmente entreranno in Parlamento, e se lo faranno si venderanno per qualche poltrona anche stavolta, quindi votarli è come minimo inutile e come massimo controproducente.
Discorso a parte merita la Lega: avendo schierato Borghi e Bagnai, due economisti sicuramente sovranisti e coerenti, potrebbe persino essere credibile, il suo anti-eurismo dichiarato. Peccato che Salvini sia in coalizione ancora con Berlusconi e company, il che comporta (anche se la tante altre volte lucidissima Lameduck stavolta non se ne accorge, che dire? forse ognuno ha il suo limite d'incazzatura...) due conseguenze alternative, una peggiore dell'altra: o si rimangerà subito i proclami in cambio di qualche ministero e molto sottogoverno, come già più volte successo, o, meno probabilmente ma ancora meno augurabilmente, riotterrà davvero per l'Italia la sovranità monetaria (anche solo perché il castello-Euro, come diviene sempre più probabile, crollerà da se) ma la metterà in mano ai peggio corrotti della storia repubblicana, quei berluscones figli dei craxies il cui modus operandi vorace (peraltro già bene imitato dai leghisti nelle loro esperienze di governo a ogni livello...) comporta la creazione di una base monetaria doppia o tripla rispetto al necessario, con quello che ciò comporta in termini di svalutazione debito eccetera, avverando esattamente quegli scenari che i monetaristi ortodossi agitano davanti a chi osa metterne in discussione i diktat.
Solo una classe politica che riporti la corruzione pubblica, a ogni livello, entro limiti fisiologicamente accettabili, infatti, può puntare sulla spesa in deficit come leva per una ripresa autentica, perché solo in assenza di "fughe laterali" significative la leva fiscale può fare il suo mestiere precipuo, quello di restituire allo Stato quanto speso dopo aver agito sul reddito moltiplicato keynesianamente (e non, come nella palla bella e buona che vi raccontano, quello di reperire le risorse necessarie a pagare i servizi). E solo il movimento 5 stelle, al momento, può incarnare credibilmente questa classe politica.
Mi rendo conto che questa premessa è diventata così lunga da bastare per un post. Vorrà dire che di teoria e pratica della moneta parleremo un'altra volta, tanto lo abbiamo già fatto e lo rifaremo. I tempi li detta la storia, e la storia dice che ora c'è da vincere una guerra, conquistando voto per voto. Se l'Italia non esce da questo blocco adesso, non ne viene fuori viva.
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