martedì 1 marzo 2011

VECCHIO MONDO NUOVO

in questa edizione entrambi i titoli:
assolutamente da leggere!
Può, e a mio avviso dovrebbe, esserci una legislazione che impedisca ai candidati politici di spendere oltre una determinata somma per le campagne elettorali e proibisca il ricorso alla propaganda di tipo antirazionale, che vanifica l'intero processo democratico. (...) Una siffatta legislazione preventiva può fare del bene ma (...) non può giovare a lungo. (...) Le costituzioni non si abrogheranno e le buone leggi resteranno nel codice, ma tali forme liberali serviranno solo a mascherare ed abbellire una sostanza profondamente illiberale. (...) E' probabile che nei paesi democratici noi assisteremo al rovescio del processo che fece dell'Inghilterra una democrazia serbando intatte le forme esteriori della monarchia. (...) Crescendo l'efficacia dei mezzi per la manipolazione dei cervelli, le democrazie muteranno natura; le antiche, ormai strane, forme rimarranno: elezioni, parlamenti, Corti supreme eccetera. Ma la sostanza dietro di esse sarà un nuovo totalitarismo non violento. Tutti i nomi tradizionali, tutti i vecchi slogan resteranno. (...) Radio e giornali continueranno a parlare di democrazia e libertà, ma quelle due parole non avranno più senso. Intanto l'oligarchia al potere, con la sua addestratissima élite di soldati poliziotti fabbricanti del pensiero e manipolatori del cervello, manderà avanti lo spettacolo a suo piacere.
...
Le frasi qui sopra non sono state riportate da un sito di controinformazione odierno, ma da un libro del 1958: "Ritorno al mondo nuovo" di Aldous Huxley. Lo scrittore britannico, amico personale di George Orwell, ne fu "avversario di profezia", e col suo "Il mondo nuovo" (imprescindibile libro del 1932) alla fine vinse: è il suo incubo che stiamo vivendo e non quello di "1984", anche se la partita non è ancora chiusa. Del fatto era consapevole lo stesso Huxley quando appunto scrisse il saggio che stiamo citando (che fra le altre cose anticipa di decenni i temi della decrescita).
Se ancora vivesse, e ne potesse pubblicare una riedizione aggiornata, Huxley oggi potrebbe considerare l'Italia il laboratorio dove la realizzazione della sua distopia (l'utopia del male) ha fatto i maggiori progressi. E ciò nonostante che i piani fossero stati scoperti per tempo (vi dice qualcosa la sigla P2?): controllo dei mezzi di comunicazione televisione in primis, allontanamento per schifo e/o divertimento delle masse dalla partecipazione politica, riduzione della democrazia a vuoto simulacro, inversione del significato stesso di parole come "libertà", ridotte a slogan di parte da presupposto condiviso che erano e dovevano restare. Solo così, fra l'altro, si può spiegare come mai un soggetto che in qualsiasi altro Paese sedicente democratico al mondo sarebbe in galera, o almeno lontano mille miglia dall'agone politico, da noi ancora può vantare una certa tenuta nei sondaggi e una certa probabilità di rivincere in caso di elezioni.
Certo, se poi guardiamo all'alternativa (anche quella di medio termine: morti politicamente i vecchi, in pole per la successione c'è un soggettino che di ritorno dal pellegrinaggio ad Arcore se ne esce con proposte geniali come questa...) c'è da temere davvero che questo sia un tunnel lunghissimo la cui fine, per citare Guccini, noi non vedremo mai.

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