EUREKA! |
Anche senza voler dare come realmente probabili gli scenari più apocalittici, infatti, la sensazione che uno step drammatico verso il baratro sia alle porte è oramai diffusa anche nel chiacchiericcio popolare da mercato o macchinetta del caffè. E se anche i Maya non c'entrano nulla e la storia della loro predizione è una bufala clamorosa (leggetevi qui Odiffredi, gustosissimo come spesso gli capita), che ci aspetti ben altro che un paio d'anni di vacche magre non è più solo il ragionamento di intellettuali emergenti, ma opinione di massa.
Ciò che manca alla massa è: come sempre, la capacità di orientare i propri comportamenti complessivi verso la soluzione più ragionevole senza esservi costretta dai fatti; come purtroppo da quando la crisi della politica è definitiva, l'elaborazione teorico/pratica di una strategia politica da parte di chi vi sarebbe preposto cui eventualmente aderire qualora fosse convincente. Possiamo dunque ragionare pure:
- con Lameduck, dello scandalo Omsa e di quali contromisure un Paese serio, o una Unione Europea che davvero svolgesse la funzione per cui è nata, dovrebbe prendere per arginare rendendole non convenienti certe manovre di presunti capitalisti ma sicuri furfanti,
- con Giulietto Chiesa, che finalmente chiarisce che il suo progetto politico Alternativa individua proprio nella riforma dell'Unione Europea la chiave di volta di un nuovo riformismo, che dagli Stati-Nazione in genere e dall'Italia in particolare non ci si può aspettare niente di buono,
- con Badiale e Tringali, che decrescere non significa affatto trovare un modo di farsi piacere il fatto che diventiamo più poveri, ma invece proprio forse un modo diverso di diventare più ricchi e felici (ad esempio, guadagnando Tempo) - e allora forse è davvero ora di dismettere l'etichetta "decrescita" (brutta e controproducente per quanti significati negativi che veicola) in favore di una nuova che descriva meglio un modello socioeconomico complessivo tutto da definire, di cui non possiamo fare a meno perché quello attuale ci porterà alla tragedia in breve tempo,
E allora apriamo questo "ultimo anno dell'umanità" mitigando la consapevolezza che il processo in atto se va bene ci riporterà al tenore di vita degli anni cinquanta con una serie di notiziole flash dall'unico versante che può costituire uno spiraglio di speranza. Infatti, la sostenibilità sistemica del pianeta dipende si dalle risorse non rinnovabili disponibili, ma moltiplicato il fattore tecnologico, e tutti i salti in avanti dell'umanità si sono registrati in corrispondenza di salti di qualità di questo fattore, a cominciare dall'invenzione dell'agricoltura per finire (per ora - il nucleare era una bufala fin dall'inizio, fatti bene i conti) alla capacità di estrarre i combustibili fossili e utilizzarli efficacemente per produrre energia, passando per la scrittura alfabetica e la stampa a caratteri mobili. Il prossimo salto potrebbe essere domani o tra un secolo (cioè troppo tardi), ma intanto registriamo:
- che la fusione fredda non era una bufala, anche se forse ha ragione Megachip che non farà a tempo a risolvere lei i problemi dell'umanità;
- che in Italia se si volesse si potrebbe dare un bel taglio alla bolletta energetica, grazie anche alla posizione geografica che spingerebbe a virare decisamente sul solare fotovoltaico;
- che intanto volendo volare basso si può risparmiare soldi e migliorare la salute usando la propria lavastoviglie per cucinare;
- che forse l'invenzione decisiva è già tra noi, ma anche se così non fosse la logica del bottom-up è da adottare immediatamente: visto che si parla tanto di liberalizzazioni, cominciamo dalla libera microproduzione e vendita dell'energia elettrica, che oltre all'aspetto risparmio per il Paese e le singole famiglie comporta una seria e potente ricaduta occupazionale.
Nessun commento:
Posta un commento