lunedì 24 giugno 2013

THE BLOGGER'S DREAM

Ho sognato una metafora del taglio definitivo che meritano il PD e i
mass-media, veri servi del vero Potere che ci vuole tutti più poveri,
e aveva la colonna sonora dei Pink Floyd, testi di Roger Waters...
Ora vi racconto una storia, bimbi miei, che come tutte le storie ha qualcosa di vero e qualcosa di inventato, e come tutte le storie avvincenti quel qualcosa di inventato che ha è più verosimile del vero, con cui in ogni caso è perfettamente coerente.
C'è una casa di riposo dove vecchi tiranni, non importa se morti o ancora vivi, non importa se ancora potenti o di potenza antica e decaduta/decadente o invece emergente, passano le loro giornate su una specie di gioco di società, la cui posta è i destini del mondo. Se volete farvi un'idea della cosa  in 3D (che è taaanto di moda) vi posto un video da The final cut di Roger Waters (no, non è un disco dei Pink Floyd, loro ci suonano solo dentro...): The Fletcher memorial home (il titolo di questo pezzo invece è una parafrasi di un altro bellissimo brano dallo stesso album: The gunner's dream). Le fasi del gioco si susseguono in modo avvincente e dagli esiti alterni, a un certo punto ad esempio due concorrenti sono nettamente avanti nel comandarlo tanto da condizionare tutti gli altri, e da condizionarsi a vicenda. E' successo subito dopo che quei due concorrenti alleandosi ne hanno fatti fuori altri tre (due realmente potenti, uno una vera macchietta), estromettendoli dal tavolo, dopo una guerra spaventosa che ha decimato eserciti, civili e risorse materiali. Uno dei due ha un'idea precisa di come accaparrarsi alleati: garantire a tutti i sudditi uguali condizioni di vita, più o meno, eccezion fatta ovviamente per la ristrettissima classe di chi ha responsabilità di governo che giustamente deve campare un filino meglio... L'idea è accattivante, serve una contromossa adeguata, eccola: noi non garantiamo nulla a nessuno, ma improntiamo il sistema a un modello di sviluppo in continua crescita di tale entità che anche i meno capaci e rapaci avranno un miglioramento delle condizioni di vita maggiore di quello garantito dall'avversario, figurarsi tutti gli altri, con un particolare riguardo per la ristrettissima classe dirigente politica ed economica che sarà addirittura libera di arricchirsi a dismisura, così creando inoltre un effetto emulazione e uno di spot al sistema.
L'idea funziona, al punto da portare quel concorrente a vincere la partita, o almeno così a un certo punto sembra. Perché a quel punto non c'è più nessun bisogno di continuare a foraggiare lo sviluppo artificioso di quegli alleati che lo hanno aiutato a vincere. Anzi, appaiono all'orizzonte finalmente sgombro nuovi concorrenti, Paesi enormi per territorio e cittadinanza e risorse, e non essendoci più alternativa al modello di sviluppo vincente lo adottano senza resistenze, pur nelle rispettive peculiarità. Ma c'è un piccolo problemino: quel modello su scala mondiale non può funzionare; funziona solo se viene applicato a una piccola parte del mondo, a scapito delle altre. E nel frattempo che se ne trovi un altro, sempre ammesso che lo si stia cercando, la partita si ravviva, e consiste nella lotta per la distribuzione relativa delle risorse esistenti. Non c'è nessuna ragione, a guardare bene, per cui a un essere umano nato occasionalmente in Europa occidentale tocchi di aspettarsi di vivere avendo un lavoro garantito e potendosi permettere di studiare, mettere su famiglia, avere tempo libero e risorse per usarlo, crescere culturalmente, fare sport, avere le ferie pagate e l'assistenza sanitaria e la pensione e altre belle cose simili, mentre uno nato altrove se gli dice culo non muore da piccolo di fame o di malattia ma in ogni caso gli è preclusa ogni cosa che l'altro considera ormai come diritto di nascita. E se le risorse non si possono moltiplicare, si possono spostare e intanto si guadagna tempo.
A quel punto i giocatori europei si alleano tra loro, e uno pensa "bene, così uniti raggiungono la massa critica per combattere alla pari con gli altri attori del nuovo teatro di guerra", ma si sbaglia, perché questi o non sanno giocare, o sono in combutta con qualche avversario, fattostà che dimenticano l'abc del gioco e si legano mani e piedi a una regola che gli altri concorrenti non hanno e non si danno, una regola che ha come conseguenza diretta l'impoverimento progressivo dei loro stessi cittadini fino a portarli a gradatamente rinunciare a una a una a tutte le garanzie e annesse prospettive che avevano conquistato nei decenni precedenti. Ripeto, o non sanno giocare, o come è più probabile sanno farlo ma il loro obiettivo è comune a quello degli avversari, ed è proprio l'impoverimento dei loro cittadini. Ecco che si scopre che i tiranni in realtà non giocano mai davvero l'uno contro l'altro, ma inscenano questa pantomima al solo scopo di meglio vincere la loro vera partita, che è di loro tutti contro tutti gli altri. Tutti gli altri: noi. E per riuscire meglio nella messinscena, si dotano di un livello intermedio che retribuiscono profumatamente (ma lontano dai loro livelli) per mantenere alzata la cortina di fumo: li chiamiamo politici e giornalisti, ma queste etichette sono solo illusorie vestigia di nobili professioni che furono, loro sono solo servi dei tiranni.
Il gioco termina quando tutti noi, 99% del mondo, saremo allo stesso livello, sopra o sotto il livello di sussistenza non importa e dipende solo da quanti saremo rispetto alle capacità di madre Terra di mantenerci moltiplicato la capacità tecnologica di fare fruttare le sue risorse, mentre loro si arricchiscono sempre di più con l'aiuto degli scherani a cui soltanto consentono ancora di aspirare all'agiatezza, in cambio di ogni tipo di verginità. In altre parole, i nostri politici e i giornalisti al loro servizio hanno come scopo di esistere la messa in scena di un teatrino che nasconda il vero obiettivo di fondo del "governo mondiale", togliere agli europei il livello di vita loro concesso in funzione anticomunista nel dopoguerra, e la rappresentazione continuerà fino a che l'ultimo a ricordare che esisteva un diritto al lavoro e a una esistenza dignitosa e libera sarà in vita.
I peggiori, perché più efficaci, tra questi scherani sono quelli che si fingono amici, di quelli che sono maggiormente colpiti da questa strategia, nella misura in cui ci riescono. In Italia, il PD i suoi alleati e i suoi giornali. Mi dispiace solo di averci impiegato tanto a capirlo, ma come si dice meglio tardi che mai.
La storia è finita, e non ha il lieto fine, ma potrebbe ancora averlo. Bisogna svegliarsi tutti, e smetterla di credere alle storie, forse anche a questa alla fine ma prima a quelle che ci raccontano come e perché è giusto e ineluttabile che noi viviamo tutti infelici e scontenti, e chi prova ad opporsi a tutto ciò è un antidemocratico populista. Avessero fatto a Berlusconi e ai suoi finti oppositori un centesimo delle pulci che stanno facendo da tre mesi a Grillo e grillini, i nostri paladini della stampa e della "vera sinistra", ci saremmo liberati di entrambi quindici anni fa almeno. Se non vi basta manco questo ad aprire gli occhi, allora buonanotte. Ma sarà una notte nera: è il sogno del dopoguerra (The post-war dream, ancora Waters), quello dei nostri padri, quello che ci stanno rubando.

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