venerdì 24 aprile 2015

CONTRO OGNI FASCISMO

La frase è di Primo Levi, l'immagine è tratta dal sito aforismi.meglio.it
Come diceva Primo Levi (e ci ricorda Padellaro recensendo il nuovo libro di Scanzi), "ogni tempo ha il suo fascismo". Leggiamola bene, la frase intera, la metto in immagine perchè si veda meglio, e poi mi trovate se siete capaci anche solo una piccola differenza tra l'azione di questo governo di sedicente centrosinistra e lo scenario descritto (perchè vissuto sulla propria pelle) dallo scrittore, morto suicida nel 1987 chissà se davvero perchè perseguitato dai fantasmi del passato o perchè aveva preconizzato che gli stessi erano invece nel nostro futuro.
In questa profezia, c'è già l'approvazione forzata, anche a costo di epurazioni interne al partito (così inedite nella loro eclatanza nonostante una consolidata tradizione nel settore), di una legge elettorale incostituzionale ancora di più di quella appena dichiarata tale dalla apposita Corte, legge che consentirà però al prossimo vincitore di quadrare il cerchio attraverso il quasi monopolio nella composizione della stessa Corte. Ci sono i ripetuti tentativi, di cui prima o poi qualcuno andrà in porto vedrete, di mettere il bavaglio alla stampa libera e in particolare a quella non professionale, così poco controllabile, con provvedimenti analoghi a quelli contro cui lo stesso partito si opponeva strenuamente quando a proporli era il presunto avversario politico. C'è, con una capriola dello stesso tipo, la messa in soggezione della magistratura. Ci sono i continui attacchi alla scuola pubblica, conditi di iniezioni di logiche privatistiche, e il continuo ed incostituzionale sostegno a quella privata. C'è il terrore inoculato in varie maniere, anche facendo finta di opporsi a fenomeni di cui poi grazie all'informazione compiacente si cavalca la pericolosità percepita, e l'immigrazione clandestina è solo uno di questi (la gestione dei cosiddetti zingari un'altra, ma la lista è lunga). C'è il prevalere di un modello sociale piramidale in cui i privilegiati continuano ad esserlo e ad esserlo sempre di più, e dominano su una massa che deve tendere e sta tendendo sempre di più ad essere tranquillamente definibile di schiavi (uomini per definizione "non liberi", nemmeno nel pensiero di sè, figurarsi nelle espressioni), grazie anche a una classe cuscinetto di semi-privilegiati che fa tutto il lavoro sporco; col paradosso che è proprio il modello sociale di cui il partito bisnonno di quello che oggi sposa più di tutti questo modello era il più feroce avversario.
Ecco che nel giro di pochi anni siamo incredibilmente passati dalla celebrazione del 25 aprile come diga al berlusconismo rampante, retta soprattutto dal principale partito dell'opposizione erto a paladino della democrazia ed erede della Resistenza, ad una ricorrenza che se volesse essere davvero celebrata degnamente dovrebbe avere quello stesso partito come obiettivo di ogni ammissibile azione politica, dalla più strenua opposizione parlamentare alla pernacchia, passando per il non ascolto dell'incessante narrazione monocorde della realtà che tenta di imporre grazie al controllo dei media, totale anche grazie all'avversario di un tempo, rivelatosi finalmente fasullo come probabilmente era già dall'inizio. In un gioco delle parti in cui la vittima era chi ci credeva, cioè tutti noi.
Ci fosse davvero l'alba dei morti viventi, e gli zombi dei partigiani il 25 mattina sfilassero per Roma capitanati da Sandro Pertini, io fossi uno qualsiasi degli esponenti piddini cercherei di nascondermi...

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