Crescere con davanti agli occhi uno dei panorami più belli del mondo è anche una specie di maledizione, perchè senza pensarci fai sempre il paragone almeno con la sensazione e niente lo supera o quasi, cui nel caso nostro se ne aggiunge anche un'altra, da quando capisci che a parte quel panorama poche altre cose possono farti pensare che nascere lì è stata una fortuna.
Pensi a questo quando senti che lo stretto tra Reggio e Messina concorre, per inedita comune iniziativa delle amministrazioni locali, ad entrare nel novero delle località patrimonio dell'Unesco - "pennacchio" (citazione storica, chi non la capisce al volo legga qui) peraltro che è da capire bene se comporti magari anche qualche possibile beneficio concreto.
Certo, poteva andare peggio: potevi nascere dall'altra parte del Mediterraneo, e non magari nei secoli in cui la Civiltà stava di là e l'Oscurantismo di qua, e quelle che ci sono state tramandate come "scorrerie dei Mori" non erano che episodi di una lunga guerra di conquista purtroppo finita male, ma proprio adesso che il neocolonialismo al culmine causa una catena di migrazione e morte che sembra non abbia mai fine.
Fateci caso: su questo blog non una delle cosiddette primavere arabe ha avuto una eco anche minima. Non era lo snobismo di chi vuole comunque stare fuori dal coro, era la consapevolezza di trovarsi di fronte ad una sceneggiatura scritta male e fatta recitare con l'inganno a popoli ingenui a vantaggio dei soliti noti. Oggi che è tornato l'autunno, e sono stati liquidati o messi sotto scacco tutti i regimi che in un modo o nell'altro si proponevano di smarcare i propri sudditi dal ricatto delle multinazionali e della finanza, di fronte alle invasioni dei disperati le reazioni politiche vanno dal pietismo a buon mercato al razzismo becero, con la solita (e solitamente travisata, quando basterebbe leggere pezzi come questo anzichè fidarsi di quanto riporta una stampa ormai ampiamente definibile di regime) eccezione del Movimento 5 Stelle.
Ma quando il "Papa Buono 2.0" denuncia un attuale "martirio" di cristiani (o anche uno meno attuale come il genocidio armeno, che non è che non ci sia stato, ma bisogna studiarsi bene per come e per chi), quando tutti i giornali (ma proprio tutti) soffiano sul fuoco della cronaca per estrarne le braci che portano acqua a questo mulino, quando poche migliaia di occidentali presunti vittime di terroristi islamici giustificano quattordici anni di rappresaglie, è allora che bisognerebbe avere l'onestà intellettuale di ricordare che i musulmani morti per mano occidentale dal 91 ad oggi sono quattro o forse otto milioni, a seconda se si includono nelle statistiche le vittime indirette (ad esempio di stenti e malattie, e stiamo parlando di bambini, a causa di embarghi stretti e prolungati). E immaginare allora, se per relativamente pochi correligionari oggi vi viene voglia di combattere appoggiare o quantomeno giustificare una guerra di religione, di essere dalla parte di chi da decenni vede la sua gente decimata e umiliata: ve lo dico io, sareste pronti a seguire chiunque si proponga di combattere questo nemico potente e spietato e dimostri di avere qualche possibilità di vittoria, anche se grazie a una certa capacità di gestire e poi anche ostentare l'orrore. In altre parole, con quello che abbiamo fatto e stiamo facendo agli arabi, non c'è da stupirsi che l'Isis abbia il seguito che ha, c'è da meravigliarsi che ancora non abbia il seguito di tutta la popolazione dal Marocco all'Afghanistan, così da proclamarsi Islamic State tout court e dichiararci formalmente guerra.
Ovviamente, invece che prendere le distanze dall'Imperatore plaudiamo a chi va a flirtarci ancora, magari credendo alla sua ennesima supercazzola: basta rigore, crescita sul modello americano, significherebbe dotarsi di una moneta sovrana e usarla per creare occupazione, e allora si che ci si può permettere (per quanto alti siano i costi sociali, peraltro) lo smantellamento dei diritti e delle garanzie che invece è l'unica cosa di quel modello che adottiamo. E invece che prendere le distanze dal Kaiser continuiamo solo a fingere di farlo (e magari Tsipras avesse davvero una strategia antieuro dissimulata, magari...), non capendo che questa moneta unica con queste regole non è altro che uno strumento di dominio sul continente, che sta lentamente consapevolmente e inesorabilmente distruggendo.
Senza una moneta sovrana, e una lotta senza quartiere a chi (corrotti, evasori, mafie, eccetera) potrebbe vanificare anche quella, senza cioè il progetto Grillo al governo e per un bel po' di tempo, il vessillo dell'Unesco sullo Stretto non sarà che un altro metaforico pezzo di stoffa per eventualmente... soffiarsi il nasino. Unica consolazione è che si tratta di una bellezza che avremmo potuto rovinare noi col ponte, semmai, ma non può essere demolita dalle cariche esplosive di un conquistatore islamico alla ricerca di azioni dimostrative la sua intenzione di cancellare dalla faccia della terra la nostra cultura sedicente superiore. Tanto superiore da stare portando rapidamente il pianeta alla distruzione...
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