sabato 7 ottobre 2017

E BRAVO CATALANO!

Immagine ricavata dal sito Cognomix
Ci sarebbero molte più ragioni per non dire nulla della questione catalana che non per dire qualcosa. Ma se nasci a Reggio Calabria il termine Catalano ti diventa familiare molto prima di apprendere che il cognome di tanti tuoi conoscenti, magari qualche amico o parente, deriva da una regione della Spagna. In Sicilia la sua diffusione è ancora maggiore, ma è significativa un po' ovunque nel Regno di Napoli, e ovviamente poi anche nel nord-ovest industriale destinazione di fin troppi terroni. In Sardegna invece no, e stranamente, se pensiamo che la lingua sarda in genere ha molte assonanze con quella catalana, e che addirittura in certe zone vi si parla un dialetto da essa direttamente discendente. Per non parlare di un tipo di cicoria che a Roma chiamiamo "puntarelle", ma in molte altre regioni chiamano proprio "catalogna" (Elio e le storie tese l'hanno pure cantata), e magari non è un caso.
Insomma, se intendiamo guardare la Storia delle Nazioni preferendo alla lente deformante di un Ente transeunte come lo Stato quella ben più illuminante delle regioni linguistiche e culturali, che lo hanno preceduto e gli sopravviveranno, allora la Catalogna deve interessarci in quanto italiani, oltre che in quanto mediterranei.
Non avendo però le risposte, mi limiterò ad elencare una serie di questioni, che magari aiuteranno ciascuno di noi a farsi un'idea, se non precisa certo migliore di quella che come prassi consolidata cercano di passarci i mass-media, o perlomeno a farsi domande:
  • qual'è il problema della Spagna, e in genere dell'Europa mediterranea, oggi? vi risulta che gli indipendentisti catalani siano anche sovranisti, intendano cioè separare il proprio destino dalla madrepatria per poter battere moneta propria e non dover più rispettare le assurde regole dell'UE? Pare proprio di no. E allora? Forse pensano di poter spuntare condizioni migliori nel rapporto colla tirannia di Bruxelles rispetto alla Spagna unita (ammesso che esista un modo pacifico di "separare i conti"), o ha ragione invece chi sospetta che a tirare le fila ci sia proprio il progetto di Europa federale delle regioni che intende proprio dissolvere gli Stati sovrani (e che era nei sogni della prima Lega nord)?
  • a proposito di Lega, capire quanto sia arbitrario il parallelo, stanti le notevoli differenze tra i due indipendentismi italiano e spagnolo, aiuta o viceversa complica le cose? insomma, se gli indipendentisti catalani sono europeisti, liberisti, aperti con gli immigrati, in una parola centrosinistri, che cacchio esulta Salvini?
  • oppure è Rahoy il centrodestro allineato con l'oligarchia di banchieri che governa l'Europa? Ma come fa a non capire che, pur avendo la sua Costituzione dalla sua parte, non può, specie nella civiltà degli smartphone, rispondere "militarmente", a una istanza popolare che per quanto eversiva possa essere considerata si sta svolgendo con modalità estremamente pacifiche, senza passare dalla parte del torto e causare una escalation di conflitto? E' cretino, o fa solo la sua parte nella creazione del caos che fa tanto comodo ai potenti?
  • pensiamoci un attimo: il 90 per cento di meno del 50 per cento fa circa il 40 per cento. Non è irragionevole dedurre che senza l'attacco del governo centrale, il referendum svolto in condizioni pacifiche sarebbe stato probabilmente un fiasco. Invece, è patetico rimarcare oggi il mancato raggiungimento del quorum (che non c'era, ma diciamo che si intende la maggioranza degli aventi diritto), perché è facilissimo obiettare che le condizioni per andare a votare erano rese difficilissime proprio da Madrid.
Insomma, stabilire chi abbia la democrazia e la legalità dalla propria parte è piuttosto difficile. Sarebbe almeno apprezzabile, allora, un pochino di coerenza. Se si sostiene che un governo ha il diritto/dovere di difendere con ogni mezzo l'unità nazionale, allora bisogna chiedere solennemente scusa almeno ai serbi, non essendoci più una Jugoslavia da resuscitare. Se invece si sostiene che il popolo abbia sempre comunque il diritto di fare di se quello che democraticamente decide, poi bisognerebbe vergognarsi di avere stigmatizzato la brexit o la secessione della Crimea filorussa dall'Ucraina fascistoide che all'Occidente ha fatto comodo cavalcare. E oggi si dovrebbe riconoscere la Catalogna il giorno stesso che proclamasse la propria indipendenza, e iniziare a bombardare Madrid se non gliela concede, come si fece per 78 giorni con Belgrado per il Kosovo, governo D'Alema.
Ma se una cosa è certa, è che dovremmo essere grati al popolo catalano (e glielo facciamo dire da un Renzo Arbore d'annata) di averci messo in mano questo pezzo di specchio, a guardare bene in faccia tutte le contraddizioni nostre e di questa Europa che affonda, senza nemmeno che sia ancora bene chiaro a tutti che l'unica salvezza (non sicura, d'accordo, ma almeno possibile) è nell'abbandonare la nave.

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