domenica 11 novembre 2018

MEGLIO LA PIZZA DI FANGO

Per chi trent'anni fa (già trenta? minchia!) si deliziava con la comicità scatenata di un gruppo di giovani attrici che avrebbero tutte, chi più chi meno, avuto una carriera adeguata a quelle premesse, rivedere La TV delle ragazze nell'edizione celebrativa, o come dicono meglio gli americani "reloaded", era quasi obbligatorio.
Era quasi altrettanto probabile, però, come in tutti i casi in cui le aspettative sono molto alte, attendersi un qualche retrogusto di delusione. Che però arriva non tanto dalla troppe altre volte sperimentata "bollitura" di artisti/e per cui celebrare le grandezze di un tempo è anche misurare le pochezze attuali, ché anzi la maggior parte delle "ragazze" di allora reggono botta al passare del tempo quando non sono migliorate (e qualcuna purtroppo ci ha persino lasciato), quanto dalla presenza sottotraccia, nella Dandini e negli altri autori quindi nel programma, di quella narrazione piddina/eurista che cristallizzandosi è passata, forse anche senza accorgersene, dal sentirsi a sinistra almeno di Berlusconi all'essere a destra dei sogni perversi della Thatcher. Con la sottotraccia che ha trovato il punto più evidente di emersione nella comparsata dell'icona Bonino, tirata per i capelli nella traccia del programma dal suo femminismo di sempre, oggi purtroppo simbolo proprio di quanto le battaglie per i diritti civili siano ormai solo la foglia di fico per la resa all'ordocapitalismo sui diritti economici e sociali. Della serie, bisogna approfittare fino in fondo del dominio sul mainstream, almeno finché il governo dimostra di non volere o sapere imporre la propria linea sul servizio pubblico come qualunque altro prima di esso ha fatto.
Per fortuna che la trasmigrazione di cui sopra è estendibile soltanto a una quota sempre decrescente di elettori, visto che gli italiani in maggioranza hanno ormai capito che il continuum destra/sinistra è ideologico cioè falso e manipolatorio, mentre la narrazione piddina/eurista è una menzogna bella e buona mirante alla spoliazione della nazione, e anche se il movimento 5 stelle svanisce (vittima degli attacchi della propaganda o della propria stessa irresolutezza, poco importa) magari votano Salvini, magari ancora più a destra, ma a loro non daranno più credito. Il punto non è quindi più se gli italiani hanno o meno mangiato la foglia capendo che razza di fregatura era l'euro e ancora di più la stessa UE, il punto oramai è se esiste ancora o meno abbastanza democrazia da lasciare che in quanto popolo sovrano decidano sul destino del loro Paese. E a giudicare da certi discorsi e da certe manovre purtroppo viene da pensare che no, che non ci faranno fare quello che vogliamo, dovessero imporci un trattamento peggiore che ai greci. L'unica nostra speranza è di avere conservato quella massa critica, che i greci non avevano, che ci consenta di reggere botta e intanto attrarre alleati diversi (per quanto non è che nelle mani degli americani o degli inglesi ci sarebbe da stare troppo tranquilli, allora magari meglio i russi) che non il blocco mitteleuropeo a guida tedesca che ha usato la suddetta narrazione per combattere e vincere una spietata guerra commerciale contro di noi mentre i nostri governanti e i nostri giornalisti ci tenevano le mani dietro la schiena.
Semmai la cosa su cui riflettere è che nei sondaggi la sfiducia verso l'UE superi di molto quella verso l'Euro, a dimostrare non, come certa stampa ha subito opportunisticamente dedotto, il persistente paraculismo degli italiani, bensì proprio purtroppo la loro persistente adesione a quello che la predetta narrazione ha fatto diventare luoghi comuni sulla moneta e il suo funzionamento. Dimostrati, ancora una volta, proprio da una delle ragazze di RaiTre, l'irrestibile Cinzia Leone impiegata dell'ufficio imposte che oggi come trent'anni fa tesse le lodi, in quanto moneta forte, della Pizza di fango del Camerun: tormentone esilarante, oggi come allora, ma che fa leva sul luogo comune che avere una moneta forte sia buono. Mentre alla domanda se avercela forte o debole non è buono o cattivo, la risposta esatta è "dipende", la regola aurea essendo che la moneta deve essere adeguata al contesto economico che la utilizza, e se non lo è in un senso o nell'altro sono sempre guai. Ragion per cui la sovranità monetaria, e la politica economica e finanziaria che ha essa tra le leve da usare, deve essere in mano alla classe politica di una nazione così come scelta dai suoi elettori perché ne faccia gli interessi e ne rispetti la volontà.
Quindi, è solo quando il progetto UE e la sua arma letale Euro sarà affossato per sempre, che si potrà di nuovo parlare di Europa dei popoli per tentare di ricostruirla partendo dagli interessi comuni delle sue genti. E' dimenticando questo, che continuiamo ad andare verso il BAAARATRO!

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