giovedì 13 giugno 2024

SEI TU, ROMEO?

Della serie "forse non tutti sanno che", il nome Romeo, che in Italia come nome non è molto usato ma è noto a tutti grazie a un certo Scrollalanza ma come cognome è presentissimo specie dalle mie parti, deriva proprio da Roma. L'unico modo per fare i turisti quando non esisteva il turismo, infatti, era fare i "romei", cioè scarpinare fino a Roma per chiedere il perdono per i propri peccati, percorrendo perlappunto la via Romea, se venivi dalla Germania anzi praticamente dalla Danimarca, oppure la via Francigena, se venivi dalla Francia anzi praticamente dall'Inghilterra.

Quelle antiche vie sono oggi ricalcate da strade superstrade autostrade. Ma spesso sono ancora li anche gli antichi tracciati, magari sterrati, lungo e attraverso fiumi, per boschi valli e passi, e ripercorrerli in tutto o almeno in parte è diventato quasi di moda. Dove il quasi è perché non è mica facile: io ad esempio non ce la farei, anche avendone il tempo e i mezzi. Per cui, anche se lo fanno in molti, non sono così tanti da rendere probabile, statisticamente, conoscerne qualcuno. Ancora meno che questo sia un tuo amico e ti mandi pure qualche video. L'occasione non si può perdere, per pubblicare una volta tanto un post lontano dalla linea editoriale.

Ivano ha un paio d'anni più di me, buone gambe, una bici servoassistita, una videocamera, il tempo (è in pensione, beato lui), il coraggio e la visione sufficienti per decidere di partire, da solo perché nella vita è importante anche ogni tanto prendersi del tempo per stare da soli con se stessi, rifacendo praticamente tutto il tratto italiano della via Francigena. Se anche l'età non ve l'avessi detta, l'avreste dedotta dal piano di viaggio, che vi mostro così come me lo ha mandato, rigorosamente vergato a penna su un notes. Mentre vi scrivo è circa a metà tragitto, che per quanto possibile ha organizzato prima di partire, visto che certi tratti con la batteria scarica e senza essere ciclisti professionisti è difficile farli. Ma tutta l'operazione è da segnalare per lo spirito, decisamente da emulare: si viaggia, come diceva Faber (qui nella magnifica versione di Ginevra), "per la stessa ragione del viaggio: viaggiare". Conta il tragitto, non la conclusione, esattamente come per la vita.

Auguriamo buon viaggio a Ivano, guardando i suoi reportage, e ascoltandoli anche, se avete fatto allontanare i bambini, però: non sappiamo quali altri peccati abbia da farsi perdonare col suo pellegrinaggio, ma certamente qualche parolaccia si, e so che le peggiori non sono nei filmati. Forse ci verrà voglia di imitarlo, ma sicuramente lo ammireremo, ci faremo due risate, e verrà in mente anche a noi una vecchia suite dei Pink Floyd...

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