domenica 2 giugno 2024

QUANDO C'ERA LUI

Quando ero ragazzo la frase del titolo capitava di sentirla dai vecchi, riferita a un tizio che ci aveva trascinato in una guerra disastrosa. Spesso, ad eventuale spiegazione, era accompagnata dalla porta di casa che si poteva lasciare aperta e dai treni che arrivavano in orario. Troisi, che in questi giorni che fa trent'anni che non c'è più, col suo solito genio la questione la liquidava dicendo che allora perché capo del governo, bastava che lo facevano capostazione. Noi che Troisi possiamo al massimo limitarci di mandarlo a memoria e tenerlo nel cuore, e citarlo, non certo imitarlo, siamo costretti ad argomentare. Anche perché la cronaca in qualche modo lo impone.

I vecchi nostalgici di cui sopra, infatti, non avevano i mezzi economici e nemmeno culturali per guardare le cose in prospettiva storica. Se vieni da generazioni di miseria e qualcuno ti da una casa, un lavoro, strade-ospedali-scuole-eccetera, poi la guerra sono tre mesi di bombardamenti e tre anni di fame nera, è umano rimpiangere e non è semplice comprendere le responsabilità, al massimo arrivi a dire (come facevano, al punto di farlo diventare un altro luogo comune) che l'unico errore è stato seguire quel pazzo di Hitler.

Pure sta storia della pazzia di Hitler, tra l'altro, è comoda e consolatoria: era lui che era pazzo, mica era colpa nostra. Ma i veri pazzi, lo si scopre solo studiando la storia e non la sua vulgata ufficiale, furono quelli che imposero alla Germania dei danni di guerra tali da metterla in ginocchio, Hitler fu solo quello che promise e mantenne di risollevarla, e altrimenti non si spiegherebbe il seguito che aveva (lui tra l'altro le elezioni le vinse, non fu un Savoia ad affidargli vigliaccamente l'incarico di governo). E infatti i suoi nemici l'errore non lo rifecero dopo la seconda, di guerra, anche se poi avrebbero fatto l'errore opposto: consegnare l'Europa nelle mani della Germania unita (unita a spese nostre), col solo De André a vedere ballare la polka a culo nudo sul muro di Berlino, alla scimmia del quarto Reich.

A destra un cavaliere, a sinistra no. Ma forse il chirurgo è lo stesso...
Ma questa fin qui è stata solo una lunga digressione iniziale, perché la cronaca non ci impone di parlare di quel Lui, ma di quell'altro Lui. Sua figlia, infatti, proprio oggi è stata nominata Cavaliere, come già il padre fino all'antonomasia. E già il padre doveva i suoi risultati non già alla attitudine al lavoro, bensì ai buoni uffizi di un padre banchiere e di amici (degli anici) siciliani, oltre che alla tendenza ad agire - per dirla con un eufemismo - borderline rispetto alla legalità. Ma già Marx ci aveva avvisato, che non esiste accumulazione originaria del capitale senza delitti e ruberie: non ci eravamo stupiti. Solo che l'onorificenza era un po' troppo, sapeva di presa in giro, e gira gira ha finito per squalificare l'etichetta. La figlia, però, nemmeno quello, non ha dovuto nemmeno delinquere per costruirsi una carriera di editore. E in un Paese in cui il nepotismo ha radici storiche profondissime, nella Chiesa romana, ramificate fino ad attori e cantanti e nicchie insospettabili di qualunque professione, provate voi a fare il notaio o il farmacista senza essere figlio di, non è nemmeno originale.

Ma c'è un'altra ragione per cui il Cavaliere è tornato agli oneri della cronaca: finalmente, dopo decenni di tentativi, hanno approvato la separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante. Oddio, approvato: trattasi di legge costituzionale, e finora l'unica passata nottetempo e istantaneamente, senza dover passare dalla forche caudine del difficile iter di approvazione con tanto di referendum finale, è stata l'introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione, autentica furfanteria con mandanti tra i padroni dell'UE e vittime (quasi tutte inconsapevoli) noi tutti. Ma tant'è, a Silvio l'aveva tanto raccomandata il suo mentore Licio, e ci teneva tanto che oggi gliela dedicano tutti. Tra l'altro, nemmeno è tanto semplice capire perché è pericolosa, uno potrebbe dire che mi frega, al massimo sospettare per partito preso, invece è il primo passo (l'acqua calda nella pentola della rana) verso il controllo della pubblica accusa da parte del potere esecutivo, e ciao ciao Montesquieu.

Che poi dopo di Lui, peggio ancora che dopo dell'altro Lui, siano arrivati furfanti di tale portata da giustificare quasi il rimpiangerlo, è un altro paio di maniche. Se ce lo avessero detto esplicitamente, che la scelta era tra la dittatura macchiettistica di un mezzo mafioso che anche solo per tenerci buoni però ci voleva far mantenere un certo tenore di vita, e la dittatura dissimulata ma feroce di un regime di banchieri e tycoon multinazionali che ci vuole impoverire e togliere la casa il lavoro e persino il controllo sui nostri stessi corpi, forse anche a sinistra in molti avremmo votato per la prima. Anche con le porte sprangate e i treni in ritardo.

Nessun commento:

In evidenza

DEFICIENZA, NATURALE

Dell'argomento AI ne abbiamo già parlato come di uno di quei pericoli gravissimi verso i quali sarebbe opportuno porre argini non appen...

I più cliccati dell'anno