Tra gli altri, un paio di tratti di basolato evidentemente di epoca romana. Se ne incontrano dovunque, in quello che era il territorio dell'Impero, indistruttibili da duemila anni, dove non sono state coperte smantellate cannibalizzate. I nostri asfalti vanno rifatti di continuo (provate voi a fare la Terni Orte o viceversa senza trovare un cantiere, io sono una quindicina d'anni e non mi è mai capitato), i ponti degli archistar quando crollano dopo cinquant'anni si sente dire che "è normale, era vecchio", e anche quelli miliardari in cronaca te li presentano garantiti per duecento anni come se fosse una gran cosa e non un fallimento annunciato in faccia a Ponte Milvio.
Ma non divaghiamo. Ivano è tornato, con la sua biciclettina, e già quando mi ha annunciato la sua intenzione di viaggio ho gioito per lui, chiesto dettagli, ma non certo chiesto perché: conoscevo la risposta. Le cose più belle della vita non si fanno con un perché. Sono meravigliosamente inutili. Vivere, è una cosa stringi stringi meravigliosamente inutile, non sarà un caso che te ne inizi ad accorgere solo a una certa età, quando il corpo ti comincia a dire "questo non si può fare" e tu non ti puoi nemmeno arrabbiare come facevi da piccolo quando te lo diceva mamma o papà. Alla fin fine, l'unica cosa che conta è la libertà, e misuriamo le cose per quanto la aumentano o la diminuiscano, persino per i soldi è così. Ivà, se ne organizzi un altro la prossima volta vengo con te...
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