venerdì 21 giugno 2024

CREDERE OBBEDIRE COMBATTERE

Sarà anche condensa, ma che cavolo avevano da passare e spassare
sul cielo di Santa Severa? Il reticolo, surreale abbastanza da rendere
credibile qualsiasi "complottismo", continuava anche dietro il dito...
Abbiamo avuto finora il giugno meno caldo da molti anni a questa parte, ma agli alfieri del cambiamento climatico da riscaldamento globale a base antropica non basta nemmeno che si possa esclamare "signora mia, ariecco le mezze stagioni!". D'altronde, le religioni sono così: tocca credergli ciecamente e poi capovolgere e ricapovolgere ogni logica con l'unico punto fermo di giustificare il proprio credo. Se vivi, o vinci la partita, devi ringraziare Dio che è con te, ma se perdi o muori allora dovresti incolparlo, e invece - opplà! - una bella capriola logica e devi ringraziarlo lo stesso.

Se dicessi queste cose in una platea in presenza sentirei già sibilarmi contro "negazionista": è tecnica antica ma molto in voga, basta che osi calcolare i morti palestinesi a fronte di quelli ebrei negli ultimi mesi come negli ultimi decenni e sei "antisemita" (che poi anche i palestinesi sarebbero semiti, non rileva), basta che osi ricordare che l'Ucraina fece da spalla all'invasione nazista dell'URSS e ha cominciato lei nel 2014 le ostilità contro la Russia e le proprie stesse regioni russe e sei "putiniano" (ed è Putin il nuovo Hitler, lo dice Zelenskij e il coro ripete), basta che osi dubitare di qualunque versione ufficiale dei fatti e anche se nella storia anche recente la versione ufficiale iniziale è stata quasi sempre sputtanata sei "complottista".

Non si tratta di negare che, ad esempio, i ghiacciai negli ultimi decenni si siano parecchio ritirati: peraltro, non si può, sono dati oggettivi. Ma è altrettanto oggettivo che nel librone di storia del pianeta, di cui la storia dell'umanità è una pagina, quella della civiltà un rigo e quella dello sfruttamento di massa delle risorse non rinnovabili una virgola, i ghiacci si sono espansi e ritirati molte volte di caterve di chilometri - ed è storicamente documentato che il susseguirsi di periodi di anni o decenni più caldi o più freddi è la regola, e per cause sempre diverse e mai attribuibili alle attività umane.

Ma non è questa ultima attribuzione l'arroganza più grave e pericolosa dell'ambientalismo di moda (che così svela di essere solo di facciata, avendo ben altri fini che la salvezza della specie umana e del pianeta), è l'ingenua e delirante deduzione che non solo agire sul nostro comportamento (che è giusto, per carità, fosse anche solo per educazione) possa davvero modificare qualcosa che magari ha cause molto più profonde, ma soprattutto che l'impatto della nostra azione sia scientificamente calcolabile in modo da far rientrare il fenomeno o quantomeno ad attenuarlo significativamente. I tappini attaccati alle bottiglie, le auto elettriche, la termovalorizzazione, insomma, sarebbero in grado di far riscendere la temperatura media di quel grado e virgola di cui sarebbe aumentata per causa nostra, e quindi di ricicciare i ghiacciai.

La scienza come religione, di nuovo. Quando invece essa sarebbe la casa del Dubbio: non è che i nostri patetici interventi sono in realtà inutili, o magari addirittura controproducenti? Se davvero siamo in grado di far calare significativamente la temperatura media del pianeta, siamo anche in grado di calcolare di quanto serve, per evitare magari di farla calare troppo? Non sarebbe meglio concentrarsi, ed investire risorse, su quello che ha portato la nostra specie fin qui, l'adattamento? e, ad esempio, varare un piano massiccio di investimenti pubblici per liberare i letti dei fiumi dagli insediamenti e mettere in sicurezza naturale le sponde, piuttosto che lamentarsi del cambiamento climatico alla prima pioggia che lava a valle case e strade che li non ci dovevano stare?

Sia mai, ho nominato gli investimenti pubblici, ecco stavolta il sibilo di "antieuropeista". Proprio in questi giorni è arrivata l'ennesima procedura di infrazione del deficit. Figurarsi se si può, che so, varare un piano per sistemare gli acquedotti (che perdono regolarmente un multiplo di volte acqua di quanto si possa imputare alla peggiore stagione di siccità), o incentivare sul serio la microproduzione elettrica da fonti rinnovabili (tra cui al primo posto l'idroelettrico, altro che minchiate modaiole). Il ponte sullo Stretto, inutile e dannoso da ogni punto di vista tra cui quello ambientale, quello si può: più soldi si stanziano per un'opera, meno il cittadino elettore può controllare a spanne quanto sfrido si rende disponibile per la mangiogna. Ma casa tua no, quella ti obbligano a ristrutturartela coi tuoi soldi, così di fatto abbattendone il valore commerciale dall'oggi al domani (e tu magari hai un mutuo calcolato sul vecchio valore, con un residuo superiore al valore attuale). "Eccerto, vorrai mica creare un buco come quello del superbonus facciate!" ti dicono, dimenticando che il buco c'è stato proprio solo perché hanno messo in mezzo esosi intermediari, regalando come di consueto soldi alle banche e favorendo la nascita di soggetti fittizi, il tutto con la scusa che lo Stato non può investire direttamente in deficit, nemmeno per rendere ecologiche le case dei propri sudditi, che dico nemmeno per renderle antisismiche.

A proposito, siete stati di recente a Castelluccio di Norcia? Mi è capitato, purtroppo, e ho trovato solo un mucchio di ruderi. Dal 2016 hanno al massimo solo portato via le macerie. I bancarellisti appostati attorno al cocuzzolo, a tentare di capitalizzare un minimo della immensa bellezza del sito naturale (la fioritura, le lenticchie, la caldera adattissima al volo amatoriale), te lo dicono con un velo di tristezza rassegnata che non si può raccontare. E ti raccontano che a Norcia va un po' meglio, ma ad Amatrice mica tanto.

Viva l'Italia, e soprattutto l'Europa, nostro novello sovrano senza controlli democratici, messo li dal capitalismo multinazionale (con la complicità pagata di molti ascari, il peggiore dei quali sta al Colle, e quella gratis dei troppi creduloni nostri concittadini) solo per riprendersi quello che ci avevano dovuto dare per averci raso al suolo nell'ultima guerra, e solo perché sennò diventavamo comunisti. Fino alla prossima, forse imminente, guerra guerreggiata, che tanto "è colpa di Putin", mica della Nato che ha eterodiretto un golpe in Ucraina dieci anni fa per mettere il naso alle sue porte. Immaginate che il Messico abbia ancora nei suoi confini le regioni messicane che fanno parte degli USA per via di una guerra, e che i russi riescano a mettere a capo del governo messicano un attorucolo televisivo che inizia a maltrattare in vario modo gli statunitensi di quelle regioni: secondo voi, gli USA aspettano dieci anni prima di intervenire, o lo fanno il giorno dopo e a tutta potenza, incuranti come al loro solito dei "danni collaterali"?

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