giovedì 27 gennaio 2022

SERVITÙ E POTERE

Una persona che mi vuole bene assai mi ha mandato in regalo, prima di Natale, il libro qui accanto. Si tratta di un breve saggio politico e filosofico, del cinquecento, rimasto talmente attuale nel tempo che l'edizione in commercio riporta in copertina la faccia di V come Vendetta, simbolo contemporaneo di ribellione e anarchismo, tanto da essere adottato anche da uno schieramento come Anonimous.

La tesi che sostiene, ve la stringo parecchio perché il libro è breve e costa poco (forse si trova pure a gratis o quasi), è che gli uomini sono servi perché vogliono, esserlo. Sono talmente tanti e più forti di chi li tiene in soggezione, che basterebbe lo volessero perché non lo facesse più. Il mio amico è trivaccinato ma rispettoso delle posizioni di tutti e anzi inorridito dal clima di intolleranza imperante, tanto più odioso quanto anche illogico: ora i vaccinati con terza dose avranno anche il green pass illimitato, quindi, siccome possono ancora infettare e essere infettati, saranno loro la principale causa dell'eventuale prossima risalita dei contagi, come è stato  - e ve lo avevo predetto a settembre - per il green pass base, tanto basterà prendersela coi sempre più esigui non vaccinati e la massa ci crederà. Egli è pertanto bestia davvero rara, ed è evidente che mandandomi questo libro ha voluto farmi una carezza. 

La scrittura è semplice e diretta, e la lettura è perciò semplice e veloce. Ma man mano che si va avanti ci si chiede: com'è possibile, allora, che questa pietra miliare del pensiero moderno sia stata "saltata" da tutto il pensiero successivo, tanto che se l'era persa pure uno come me, che legge di politica da quando era adolescente? La risposta è che non lo è stata, anzi è stata abbondantemente considerata da tantissimi (ma quasi sempre senza citarla, forse anche perché l'autore è morto giovanissimo e sconosciuto), solo  quasi sempre utilizzandola per la costruzione delle proprie, di tesi, ed anche in direzioni opposte. L'assunto, infatti, si presta come architrave sia a edifici anarcoidi (visto? lo stato di natura è libero, basterebbe esserne tutti consapevoli per rivoltare ogni sovrastruttura gerarchica e vivere liberi), sia a strutture autoritarie (visto? che vi ribellate a fare? potete al massimo avere un successo effimero, non potete combattere contro la natura umana). E di fatto così è stato: probabilmente se ne trova traccia in tutta la filosofia politica successiva, anche se l'intento dell'autore invece forse era proprio la presa di coscienza individuale, tipica dell'umanesimo, o perlomeno è così che l'ho intesa io e penso possa essere utile oggi a ciascuno di noi.

L'unica teoria che riesce ad accogliere questo assunto includendolo senza travisarlo o strumentalizzarlo è una che si studiava ai miei tempi e forse non si studia più. Ve ne ho parlato nel 2013, allora purtroppo includendo nel discorso la speranza che il nascente grillismo potesse essere un autentico punto di svolta nella politica italiana (ci ho sperato a lungo e lo sapete, che tristezza pensare ad esempio a tutti quegli anni a sparare a zero sui finanziamenti alla stampa, e oggi li raddoppiano, con una cifra che equivarrebbe a 300mila giornate di ricovero in terapia intensiva). Anche questa ve la riassumo, usando in parte le mie stesse parole di allora.

La reale formula del Potere è identica in tutte le società umane (tutte: dall'intera umanità alla famiglia nucleare, passando per qualsiasi gruppo intermedio, che so i colleghi), mentre le formule dichiarate sono diverse ma avendo tutte il medesimo scopo di occultare quella reale. Ogni formula dichiarata del potere, perciò, è ideologica, ovvero è una rappresentazione di comodo volta a creare in chi ci crede una falsa coscienza, cioè la credenza che le cose vadano in un modo quando invece vanno in un altro. Confrontando ad esempio le ideologie democratico/liberale e social/comunista, la vittoria storica della prima non si spiega attraverso differenze sostanziali in realtà inesistenti, ma attraverso l'affermazione del principio che un regime è tanto più efficace quanto più l'ideologia che lo sostiene riesce nel suo scopo originario di nascondere la reale struttura del Potere, e la freccia della Storia va verso regimi sempre più efficaci. Dunque, la Democrazia è una bufala, una bugia, una presa per il culo di chi ci crede, un modo come un altro, solo più efficace di altri, il più efficace fino a ieri (la dittatura sanitaria, esercitata attraverso la paura, è anche in questo senso precisamente postdemocratica) scoperto, di consentire a chi detiene il potere di esercitarlo efficacemente e indisturbatamente.

Ovviamente, anche questa teoria può essere utilizzata in modi diametralmente opposti: a giustificare ogni ribellione e ogni acquiescenza. Oppure, come è forse più legittimo, da ciascuno di noi ad accrescere la propria consapevolezza, parolina magica che quasi sempre fa la differenza per qualsiasi cosa, dal respirare al comunicare al vivere politico e sociale. E guai a pensare che in pratica ciò si traduca in un invito a ritirarsi nel proprio particulare. Al contrario, è un invito ad agire sull'unico versante in cui si ha davvero la possibilità di effettuare cambiamenti profondi ed efficaci: se stessi. Ma se l'invito lo raccogliessero tutti o quasi, ecco che la rivoluzione sarebbe rapida quanto incruenta. La pandemia rientrerebbe in una narrazione ordinaria, e nessun provvedimento liberticida sarebbe più possibile. La democrazia resterebbe una formula ideologica, ma gestita da cittadini consapevoli di ciò si avvicinerebbe un po', in pratica, all'ideale teorico in declaratoria. E ogni tiranno si toglierebbe di mezzo da se (per constatazione della vanità della propria posizione, senza bisogno di quei tirannicidi che da sempre in ultima analisi non ottengono che cambiare tiranno) se ciascuno di noi "uccidesse" il tiranno in se. Comincia da te: tu. E tu. E tu. E tu.

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