lunedì 18 luglio 2022

UN DISGUIDO PIUTTOSTO ISTRUTTIVO

No, non ci casco: non parlerò di questa crisi di governo che ha tutta l'aria di essere l'ennesimo teatrino e si concluderà molto probabilmente nell'ennesima buffonata all'italiana in salsa europea. Prendo invece spunto da una vicenda privata, che secondo me può dare spunti di riflessione a tutti.

Negli ultimi giorni il mio condominio è stato oggetto di ripetute interruzioni di energia elettrica. Ogni volta, peraltro in parallelo con altri condòmini, la solita trafila col numero verde, digita sto codice qua e quest'altro la, per riuscire a parlare con un operatore, che manda una squadra in cabina e poco dopo la luce torna. Per poi riandar via a intervalli sempre minori. Domenica, al secondo intervento nella stessa mattinata, si sono arresi: c'è un problema al cavo che porta la corrente dalla cabina allo stabile, va sostituito ma l'intervento non può essere iniziato di festivo e dura un paio di giorni, per non farci restare senza elettricità ci parcheggiano nel cortile un furgone con gruppo elettrogeno. Tanto adesso li fanno silenziosi, dicono.

Così, è già oltre una giornata, e se tutto va bene ne passeranno un altro paio, che in tutto il palazzo, soprattutto noi a piano terra ma direi anche tutti gli altri e anche tutte le abitazioni adiacenti, cerchiamo di abituarci al rumore di un auto diesel al minimo giorno e notte, e all'annesso scarico di particolato eccetera nell'aere (qui cascano peggio i piani superiori, però). E non so quanto consuma l'accrocco, chissà se gli conveniva alle sette famiglie che siamo pagarci un hotel e risarcirci della roba in freezer.

Ve lo racconto non per il fatto in se, ma per le elucubrazioni che innesca, a più livelli. Il primo: immaginate se ciascuno di voi, in un mondo che non avesse inventato le reti elettriche o in cui per qualche ragione fossero andate distrutte, per non precipitare nel medioevo si dotasse di un gruppo elettrogeno a gasolio. Altro che Greta: tra rumore e puzza la decrescita felice diverrebbe il primo partito, e diverrebbe rapidamente "in" ridotarsi di ghiacciaia, chi può, con tanto di consegne a domicilio di blocchi via corriere, e braciere o camino, idem con patate per carbone e legno. Mentre lo smartworking tornerebbe di moda anche finisse il teatrino del covid, perché per gli uffici ci vorrebbero gruppi elettrogeni proporzionati, anche se almeno li spegnibili di notte.

Ma raramente il primo livello è quello buono, altrimenti non saremmo circondati da quelle che chi mastica statistica sa essere correlazioni "spurie", cioè leganti apparentemente due fenomeni in nesso di causa effetto solo per non aver visto che ne esiste un terzo che spiega molto meglio il tutto. Con la stessa pigrizia, uno potrebbe prendere il capoverso precedente per montar su la proporzione "gruppo elettrogeno sta a rete elettrica come auto a combustione interna sta a auto elettrica". Invece scendere al secondo livello di profondità porta a una conclusione del tutto opposta.

Intanto, se tutti avessimo un'auto elettrica (e c'è chi ci penserebbe, e io tra questi, solo se e quando raggiungessero in alto l'autonomia chilometrica e in basso i tempi di ricarica e il prezzo d'acquisto le auto a combustione), le reti elettriche dovrebbero sopportare un carico enne volte l'attuale e la produzione di energia elettrica dovrebbe crescere esponenzialmente, ammesso che possa. Ma facciamo che si, andiamo incontro con la fantasia ai fautori delle zero emissioni e cambiamo tutti auto. E però facciamo bene i conti. I metalli rari per le batterie, loro estrazione e lavorazione. I costi per il loro smaltimento a fine vita. La produzione dei quintali di acciaio e plastica che servono per assemblare una macchina nuova. Eccetera eccetera. Risultato: a fare bene i conti la scelta più ecologica sarebbe che ciascuno di noi si potesse tenere più a lungo possibile la macchina vecchia. Dove in quel "si potesse" c'è dentro: se non ci fosse l'obsolescenza programmata, se si potesse tenersi un diesel che gira alla metà quindi dura il doppio, se gli sforzi della ricerca tecnologica fossero indirizzati a come farle durare più a lungo magari aggiornandole in quello che serve. Anziché, com'è da decenni, a inventare diavolerie inutili al solo scopo di farci reindebitare per cambiare macchina, con la complicità delle istituzioni specie europee che vietano il transito proprio alle macchine vecchie, a ricordarci tra l'altro che la mobilità come tutti gli altri diritti deve tornare invece a essere legata al censo.

Quindi, andate pure a comprarvi il vostro nuovo carissimo giocattolino, così silenzioso da permettervi di travolgere ciclisti e vecchine in quantità. E quando pagate la bolletta cara e amara, e il pieno più del GPL con la stessa autonomia ma senza possibilità di switchare a benzina, o mentre aspettate fermi le ore che ci vuole a ricaricarla magari ripensando a quando col vostro turbodiesel vi facevate le vacanze in 4 a tappe di seicento chilometri, sappiate che se vi state consolando col pensiero di stare però facendo la vostra parte di dovere per salvare l'ambiente, titillando la vostra coscienza ecologica, ecco: vi state mentendo. Non sarà una novità, ma quello è. Avete cambiato il gruppo elettrogeno con uno più grande, è sempre sotto la vostra finestra, ma non lo vedete.

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