Lo sberleffo degli oppositori è il primo tratto utile a riconoscere le dittature. Lo shot è tratto da un sito di stampa locale piuttosto seguito, e si autoqualifica. Le ragioni per non costruire (meglio: non iniziare a, perché non è detto che si riesca mai a finirlo) il Ponte sono millanta e tutte serie, qui ne parliamo da anni, ma gli utili idioti del regime le liquidano così. Come coi no-vax, che ora tutti hanno almeno il dubbio che invece avessero ragione, ma meglio non dirlo. |
Se però andate proprio di prescia, vi indico io dove skippare. Ma prima alcune informazioni di contesto. Lo spettacolo è "maggiorenne", c'era Berlusconi premier, e fu mandato sulle reti Mediaset perché così fa chi è veramente potente: ostenta la sua potenza anche mostrando che "gli rimbalza" ospitare con rilievo i suoi oppositori, gente che non lo vota e che anzi ironizza su certe sue frequentazioni e abitudini. I due poi arriveranno fino a Striscia la notizia, il programma esemplare di questa finta satira (la satira è vera solo quando colpisce veramente, e di solito vale ai suoi autori come minimo l'esilio, vedi Daniele Luttazzi). Ma ai tempi erano ancora "vergini". E si incaricavano tra l'altro di dare voce a un movimento largamente maggioritario all'epoca, specie dalle mie parti: i no-Ponte eravamo quasi tutti, almeno quasi tutte le teste pensanti, o almeno quasi tutti i sedicenti di sinistra, perché il Ponte, si diceva, serviva solo alla mafia e a Berlusconi, e quest'ultimo a sinistra a sentirlo nominare tutti cominciavano a saltare (perché notoriamente "chi non salta Berlusconi è, è"). Gli davano voce a modo loro, denudando con ironia tutte le contraddizioni dell'operazione (prima tra tutte il costo, una cifra sufficiente a sistemare tutto il resto del territorio italiano, se solo avessimo quella sovranità monetaria perduta che ci consentisse di decidere dove investire, e quindi in una miriade di piccole opere indispensabili ma poco tangentizie e molto keynesiane, invece che in una enorme molto tangentizia e per niente keynesiana), impersonando i due ingegneri incaricati della costruzione alle prese con i problemi diciamo così logistici connessi. Più o meno nello stesso periodo, si occupava dell'impresa anche l'ingegner Cane di quel Fabio De Luigi esilarante con la Gialappa's prima di diventare un campione di insipidità al cinema.
Ma eccoci ai due passaggi cruciali, tra l'altro variamente profetici, cui saltare se non vi va di vedervi tutto il filmato:
- minuto 24, dopo che i due ineffabili capomastri avevano infilato di tutto, sul ponte, per accontentare parenti e amici, dall'asilo nido per la figlia all'autogrill per il cognato, passando per una serie di villette a schiera, ricevono una telefonata con la richiesta di metterci anche una pizzeria, che sulle prime rifiutano, ma poi invece capiscono, raggelando, da chi proviene...
- minuto 31, la Lega era da perculare e quindi anche il Ponte a un certo punto dichiara la secessione, con tanto di taglio dei collegamenti dalle sponde, che tanto per raggiungerle ci sono i traghetti (succederà davvero: se mai fosse ultimata una struttura del genere dovrebbe restare chiusa al traffico praticamente in ogni giorno di vento, se non ci credete informatevi su quanti metri deve oscillare un grattacielo per non crollare per effetto del vento, e stiamo parlando di un qualcosa di grosso ancorato al terreno alto al massimo qualche centinaio di metri, non di un qualcosa di relativamente sottile con oltre due chilometri di campata tra un ancoraggio e l'altro), ma allora ha bisogno di una Capitale... La scelta, allora dettata dal gioco di parole con la nota località adottata a simbolo anti "Roma ladrona", sa di vaticinio, visto che il principale sponsor del riciccio dell'operazione è proprio il leader di quelli che da un po' a Roma si trovano benissimo, e anche a fare affari con gli amici degli amici di quel Silvio ormai quasi fuori gioco, che proprio da loro fu portato a governare, dopo la stagione degli attentatuni e la tristemente nota Trattativa.
Buona Pasqua, anche se sentire parlare di Risurrezione di questi tempi suona beffardo...
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