sabato 11 novembre 2023

ANTISEMITA SARÀ LEI

La Bibbia, il primo libro stampato a caratteri mobili e il più letto nella storia dell'umanità, è anche probabilmente il libro per cui la distanza tra chi dice di conoscerlo e chi ne ha letto davvero almeno qualche pagina è maggiore. Al punto che credo sia probabile (e in caso contrario mi piacerebbe essere smentito in un commento) che nessuno di voi abbia davvero provato a leggerne qualche passaggio. Chi lo avesse fatto, visti i contenuti, mi confermerà che non è priva di fondamento l'asserzione secondo cui non è possibile oggi restare credenti leggendola, tante sono le posizioni incompatibili con l'etica contemporanea (ad esempio sulle donne, gli schiavi, le punizioni) o gli sciorinamenti illeggibili e inutili di genealogie peraltro improbabili (con tizi che campano per secoli e/o figliano da centenari). Provare per credere.

Ma siccome è in teoria il fondamento (anche) delle tre grandi religioni monoteiste che hanno infestato il pianeta, anche se due delle tre con diciamo così importanti integrazioni (il Nuovo Testamento e il Corano), e anche se appunto la maggior parte dei credenti la conosce solo indirettamente, attraverso riduzioni didattiche adattate ai tempi (e dove non è così, e i fedeli leggono direttamente e prendono alla lettera, le conseguenze si vedono), va presa terribilmente sul serio. Anche perché in cronaca c'è l'ennesima fase calda di una guerra ultrasettantennale che vede tra i suoi presupposti il presunto diritto di un popolo a costruire il proprio Stato (peraltro, rigidamente confessionale) su un territorio abitato per millenni da un altro popolo, diritto che si fonda appunto prevalentemente sui racconti del "libro dei libri". Il perché altre storielle, come la creazione del mondo in sei giorni o la sua età calcolata in millenni anziché in milioni e milioni, vengano ormai pacificamente ritenute false o al massimo metaforiche, invece i diritti dello Stato di Israele sulla Palestina siano ritenuti sacrosanti e dimostrati, è facile da dedurre: agli Europei (categoria in cui a questi fini occorre accorpare gli statunitensi) un po' lavava la coscienza (la persecuzione agli ebrei Hitler non la inventò, la perfezionò soltanto) risarcire l'Olocausto con la Terra promessa, e un po' faceva comodo creare mantenere e iper-armare un avamposto in terra nemica. Se ci si scorda di questo vulnus iniziale, diventa più facile aderire alla narrazione dominante per cui quelli di Hamas (il governo legittimo di Gaza, cosa di cui ci si scorda...) sono dei terroristi la cui azione del 7 ottobre scorso è la causa prima della guerra in cronaca, e più difficile inquadrare quell'azione nel contesto storico in cui è maturata, ultimo e non primo atto di una catena di eventi in cui la vittima maggiore, anche fosse solo per contabilità di perdite (fonte: CNN...), è il popolo palestinese.

Se quelli appena fatti fossero ragionamenti, con cui si può o meno essere d'accordo, già sarebbe qualcosa. Invece, ci potete giurare, questo blog non viene chiuso solo grazie alla sua irrilevanza. Se io fossi un insegnante e osassi far ragionare i miei allievi secondo questo schema, ad esempio, sarei senz'altro sospeso dal servizio, forse licenziato. Come coi vaccini, nelle nostre sedicenti democrazie l'opinione è libera solo fino a un certo punto. Oltre, sei marchiato come "antisemita" (leggete qui Grimaldi, da seguire sempre). Ed ecco perché ho iniziato dalla Bibbia: nel linguaggio comune antisemita e antiisraeliano sono sinonimi, ma per la Bibbia Sem Cam e Jafet erano i tre figli di Noè sopravvissuti con lui al Diluvio universale da cui discenderebbe tutta l'umanità. Ebbene, vi risparmio i dettagli, ma i semiti non sono solo gli ebrei, ma anche gli asiatici in genere e i mediorientali in particolare. Quindi anche i palestinesi. Ora, stando ai conti spicci della cronaca pubblicati qui da Pasbas qualche giorno fa, o a quelli della storia degli ultimi settant'anni, sapete chi sono gli antisemiti più convinti e con più tacche sulla carlinga? Esatto, gli israeliani.

Non approvo nessuna iniziativa bellica di nessuno, ma riconoscere il diritto di un popolo all'autodifesa (o alla cosiddetta "guerra giusta") è un espediente che non può essere utilizzato a piacimento. Se ce l'hanno gli israeliani, ce l'hanno a maggior ragione i palestinesi. E quando sento che quelli di Hamas (anzi, tutti quelli che agiscono contro Israele) sono come i nazisti, non posso fare a meno di ricordare che i nazisti erano quelli che per ogni tedesco vittima di un'azione della Resistenza (autodifesa per noi, terrorismo per i nazisti) uccidevano per rappresaglia cento innocenti, e che i nazisti erano maestri nel negare retoricamente la natura umana alle loro vittime: come fanno oggi autorevoli esponenti israeliani per accompagnare la rappresaglia a Gaza. Davvero nazista e davvero antisemita, e anche terribilmente rassomigliante alla distruzione del Ghetto di Varsavia del 1943: prima vi chiudo dentro, poi se vi ribellate vi massacro.

Chiudendo, a quei quattro che sono arrivati fin qui, e allora magari hanno voglia di approfondire, consiglio di farlo con Franco Cardini:

  1. Il peloso concetto di "guerra asimmetrica"
  2. La perpetuazione del dominio occidentale...
  3. Un viaggio di tre millenni per capire il mondo arabo

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