Il film è un autentico paradigma di tutto quello che rappresenta il cinema. 4 ore e passa senza annoiare, attori giganteschi, dialoghi memorabili, intreccio di piani narrativi complicatissimo e preciso come un orologio svizzero, fotografia magica, scene perfette, trovate geniali e memorabili (lo squillo del telefono...), colonna sonora di Morricone che definire meravigliosa è riduttivo, eccetera eccetera. Insomma, il classico film da portare sull'isola deserta, o sull'astronave per mostrare ai marziani o ai posteri cos'era il cinema.
Non vinse l'Oscar, forse anche perchè in America circolò in un'orrenda versione tagliata e rimontata cronologicamente: quando la paura dei produttori uccide l'arte. Il caso opposto capitò a Tornatore, cui il compianto Cristaldi accorciò provvidenzialmente di mezz'ora Nuovo Cinema Paradiso tagliando una parte logorroica e strappalacrime (ah, fosse stato vivo per La leggenda del pianista sull'oceano!...). Speriamo che per Leningrado Peppino, cui pare sia stata affidata la realizzazione del progetto, abbia imparato a contemperarsi...
Tornando a Leone, di lui si può dire come di altri artisti morti troppo presto, come ad esempio Troisi: ha fatto poche cose e tutte belle. Ci piacerebbe che oggi, che tutti l'abbiamo creduto morto per venti anni, tornasse a Roma, alla rinnovata Stazione Termini, ci venisse a trovare al bar, e quando noi gli chiedessimo "Sergio, cos'hai fatto tutto questo tempo?" rispondesse come ha fatto fare a Noodles. Sono andato a letto presto.
Nessun commento:
Posta un commento