
Detto fatto: ieri sera al Circolo della Stampa di Milano con una sobria cerimonia organizzata con l'aiuto di Articolo 21, il quotidiano on-line per la libertà di espressione e di informazione, il premio al grande giornalista l'ha dato la "Milano per bene". Della "Milano da bere", peraltro, il grande Enzo non ne aveva mai voluto sapere.
L'evento è occasione di ricordare a tutti che Facebook, come altri, è uno strumento, e come tale non è in se nè l'inferno nè il paradiso, ma si può usare bene o male e da questo e non da altro dipende se sia giusto o meno usarlo. Per cui, giusto non passarci 24 ore a chattare (ma si può fare anche con altri strumenti, che hanno meno pregi, come Messenger), ma a chi non ci si iscrive per timore di veder violata la propria privacy diamo una notizia: non ce la abbiamo più, una privacy. Quando partecipiamo alla raccolta punti per il vassoio al supermercato, quando facciamo l'abbonamento alla pay-tv o all'adsl, e in milioni di altre occasioni, i nostri dati finiscono in liste che girano, al limite e spesso oltre il limite del consentito dalla legge. Almeno Facebook, in cambio, ci da la comodità di raggiungere ed essere raggiunti istantaneamente da tutti i nostri amici. Oltre che di organizzare rapidamente cose come il premio a Biagi o altri eventi e iniziative meritevoli come questa per l'adozione a distanza. Certo, non metteteci sopra le foto dell'amante o il Pin del bancomat, ma qui siamo sotto "la diligenza del buon padre di famiglia"....
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