domenica 26 settembre 2010

IL TEMPO CHE FA

Si, è vero: iniziative come il No 'ndrangheta day di ieri a Reggio Calabria e il Woodstock a 5 stelle di ieri e oggi a Cesena (qui la diretta) se ne sono sempre fatte e lasciano il tempo che trovano.
Ma il teatrino politico italiano non ha mai toccato un livello così basso, almeno secondo quanto dice l'autore principale della sceneggiatura, che però si affretta a distinguere per contrasto l'azione silente del suo "governo del fare", e qui davvero ci scappa la pernacchia. Si vede a Napoli, in questi giorni, lo stile dell'azione politica berlusconiana, come si è visto all'Aquila e in millanta altre occasioni: sporcizia sotto il tappeto, telecamere accese a mostrare tutto lindo e quanto siamo bravi, poi via a farsi i cavolacci propri e che i problemi tornino pure a mostrarsi a video spento, chissenefrega. Ponti, centrali nucleari, proclami vuoti sulla lotta all'evasione e "pieni" sull'evasione come diritto, la crisi che ci ha colpiti meno ed è già finita, e intanto la disoccupazione cresce, e le cifre reali sono ancora una frazione di quelle ufficiali.
Il guitto insomma gioca ancora la sua prima cara vecchia carta "la politica è tutto uno schifo, ora arrivo io che metto a posto tutto", evidentemente c'è qualcuno che ci crede ancora. Altrimenti non vedo come sia possibile che uno possa con una mano scatenare i suoi mastini in una cagnara senza tregua intorno alla proprietà di un appartamento tra parenti e paradisi fiscali, e con l'altra denunciare la canea stessa come fosse opera altrui, quando inoltre lui stesso non ha mai voluto rispondere sulle società offshore di cui si è avvalso per mettere su il suo presunto impero e su dove diavolo ha preso i soldi all'inizio: d'accordo, davanti al giudice hai diritto di avvalerti della facoltà di non rispondere, ma davanti a degli elettori democratici cavolo no, o me lo spieghi o anche se sono di destra non ti voto. Chi lo sa che ci sono un paio di processi da cui risulterebbe che è proprio la mafia ad averglieli dati, quei soldi? Solo chi legge Travaglio e spulcia nel web, ma è così, e in quasi ogni altro Paese al mondo un Berlusconi se anche fosse stato dichiarato eleggibile la prima volta (e non lo era, a norma di legge, in quanto concessionario pubblico: la norma sul conflitto di interessi c'è ed è stata ignorata, altro che mancare) si sarebbe dimesso per tentare di dimostrare la propria estraneità a così gravi responsabilità penali, e se no sarebbe stato costretto a furor di popolo a dimettersi fino a che non avesse chiarito di non avere nemmeno responsabilità politiche.
Insomma, Gianfrà, se non ti vuoi documentare sull'origine delle fortune berlusconiane sui libri di Travaglio, che se contenessero una sola virgola di inesattezza sarebbero costati carissimo al suo autore a forza di querele, fatti due risate con questo suo pezzullo e appuntati le righe che parlano delle Cayman e delle 64 società offshore, indici una conferenza stampa e dici chiaro chiaro: facciamo una legge, oggi, che chi non riesce a chiarire la provenienza dei suoi beni fino all'ultimo centesimo, case comprese certo, viene dichiarato ineleggibile e se eletto viene dimissionato. Oppure, facciamo un faccia a faccia con Vespa e Santoro, ognuno si noi due si porta un avvocato di fiducia, e parliamo degli affari all'estero di entrambi, sia mai la gente pensi che siano loschi. Chissà perché non lo fa, speriamo che sia solo per la vergogna di avere fatto da spalla per quindici anni a un siffatto capocomico.
E allora, sarà pure che Grillo è un anziano comico che finge di voler entrare in politica per fare ancora più soldi, sarà pure che una manifestazione con troppi gonfaloni rischia di essere l'ennesima foglia di fico davanti alle vergogne di un corpo sociale che ormai morirebbe se gli venisse asportato il tumore 'ndrangheta, ma le persone che ci vanno, a Cesena a Reggio e dovunque si venga chiamati alle armi di questa guerra civile contro la mentalità mafiosa (e quindi contro la classe politica che ne è frutto), sono una bella notizia. Come un giorno di sole dopo venti che piove.

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