martedì 30 novembre 2010

CI VEDIAMO DA MARIO, PRIMA O POI

con Totò durante le riprese de I soliti ignoti
Si potesse fare, oggi stringerei la mano a Mario Monicelli. Di biografie sulla rete oggi ce ne sono a tinchitè, per dirla con un altro grande vecchio, per cui io mi limito a salutare uno dei più grandi maestri del nostro cinema (per dire, se io sulla classica isola deserta potessi portarmi a scelta o tutti i suoi film o tutti quelli di Fellini, senza offesa per nessuno opterei per il cofanetto con Amici miei, La grande guerra, Un borghese piccolo piccolo, L'Armata Brancaleone, La ragazza con la pistola, Risate di gioia, I soliti ignoti e i tanti con Totò, diretti spesso a quattro mani con Steno, in cima a tutti Guardie e ladri) rimarcando gli ultimi due episodi che lo hanno visto protagonista in cronaca:
  1. l'intervista del marzo scorso a Raiperunanotte, di cui riporto il filmato in coda, in cui ha dimostrato una volta di più che la gioventù non è questione di anni, e ci ha fatto riflettere sulla miseria di una società in cui devono essere gli ultranovantenni a parlare di rivoluzione;
  2. la sua scelta estrema, tanto significativa data l'età e le condizioni di salute, con cui ha tolto alla Morte l'ultima mossa, facendo quasi un'occhiolino finale al miglior Bergman.
foto dalla pagina Facebook del Movimento Antiberlusconiano Italiano
A illuminare ciascuno di questi due episodi, una coincidenza:
  1. gli studenti manifestano contro la controriforma Gelmini in tutta Italia, specie a Roma, come a volerlo salutare annoverandolo tra le loro file - e occhio signori miei che stavolta non sono solo "quelli dei centri sociali", sono tutti: è vero, rispetto a quelli degli anni 60/70 sono meno numerosi, ma allora il conflitto generazionale era culturale, oggi è economico, che è come dire che questi hanno molta più ragione e se la consapevolezza di "classe" strappasse da davanti i teleschermi anche i rimbambolati dalla DeFilippi sarebbe davvero rivoluzionario...
  2. la violenta rivendicazione di diritto di proprietà sulla sua vita di Mario Monicelli avviene durante la puntata finale dell'evento televisivo dell'anno, che avrebbe dovuto ospitare - per la stessa malintesa par condicio che aveva regalato undici milioni di spettatori a Maroni - i cosiddetti pro-vita a fare da contraltare ai quindi presunti anti-vita Welby ed Englaro della settimana scorsa. Tra parentesi, se come credo non ve siete accorti, con una paraculata delle sue Fabiofazio da un lato mostrava stavolta di tenere botta non cedendo alle imposizioni del CDA e dall'altro faceva pronunciare ad uno dei suoi elencatori un saluto a 'quelli che per anni assistono persone in coma vegetativo senza aspettarsi nulla e a quelli che danno loro sostegno' (o qualcosa del genere, non mi va di riguardare tutto il programma, fidatevi).
P.S.: Domattina 1° dicembre 2010 chi può partecipi al sit-in di solidarietà a Gioacchino Genchi, che questo Stato ringrazia per aver contribuito per anni alla lotta alla mafia con un provvedimento disciplinare per aver offeso uno che i mafiosi usava tenerseli in casa, in mattinata a Roma, via di Castro Pretorio 5. L'invito lo metto qui perchè il tempo stringe, e perchè Monicelli sarebbe contento: che rivoluzione in Italia sarebbe premiare la legalità!
P.S.2: Monicelli non voleva e non avrà funerali, d'altronde quella è roba per morti: lui (prendo due battute - che a lui sarebbero piaciute tanto, e anche agli amici suoi - da Spinoza.it, scelte tra tante da Gemma Serena) è sfuggito alla morte buttandosi dalla finestra. E comunque non si è suicidato: è morto di vecchiaia mentre era in volo.


3 commenti:

sandrokhan80 ha detto...

Chi conosce ed ha amato tanto Monicelli non può non riconoscere che le "coincidenze" che tu denoti coincidono troppo bene con il suo animo! Mi è venuto da pensare che oramai ritenesse di avere assolto ad ogni cosa, l'ennesimo regime instauratosi in Italia era evidentemente al crollo e, nel suo piccolo di vecchio, aveva dato un aiuto anche lui. In un'animo profondamente laico come il suo non mi meraviglierebbe poi albergasse la paura dell' "accanimento terapeutico". Lungi da me porre giudizi sull'argomento ma mi sembra chiaro come la pensasse un uomo come Monicelli in merito anche se non ho mai sentito sue dichiarazioni su questo particolare argomento.
Sono stato veramente toccato dalla morte per suicidio di Monicelli e ti giuro che dopo l'intervento di Fazio in "Vieni via con me" e aver visto che era stato suicidio ho passato mezza nottata su youtube a cercare le sue cose più belle che hanno partecipato alla mia formazione culturale e che amo. Scusami se linko al mio blog ma queste sono alcune cose di Monicelli che davvero resteranno sempre nel mio cuore!
Mi è venuto anche da pensare un'idea balzana: non è che oltre alla fine definitiva dell'epopea berlusconiana ci stesse indicando il futuro .... un futuro politico, non so come spiegarmi, molto più "vaticaneggiante"!

cugino ha detto...

nessuna scusa, anzi: ho messo il tuo blog tra i miei links nella colonna di destra.
se ti va puoi fare altrettanto...

sandrokhan80 ha detto...

Nessun problema, mi fa pure piacere. Strano che non compari nella mia tabella "google friend connect".
Avevo visto un'intervista Tv su la 7 molto un anno fa (2009). Parlava un vecchio intellettuale a me ignoto. Sto cercando di capire chi era, puoi aiutarmi? Il discorso era semplice ma interessante in qualunque modo uno la pensi. Per lui il berlusconesimo era finito e si pensava già in realtà al dopo. Per lui l'unica forza abbastanza "forte" per colmare il vuoto era la chiesa: hanno fondi, uomini consenso! E soprattutto, se sei contro Berlusconi sei anti-berlusconiano, se sei contro una loro posizione sei "anti-vita" o qualche altro "anti" che ti addita come mostro!

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