martedì 26 febbraio 2013

QUALCOSA DI SINISTRA

Fassino nel 2009: "Se Grillo vuol far politica, fondi un partito,
si presenti alle elezioni, e vediamo quanti voti prende!
".
Quando si dice la lungimiranza....
La migliore metafora che ho sentito è di un mio amico calciofilo: Bersani si è comportato come quegli allenatori che a fine primo tempo vincono tre a zero e allora tolgono tutti gli attaccanti e danno ordine di buttare palla in tribuna e fare melina, poi sul tre a due mettono la punta di riserva ma col centrocampo lasciato agli avversari ciò allunga la squadra e peggiora le cose, cosicché se gli dice bene finisce tre a tre, sennò perdono. Ecco, al PD ieri è andata bene. Benissimo, visto che a un certo punto pareva certo che Berlusconi avesse la maggioranza relativa al senato e avesse messo la freccia per il sorpasso alla camera. In quel caso, la parola fine sul partito-Frankenstein sarebbe stata un esito obbligatorio, così è solo una delle strade che si aprono davanti al gruppo dirigente democratico: se cedono alla tentazione della grande coalizione, che quel demonio di Silvio ha già sventolato loro sotto gli occhi, tra sei mesi / un anno, quando si rivota, vengono entrambi spazzati via da un M5S che potrà puntare alla maggioranza assoluta. Ma un'altra strada c'è, anche se c'è da scommettere purtroppo che miopi come sono non la vedono: proporre a Grillo, non dico la Presidenza della Repubblica, un governo di scopo a durata prefissata, diciamo due anni, che attui quei 4 o 5 punti del programma del suo Movimento che sono o avrebbero dovuto essere anche nel programma del PD:
  • legge elettorale maggioritaria a due turni (è l'unica che ha i pregi del proporzionale assicurando la governabilità),
  • piano energia basato sulle rinnovabili la microproduzione e la distribuzione a network,
  • piano di piccole opere di risanamento e recupero del territorio (finanziato dalla rinuncia agli F35 alla TAV alla Expo 2015 e a tutte le altre grandi opere),
  • reddito di cittadinanza (finanziato dal venir meno di altri obsoleti ammortizzatori sociali),
  • sostituzione dell'IMU con una patrimoniale progressiva,
  • taglio vero dei costi della politica diretti (ad imitazione di quello autoimpostosi dai grillini) ed indiretti (accorpamento piccoli Comuni, Province solo sedi di Prefettura senza organi elettivi e bilanci),
  • legge sul conflitto d'interessi e legge sul riordino del sistema televisivo
  • ritiro da tutte le missioni cosiddette di pace ed utilizzo dei risparmi sulla Difesa per la scuola pubblica.
Insomma, un'offerta che Grillo non può rifiutare: ti attuo gran parte del tuo programma in cambio della rinuncia al referendum sull'Euro, che però sostituisco col farmi carico come Italia della leadership di tutta quella parte di Europa che ha interesse a chiedere un pesante cambio di rotta delle politiche monetarie dell'Unione e se non lo ottiene imporre un Euro2 svalutato del 30/50 per cento in parallelo all'Euro tedesco.
Questo spiraglio, questa scelta obbligata, è frutto di un risultato elettorale che posso vantarmi di essere stato tra i pochi a prevedere: sono mesi che vado scrivendo che il PD, a furia di dire che avrebbe governato con Monti  non solo se non avesse avuto una maggioranza sufficiente al Senato ma anche se l'avesse avuta, rischiava di non averla nemmeno con Monti. E sono anni che vado scrivendo che il PD è una scelta sbagliata a monte, frutto dell'idea che si vincano le elezioni cercando di rosicchiare voti al centro, infondata se non sei in un bipartitismo perfetto e voti a maggioritario uninominale puro. Oggi se ne accorge pure chi ha continuato a votarli ritenendo Grillo una pericolosa deriva antidemocratica, ieri eravamo in pochi a dire che se lasci le tematiche di sinistra incustodite sul marciapiede qualche passante che le raccoglie e le valorizza prima o poi arriva, e badate che Grillo non ha sfondato solo perché arginato da Berlusconi con le sue uscite sull'Imu e la Bce prestatrice di ultima istanza (due delle tematiche di sinistra di cui sopra). Per cui agli amici che ancora oggi dicono che votando Grillo abbiamo scippato la vittoria al PD, in attesa di un'analisi seria dei flussi elettorali (ma già da qui e da qui si può desumere che Grillo ha pescato da più parti, non bastasse la logica) rispondo che il primo partito alla camera è il M5S (con la prassi del vecchio proporzionale toccherebbe a Grillo il primo mandato esplorativo di governo, per dire...) e che semmai è il PD, rimettendo in gioco Berlusconi per avergli regalato il ruolo di ammazza-Monti, che ha prima perso una partita vinta e poi impedito il trionfo del Movimento. E ripeto, sono mesi che le dico, queste cose, non adesso a posteriori che sarebbe facile; anzi, quando ho iniziato ancora parlavo dall'interno del centrosinistra, sperando cambiasse rotta. Un po' come ha fatto Grillo stesso, che per anni, da quando presentò una proposta di legge di iniziativa popolare per la riforma elettorale rimasta colpevolmente ignorata per due legislature, da quando tentò di presentarsi alle primarie del PD venendo respinto brutalmente (da quelli che oggi pretendono di dargli lezioni di democrazia), tentò di portare le istanze del suo movimento nel centrosinistra prima di arrendersi e fondare un Movimento autonomo (portandolo da zero a primo partito in tre anni...).
Sentite cosa rispondeva Fassino ai tempi a chi gli chiedeva ragione dei consensi del comico genovese, sentite. E' questo il livello di intelligenza politica nel centrosinistra italiano, e questa clamorosa sconfitta è una meravigliosa occasione di rinnovamento generazionale profondo (profondo: Renzi compreso, se ne andasse con Monti appresso al suo giuslavorista di riferimento Ichino), specie ripeto specie perché in questa sconfitta c'è uno spiraglio. Giovani democratici, vi prego, costringete il vostro segretario e premier in pectore a imboccarlo, altrimenti anche a voi presto capiterà come a tanti altri adesso di percepire il voto al M5S come l'unica possibilità per chi pensi ancora sia necessario dire e fare qualcosa di sinistra.

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