Il titolo giusto di questo post me lo sono giocato mesi fa: l'anno che è venuto è stato il primo senza Lucio, che domani avrebbe compiuto settant'anni e infatti i suoi amici gli faranno una festa che peccato non esserci anche se la fanno in tivvù.
La vita di Dalla è stato un continuo sottrarsi alle irreggimentazioni, alle etichette di qualsiasi tipo, alla prigione che ciascuno si costruisce con le proprie stesse scelte per paura di contraddirsi o malintesa coerenza. Ma anche di questo ho già parlato, oggi è solo un saluto, un ricordo di quelli che il calendario ti induce a fare. Io il 4 marzo, per dire, mi sono pure laureato, qualcosa come ventisette anni fa.
In realtà, forse, cercavo un pretesto per un rimprovero affettuoso a tutti i compagni, e uso appositamente una parola desueta, diventata tale purtroppo proprio per colpa di chi ha creduto che i proletari non esistessero più e che se la sinistra voleva vincere le elezioni bisognava trasformare il partito fino a farlo diventare di destra, che in questi giorni sono accecati dall'odio per chi non potendone più ha smesso di seguire questi dirigenti politici sciagurati, avendo il coraggio di cambiare. Come Lucio quando lasciò i lustrini sanremesi per scrivere il trittico di capolavori con Roversi a costo di ritrovarsi con le pezze al culo: è da quella antitesi che nacque la sintesi della sua maturazione artistica che gli fruttò tra l'altro anche la ricchezza materiale. Amici, compagni, rilassatevi, che a sentire le parole di Bersani di questi giorni (non vedete come è cambiato? e se non vuole sparire deve cambiare ancora, dire cose di sinistra a costo di fare scappare dal PD gli ultimi due "moderati" che lo votano...) forse Grillo ha salvato la sinistra italiana, e con essa l'Italia e l'Europa. Dico forse, ma questo almeno significa che è meglio aspettare un po' prima di lanciarsi in giudizi di cui ci si potrebbe pentire. Dico forse, anche perché se non approfitta di questa sconfitta per cambiare, e tornare sinistra, la sinistra italiana poi non deve prendersela con gli altri.
E allora ci azzecca e come un saluto ecumenico del duo Dalla/Roversi, ritrovatisi anni dopo per scrivere tra l'altro questo capolavoro dal titolo tabù, tratto da un album dal titolo di estrema attualità, che quindi estendo al post.
domenica 3 marzo 2013
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