mercoledì 11 marzo 2015

TERMODINAMICA

Ah, ecco perchè è più facile togliere il dentifricio dal tubetto che rimettercelo!
Il tema è un mio vecchio pallino e il motore di ricerca lo dimostra. Ma crescere e poi iniziare a invecchiare, e poi avere qualcuno vicino che cresce a sua volta e inizia a fare domande e a trovare attorno a se risposte facili e rassicuranti, non può non farlo ritornare a rimbalzare in testa.
Il fatto è che più questa vita fa paura più le spiegazioni facili attecchiscono, e non si può lamentarsi dell'Isis dopo che, a parte il fatto che l'abbiamo creato e armato noi occidentali, abbiamo mantenuto per decenni e recentemente inasprito un atteggiamento neocoloniale che quando non decima impoverisce drammaticamente larghe fasce della popolazione.
Se si volesse una laicizzazione dell'Islam bisognerebbe agire in direzione esattamente opposta, per cui chi deduce da questo, oltre che dal fatto che abbiamo attaccato e eliminato proprio i regimi dove l'Islam era il più moderato e le condizioni delle popolazioni le meno peggiori (sentite Chavez, sentitelo...), che l'Impero e i suoi vassalli (cioè noi) persegue appositamente una politica che favorisce l'Islam estremista e realizza un conflitto permanente che minaccia di estendersi, non può poi essere accusato di complottismo visionario. Altrochè visioni, è tutto qui, sott'occhio a chi vuole vedere...
Forse davvero il nostro modello di sviluppo ha mostrato la corda, forse davvero in questi casi non ha altre soluzioni che non attraversare una bella guerra con l'azzeramento e il "chihaavutohaavuto..." che ne consegue.
E tutto questo, mi direte, che c'entra con la vita e la morte di ciascuno di noi, o semplicemente la pancetta sempre più difficile da smaltire, le tette da tener su, gesubambino eccetera?
Gli è che, Big Bang o meno, tutta l'esistenza nostra e dell'universo che conosciamo avviene all'interno di una fase in cui esso è in espansione, esattamente come un palloncino che si gonfia. Questo e nient'altro, è, la freccia del tempo. Ogni cosa tende naturalmente a un grado di disordine maggiore fino a tendenzialmente infinito, la calma piatta e gelida dello zero assoluto, della non-esistenza. E la vita, ogni vita, dell'Universo di un corpo celeste di un oggetto di qualunque aggregazione sociale di qualunque animale, non è che un tentativo di organizzare energia verso un qualche livello di ordine che regga per un po'. Un tentativo che costa sempre più energia di quanta eventualmente ne produce. Sempre. E sempre alla lunga destinato a fallire. Ci siamo dentro. Essere vivi significa esserci dentro: è inutile questionare. Ma alla breve o alla media distanza ci si può prendere qualche piccola soddisfazione: mantenersi il fisico atletico fino a sessant'anni e passa, arrivare a capire le Leggi dell'universo o qualunque altra cosa che ci circonda fosse anche solo la trama di un giallo, sposare il Principe azzurro, come garantire trent'anni di benessere ai sudditi, costruire una piramide, vincere un campionato. Il gioco è questo: una partita persa in partenza ma durante la quale ci si può anche divertire, per cui - e purchè - si abbandoni l'obiettivo di vincerla o anche solo il pensiero del finale, e ci si concentri sul piacere di ogni singola azione.
La vita, ogni vita eccetera, non è altro che un faticoso oneroso e perdente esperimento neg-entropico.

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