Si riferisce a quello di ottobre. Prendiamolo in parola... |
- Renzi: la demagogia non paga.
- Napoleone: sono da sempre a favore dell'autodeterminazione delle nazioni.
- Hitler: sono ebreo. Praticante.
- Hannibal Lecter: sono indeciso se passare da vegetariano a vegano.
- Barbablù: una donna non si tocca nemmeno con un fiore. E il primo amore è per sempre.
- Liz Taylor: sono d'accordo.
- Casanova: sono gay, e mi vergogno della tardività dell'outing.
- Maria De Filippi: i talent show sono la tomba della musica.
- Berlusconi: Mangano era solo il mio stalliere, lo giuro sulla testa dei miei figli.
Il referendum, come era facilmente prevedibile, non ha raggiunto il quorum, e possiamo anche dire (anche perché l'avevamo detto prima) meritatamente, vista da un lato la non immediata intellegibilità delle questioni in gioco e dall'altro l'inutilità sopravvenuta dell'istituto comunque ormai conclamata dalla vicenda dell'unico referendum recente che il quorum l'ha superato, con l'esito sfacciatamente disatteso da una classe politica senza vergogna. Ma la faccia di tolla del sedicente premier è davvero fuori scala, e sarebbe stato bello (e in mancanza, ce lo diciamo tra noi sul web) che qualcuno sul mainstream (gli) avesse fatto notare che i quindici milioni che gli sono andati contro stavolta sono un (bel) po' di più degli undici milioni che gli hanno votato a favore alle europee (comunque troppi, ma già molti di più di quelli che lo voterebbero oggi alle politiche, si informi) in nome dei quali ha preteso e inopinatamente ottenuto un incarico politico indebito (al punto da configurare alto tradimento per chi glielo ha conferito) e usato ben oltre ogni legittimità e opportunità addirittura per scardinare la Costituzione. E magari anche che i soldi che blatera si siano sprecati per questa consultazione si sarebbero risparmiati se la avesse accorpata alle imminenti amministrative (ma già, poi perdeva, e chi glielo spiegava ai suoi amici petrolieri?), quindi lo spreco è opera sua e solo sua (e per interesse suo e degli amichetti suoi).
In ogni caso a ottobre il quorum non c'è. L'ho già detto e lo ripeto: è l'occasione per mandarlo a casa, e magari far esplodere in mille pezzi (sperando che raccattando qualcuno di questi ci si possa fare ancora qualcosa) il partito a cui lui, dopo anni di derive causate da altri, ha dato il colpo di grazia della definitiva assegnazione al campo conservatore, e della peggiore specie (quella che fa finta di stare dall'altra parte). Ritengo dovere personale mio e di chiunque altro si consideri cittadino degno di una democrazia fermare questo progetto autoritario sconfiggendo Renzi al referendum confermativo delle cosiddette riforme costituzionali, e a costo di tediare i miei pochi lettori ci tornerò su ogni volta che viene di mano. Non solo: ritengo questo schieramento un discrimine per la stima personale, di qua chi fa come me o almeno mi da retta, di là chi ancora stupidamente crede alle favole sedicenti progressiste di questi sicari del capitale monetarista pagati per impoverirci tutti e azzerare tutti i diritti conquistati da generazioni di lotte, o peggio chi è conscio di ciò ma crede di far parte di un rivolo di quelli che sfuggiranno a questo destino. Quando la storia traccia un confine, tocca schierarsi, e (con buona pace di Pansa e gli altri innumerevoli revisionisti di Salò) con chi sbaglia a farlo nessuna indulgenza è ammissibile, mai.
A proposito di Salo (chiudo come ormai da tempo non facevo con un piccolo zibaldone di attualità, dopo aver aperto con uno di amenità, peraltro...), ho visto La macchinazione. Non è un capolavoro assoluto, ma rende finalmente idea della verità sulla morte di Pasolini (che non fosse stato solo Pelosi, l'aveva visto subito chiunque volesse vedere...), in modo credibile come peraltro il protagonista Massimo Ranieri, uno che è molto altro ma si era già segnalato con altre prove attoriali (Metello, La sciantosa, persino La patata bollente...). A rendere giustizia alle doti profetiche di PPP invece purtroppo per noi ci sta pensando la Storia (guardacaso, vedi alla voce Petrolio...).
A proposito di Pelosi, la cronaca ci spinge ad andare a spulciare quanto carcere si sia fatto, alla fine, per quel suo "omicidio volontario in concorso con ignoti": meno, perché così si usa eccetera eccetera, dei nove anni e rotti a cui è stato condannato. No, perché invece pare che se una si fa nove anni di carcere per un omicidio preterintenzionale, poi per avere osato sorridere e farsi una foto debba non solo perdere il beneficio della semilibertà ma anche meritare la gogna mediatica. Certo, chi è morto non può più pubblicare su Facebook (figurarsi girare film di denuncia), ma causare accidentalmente la morte di qualcuno in una lite, a prescindere dalla dinamica di dettaglio, è una cosa che consiglierei più che altro di tenersi lontana con gli scongiuri, visto quanto può capitare a chiunque... Con ciò, non volendo entrare nel merito dei sentimenti di nessuno, visto che pare non sia più la gravità del reato, fatemi capire qual'è secondo la vostra logica il discrimine: la nazionalità dell'uccisore? la sessualità dell'ucciso?
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Ieri sera ho visto in TV, come promesso e invitato a fare, il documentario sulla storia della Viola Reggio Calabria. Se mi avete dato retta, ora avete conto, per quanto la cosa possa valere, del perché e percome uno così fissato dalla politica in senso etimologico da perdere il sonno appresso a un blog possa nutrire anche una fissazione per una squadra di basket. Avete cioè capito che la Viola è tutto meno che solo una squadra di basket. E quella che avete visto era probabilmente una versione "tagliata" ad un'ora per la TV, altre cose si capiranno dalla versione completa che speriamo uscirà presto in home video, e sarà sempre una frazione di quelle che abbiamo visto in prima persona, io e quella manica di matti che ci siamo legati l'anima a questa vicenda di sport e riscatto sociale. Una volta o l'altra ve le racconto in dettaglio, è una minaccia....
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