Ma chi beddha faccia i rriggitana! |
Francesca Musolino è figlia di un mio vecchio amico, quindi questo non è esattamente un post obiettivo. Ma la sua storia è quella di tanti altri suoi coetanei: una laurea che all'estero ha un mercato che noi manco ci immaginiamo, e un progetto che passa per una delle iniziative social più alla moda, esatto il crowdfunding, scelto in questo caso - viste le cifre - più che per bisogno per volontà di autonomia e assieme socialità. Questo non ho avuto bisogno di chiederglielo, ma gli ho fatto altre domande.
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Chi sei e di che ti occupi, Francesca?
Ho 24 anni e sono una studentessa della magistrale in filosofia a Trento. Sono molto appassionata di comunicazione web e digital marketing, campi in cui cerco di tenermi continuamente informata sulle ultime novità e strategie, attraverso articoli di settore e corsi specifici. Ciò mi ha portata sia a lavorare come social media manager, sia ad avviare una startup, con altri quattro ragazzi: una piattaforma web di intrattenimento, roba tipo serie TV per intenderci.Qual'è il tuo progetto, e come è nato?
Frequentando un corso all'università di Trento, ho saputo di un progetto italiano che ogni anno porta degli studenti selezionati in Silicon Valley, per creare un ponte culturale e imprenditoriale. Si chiama Silicon Valley Study Tour, mi sono iscritta al loro forum e, dopo una discussione sul tema dei big data e del loro ruolo nelle elezioni americane, mi hanno presa! Quindi quest'estate, dal 20 al 26 agosto andrò a visitare le più grandi aziende al mondo di innovazione tecnologica: Cisco, Dropbox, Logitech, Google, Facebook, e tante altre. Anche le università di Stanford e Berkeley. Sono davvero contenta di questa opportunità e non vedo l'ora di partire: partecipare al tour non solo mi consentirà di esplorare le grandi aziende e incontrare di persona chi ci lavora, ma anche di trovare nuovi stimoli per continuare a lavorare alla mia startup e lanciarla nel modo migliore.Perché hai pensato al crowdfunding, e come funziona?
Semplicemente, ho pensato che sarebbe stato molto bello condividere questa mia avventura coi miei amici italiani; per questo il mio progetto si chiama Francigogo, e ho creato un profilo Instagram e un blog apposta per raccontare ciò che mi accade e accadrà prima, durante e dopo il viaggio in California. Coi finanziamenti mi pagherei le spese del viaggio aereo. La colletta, chiamiamola col suo nome italiano, parte il 17 maggio su Indiegogo, uno dei più grandi siti al mondo, che ne fa di qualsiasi tipo e dimensione. La mia è piccola, ed è "reward-based", cioè ad ognuna delle cifre che si possono donare sulla piattaforma (NdR: è questa, e ovviamente si paga tramite paypal o carta di credito) corrisponde un piccolo "premio" di ringraziamento, chiamato "perk", che va dalla vecchia cartolina di carta che spedirò personalmente al donatore dalla Silicon Valley, all'offerta di consulenza personalizzata per la sua azienda al mio ritorno, passando per girare per l'America con addosso la maglietta col suo marchio. L'obiettivo è di raccogliere 1300€, ma il mio progetto può essere finanziato anche più del 100%.Ma cosa ci fa una "filosofa" nel mondo dell'alta innovazione tecnologica?
Ve lo spiegherò sul mio blog. Intanto il viaggio in sé, non essendo mai stata né negli Stati Uniti né in aziende di quelle dimensioni, sarà tutto una scoperta dopo l'altra, e metterà alla prova le mie capacità in strade non convenzionali o già tracciate. Ma soprattutto voglio dare il mio contributo proprio a far si che in Italia finalmente si superi lo stereotipo della poca concretezza che marchia tutti noi studenti di materie umanistiche.---
Non le ho chiesto se parte per tornare o per invece magari cogliere una qualche occasione per restare lì, a realizzarsi. Non lo voglio sapere e forse al momento non lo sa neanche lei, anche se magari crede di saperlo. Di certo Trento è una delle pochissime realtà italiane che ancora offrono speranze di futuro ai suoi ragazzi, per cui lei potrà probabilmente scegliere. Se fosse cresciuta in Calabria non sarebbe stato così.
Due considerazioni finali sul crowdfunding in sé. E' una buona idea dare alla vecchia colletta una strutturazione che le toglie le connotazioni negative e assieme consente a ciascuno di partecipare liberamente secondo le sue possibilità o anche di non partecipare senza sentirsi in colpa, come quando ti doveva rifiutare l'aiuto che gli chiedevi a voce perché magari proprio non ce li aveva. Si sta diffondendo tanto, il che significa che alla lunga tutti ci andremo a pari. Più o meno come se nessuno desse mai niente a nessuno. Ma con una ricaduta positiva sulla felicità di ciascuno e complessiva della società. Proprio come quando con gli amici a Reggio nessuno mai badava a chi metteva la miscela o a cosa aveva mangiato in pizzeria prima di pagare il conto, e il mondo era migliore...
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