sabato 6 marzo 2021

RADIO CIXD 36 - PERCHÈ SANREMO È SANREMO

Questa è la settimana del festivalone e vista la reclusione serale è difficile evitare di curiosarci. Nel mondo di prima, spesso preferivo cose in quello di oggi impossibili come una serata al cinema, una cover band dal vivo, una pizza con gli amici o andare a ballare salsa, ma ogni tanto un po' di tempo, magari non tanto, davanti al festivalone ci stava sempre: se è vero, infatti, che il festival di Sanremo e la Musica come espressione artistica sono da sempre due universi ben distinti, è anche vero che questi due insiemi ricorrentemente hanno avuto uno spicchio di sovrapposizione, e dargli un'occhiata nella speranza che ricapiti (magari quasi sempre disillusa) non è una decisione incomprensibile.

Piuttosto, ad essere incomprensibili sono gli attacchi a cui è stata sottoposta l'organizzazione per la decisione di svolgere la manifestazione col pubblico, ben distanziato, come già si è visto per altri spettacoli televisivi. Lo sono sia quando provenienti dagli ultrà covidioti della segregazione, quei deficienti che cominciano a urlare all'untore non appena vedono dei ragazzi a un tavolino godersi secondo loro troppo vicini il consentito aperitivo a pranzo senza mascherina, ma questo era nelle attese, sia (ma molto meno comprensibili) quando provenienti da persone giustamente critiche contro gli assurdi liberticidi economicidi e controproducenti provvedimenti anticovid, che lamentandosi dell'eccezione concessa hanno indotto Amadeus e soci a rinunciare al pubblico: così, il festival è stato un esempio di "virtù" covidiota da additare, mentre lasciandogli ospitare il pubblico poteva essere un argomento per sbloccare la situazione altrove.

Altra questione mal posta è, secondo me, quella dei compensi. Che peraltro si ripete sempre uguale ad ogni manifestazione di questo rilievo, e sempre infondata: o sei coerentemente e rigidamente comunista, o se ammetti che certe cose le decida il mercato devi accettare che tra queste ci siano i cachet ai personaggi dello spettacolo. Quest'anno, in più, c'è la situazione contingente del mondo della musica e dell'arte in genere, annichilito dalle assurde chiusure: se la pandemia dura dieci anni, e c'è già chi preannuncia l'ondata di ottobre prossimo, ci rinunciamo per sempre, o troviamo un modo di conviverci come si doveva fare dall'inizio? Cazzi amari per tutti, ma chi aveva un minimo di notorietà da spendere, è da biasimare se in questi mesi ha tentato di ruspare qualcosa in ospitate televisive? Abbiamo visto persino Vasco da Roberto Bolle, non ci scandalizziamo per Avincola a Sanremo. Anche perché Rossi a suo tempo al festival ci andò e ci tornò eccome, sempre buscandole, e magari senza averlo fatto avrebbe avuto maggiori difficoltà a raggiungere la notorietà. 

Premiamo per riavere la musica dal vivo e le sale da ballo aperte, allora, e nel frattempo guardiamoci ogni tanto uno scampolo di festival sperando di essere testimoni di una delle, magari occasionali ma in 70 anni in totale tantissime, esibizioni memorabili. Ve ne elenco alcune, se li trovo coi link, senza alcuna pretesa di esaustività e oggettività, anzi vi faccio proprio la mia personalissima top 30, rigorosamente in countdown come da prassi:

  • 30. volevo risparmiarvela per troppa notorietà, ma parlando di musica popolare di qualità non si può non citare l'esplosione di Modugno nel 1958 con Nel blu dipinto di blu, perché propedeutica a tutto quello che è venuto dopo - la metto in coda solo perché è l'unica che viola il criterio della testimonianza personale;
  • 29. anzi no, anche questa l'ho vista solo dopo: 1968, Louis Armstrong, Mi va di cantare, non avendo capito (forse per via del cachet) che doveva fare un solo pezzo, Satchmo fu letteralmente cacciato via dal palco da Pippo Baudo mentre tentava di proseguire il concerto;
  • 28. questa me la ricordo: 1969, Lucio Battisti, Un'avventura, piazzato - Seppi dopo che la cantava in coppia con Wilson Pickett (che non era alla sua prima sanremata: l'anno prima aveva battezzato Fausto Leali), quello di The midnight our, un vero mito - e a proposito di miti, scopro che lo stesso anno penultimo in coppia con Gabriella Ferri fu un certo Stevie Wonder...;
  • 27. 1990, in coppia con Toto Cutugno per Gli amori, secondo, c'è un certo Ray Charles, che ne offre una splendida quanto irriconoscibile versione;
  • 26. 1992, Statuto, Abbiamo vinto il Festival di Sanremo, piazzato tra i giovani (ma segnalo anche gli Aeroplani italiani con Zitti zitti, eliminato subito): anche lo ska ha il suo momento sanremese;
  • 25. 1980, Benigni conduttore (quando era Benigni...), Decibel, Contessa, finalista, con il giovane Ruggeri alla voce e occhiali di plastica, perché lui è "stato punk prima di te";
  • 24. 1984, Gruppo italiano, direttamente da Mister Fantasy, Anni ruggenti, piazzato - penultimo Ruggeri con Nuovo swing;
  • 23. 1986 (anno del clarinetto di Arbore secondo dietro Ramazzotti), nelle retrovie troviamo Ruggeri con Rien ne va plus, Rossana Casale con Brividi, e soprattutto Zucchero ancora Fornaciari con Canzone triste, tutta roba di alta qualità anche in relazione al repertorio successivo degli stessi interpreti;
  • 22. del resto l'anno prima, 1985, Zucchero con la Randy Jackson band cantò Donne, e arrivò penultimo;
  • 21. finalmente nel 2001 Zucchero vince primo e secondo posto con Luce cantata da Elisa e Di sole di azzurro da Giorgia, ma io segnalo soprattutto i Quintorigo di John de Leo con Bentivoglio Angelina, assolutamente fuori contesto e di altra categoria;
  • 20. a proposito di fuori contesto, ma in altri sensi: 1994, Giorgio FalettiSignor Tenente, secondo (minchia!);
  • 19. 2012, Chiara Civello, Al posto del mondo, eliminata subito: evidentemente, troppo sofisticata per un festival che si stava rilanciando premiando a raffica prodotti dei (nefasti) talent, anche della "concorrenza";
  • 18. 1972, Delirium, Jesahel, ben piazzato: voce e flauto Ivano Fossati, crew nutritissima vestita casual (ancora non si chiamava così, e a Sanremo non si usava, non si osava), colpì tanto il me bambino che me li ricordo ancora, mentre il me adulto avrebbe amato sia Fossati che il progressive anche quando presero due strade diverse;
  • 17. 1988: l'anno che vinse Ranieri con Perdere l'amore, c'erano Fiorella Mannoia con Le notti di maggio, ancora di Fossati, e Tullio de Piscopo con Andamento lento;
  • 16. 2017, Francesco Gabbani, vincente con Occidentali's Karma, ha sia il merito diretto di aver imposto un brano non convenzionale e ricco di citazioni colte, che quello indiretto di aver impedito che Fiorella Mannoia, molte volte piazzata male con canzoni bellissime, vincesse con una delle più brutte del suo repertorio;
  • 15. 1979, Franco Fanigliulo, A me mi piace vivere alla grande, ben piazzato: stralunato e dissacrante cantautore scomparso troppo presto, ho scoperto di ricordare questa sua canzone quando decenni dopo mi sono sorpreso a cantarla a memoria appresso ad Avincola che la coverizzava dal vivo;
  • 14. 2002, Daniele Silvestri, Salirò (ma anziché il live sanremese vi posto lo splendido videoclip originale, girato sotto le finestre dell'allora mio ufficio, peraltro), non il miglior pezzo del cantautore romano, ma di quel Sanremo fu il brano preferito di mia nonna Carmela, che lo chiamava 'Nchianerò in riggitano, e tanto basta;
  • 13. 1999, l'anno di Renato Dulbecco ad affiancare fabiofazio e la castà c'è Silvestri (dicevamo...) con Aria che ci porta nel braccio della morte, e tra i giovani ci sono Britti con Oggi sono io (ancora la sua canzone più bella, specie nella versione di Mina) e Gazzè con Una musica può fare;
  • 12. 1995, l'anno della consacrazione di Giorgia, c'è tra i giovani (dicevamo...) Daniele Silvestri con L'uomo col megafono, pezzo tra gli altri pregi anche piuttosto comunista;
  • 11. 2007, Simone Cristicchi, Ti regalerò una rosa, vincente: nonostante la tematica scomodissima, manicomio e suicidio;
  • 10, inizia la top ten. 1996, Ron e Tosca, Vorrei incontrarti tra cent'anni, vincono meritatamente (Tosca ha una voce sublime e doveva vincere l'anno scorso), ma tutti giustamente ricordano Elio e le storie tese secondi e premio Mia Martini con La terra dei cachi, e Carmen Consoli tra le nuove proposte con Amore di plastica;
  • 9. 2003, Sergio Cammariere, Tutto quello che un uomo, terzo: il cugino di Rino Gaetano, oltre ad aver scritto una delle più belle canzoni d'amore di tutti i tempi (infatti vi ho postato il video col testo), suona il piano talmente bene che gli ho sentito improvvisare in radio l'attacco di Firth of fifth dei Genesis, come se niente fosse, mentre ormai lo stesso Banks da anni lo salta, in concerto, per non sbagliarlo;
  • 8. 1978: seconda Anna Oxa giovanissima vestita da maschio con una meravigliosa canzone di Fossati (Un'emozione da poco), terzo Rino Gaetano con Gianna;
  • 7. 1971, Nada, Il cuore è uno zingaro, vincente in coppia con l'autore Nicola Di Bari: la Malanima (allora giovanissima, ma si era già ben piazzata due anni prima, praticamente una bambina, con Ma che freddo fa) sarà una delle artiste più cazzute dei cinquanta anni successivi;
  • 6. 1971, Lucio Dalla, 4/3/43, terzo: Lucio erano anni che ci provava (l'anno di Tenco tacciato di essersi suicidato per via dell'esclusione dalla finale, cantava Bisogna saper perdere...), questa canzone nel testo di Paola Pallottino si chiamava Gesù bambino ma la censura impose il cambio di titolo e il colpo di genio fu metterci la data di nascita del cantante - la cover sincera dei Negramaro è forse il momento più alto di Sanremo 2021;
  • 5. 1989, l'edizione peggio presentata è una di quelle con più cose da ricordare: a parte Mia Martini con Almeno tu nell'universo (solo nona, ma premio della critica, quel premio che oggi si chiama Mia Martini), c'erano Raf con Cosa resterà degli anni 80, Jannacci con Se me lo dicevi prima, Paola Turci con Bambini e i Ladri di biciclette col brano omonimo, e persino in gara Renato Carosone;
  • 4. 1981, Alice, Per Elisa, vincente: forse il più netto trionfo della qualità in tutta la storia del Festival, questo brano scritto per la bellissima e bravissima Carla Bissi dall'allora suo partner Franco Battiato;
  • 3. ed eccoci al podio: 1991, Enzo Jannacci (in coppia con Ute Lemper), La fotografia, undicesimo, uno dei tanti brani misconosciuti del maestro, e uno dei più toccanti;
  • 2. 2000, Avion Travel, Sentimento, vincente inatteso ma meritato (anche secondo mia nonna), anche se sono da segnalare anche almeno altri due brani: In bianco e nero, piazzato con Carmen Consoli, e La tua ragazza sempre della premiata ditta Rossi-Curreri, secondo con Irene Grandi;
  • 1. peggio era andata a Rossi-Curreri nel 1997 con E dimmi che non vuoi morire cantata magnificamente da  Patty Pravo, ottava nonostante sia forse tra le canzoni italiane più belle di ogni tempo. Questo è il mio brano vincente nella classifica sanremese all-time, e so di non essere originale.

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