lunedì 28 giugno 2021

RADIO CIXD 42 - PATÈ D'ANIMO

Questo disco è di 30 anni fa e già questo un po' mi intristisce, perché a me sembra dell'altro ieri e questo può solo essere una ulteriore dimostrazione del fatto che sto invecchiando. Il CD lo noleggiai a seguito della estrema notorietà raggiunta dal singolo, lanciato dall'allora giovane attore Claudio Bisio e spinto dall'allora sua nascente carriera di presentatore televisivo "per noi ggiovani". Il pezzo è esilarante ancora oggi, ma oggi forse non sarebbe potuto uscire: il bacchettonismo imperante, mascherato da lotta al sessismo, glielo impedirebbe. Ma allora ancora si poteva ridere di certe parolacce coniugate esclusivamente al femminile, e quella generazione lo faceva, e di gusto, e specialmente le donne. Ricordo infatti un paio d'anni prima a Budrio, al primo concerto di Elio e le Storie Tese che ho visto, portato li "al buio" da un amico bolognese, che le battute inequivocabilmente sessiste di Cara ti amo, ad esempio, erano cantate in coro, anche anticipandole, principalmente dal pubblico femminile, denotante trabocchi di autoironia quindi intelligenza. E certo che ce n'era anche per noi maschietti, ma sono certo che gli elii non erano costretti a stare li col bilancino.

L'esempio è più che congruo, perché in tutto il disco di Bisio c'è lo zampino della band demenziale, e in particolare del tastierista Rocco Tanica, anche noto al pubblico televisivo come Vano Fossati, personaggio con cui prendeva in giro il grande Ivano, peraltro talmente divertito da essersi esibito in coppia col suo perculatore (a proposito di autoironia). Quindi stiamo parlando di Musicisti con la M maiuscola, capaci di suonare e di inventare di tutto, nel solco del loro primo ispiratore, l'irraggiungibile Frank Zappa. E quindi questo Patè d'animo, se non lo conoscete, preparatevi ad ascoltarlo come per qualcosa che vi farà ammazzare di risate, si, ma mentre vi solletica il velopendulo dell'intelligenza ("aspetta, era una battuta, o una citazione testuale o musicale, e io l'ho capita! ammazza quanto so colto e sagace!", vi direte ogni due e tre), e - anche se non è certo un capolavoro - vi suona come un disco vero, e di quelli buoni, non come vi aspettereste dall'instant record di un comico televisivo di fama (e come è in quasi tutti gli altri casi analoghi, siano dischi o libri).

Seguono, come al solito, le tracce da ascoltare mentre leggete i commenti. Eh si: vi voglio bene.

1. Sapore di pinne (Il figlio di Rapput)
Angela Finocchiaro, attrice allora emergente che aveva appena recitato nuda per Maurizio Nichetti, dialoga con Bisio in questa esilarante intro, che tra le altre cose cita e campiona Eduardo Vianello.
2. Alfonso 2000
Qui la parodia se siete dei veri cinofili la indovinate fin dal titolo. Sarei tentato di chiudere qui, ma siccome spero ancora che tra di voi ci siano dei ragazzi, non posso trattenermi dal consigliarvi la visione, prima o ennesima non importa, di 2001 odissea nello spazio.
3. Guglielma (che vita di melma)
Come spesso capita nell'universo degli EELST, si ride di battute che si facevano alle elementari negli anni 60, al massimo 70. Ma si ride, eccome...
4. La droga fa male
 Rosa Russo Jervolino era ministro dell'Interno e firmò una legge che fissava il concetto di "modica quantità" per distinguere il consumo di droghe leggere dallo spaccio, mentre un altro più noto ministro veniva beccato a rollare cannoni così a Malindi. E si, anche Teddy Reno era stato pizzicato, anni prima. Con queste brevi note storiche, la capite meglio. 
5. Paté d'animo (Introducing Rapput)
Monologo similrap che aiuta a comprendere il contesto di svolgimento del brano guida.
6. La boutique del formaggio
Intermezzo tipicamente eliano, satireggiante su certe pubblicità di supermercati lombardi dell'epoca accostandole con autoironia alla autopromozione del cantante stesso.
7. Rapput (Monte Athos Mix)
Il brano è stato il tormentone di quella estate, e non potrebbe essere quello di questa. Basta questo per capire in che abisso di stupidità siamo finiti, co sta storia del linguaggio di genere e del sessismo. Senza parlare del green pass che adesso ci vuole per andare in Grecia...
8. Think
Mentre Thyl White canta il celebre classico di Aretha Franklin, Bisio la traduce in simultanea, evidenziando peraltro perché molte canzoni è meglio che le cantiamo in inglese...
9. Stachêin Yourself
Breve intermezzo in milanese. Sembra non entrarci niente...
10. Essa, Gace; Eddie, Vertente
...come peraltro quest'altro intermezzo "eliano": i fan riconosceranno questo vezzo stilistico, molto diffuso negli album classici degli Elio e le Storie Tese.
11. Le donne di Tunisi
Altro classico eliano, le parodie. Qui si affronta Le donne di Modena di Baccini, con esito - inutile dirlo - molto divertente.
12. Viva la gente
Rileggere il commento al pezzo 10.
13. Germano, i sellini e sua madre
Elio si spende in prima persona per questa canzone strutturata quasi come un cortometraggio.
14. L'urlo
Il finale che però è un sottofinale.
15. Rapput (live at Zelig)
Il brano finale è una alternate version del singolo, eseguita dal vivo sul palco della nota trasmissione televisiva, quindi è quello che più probabilmente avete già sentito. Ma qui le parole si capiscono meglio.

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