sabato 16 ottobre 2021

15/10: L'INIZIO DELLA FINE - VERSETTI COVIDICI 105-107

Dal meritorio sito di Maurizio Blondet

Vi avevo già detto che secondo me oramai tentare di convincere qualcuno non serve a nulla: hanno ottenuto, grazie a un dispiegamento di mezzi di propaganda senza precedenti che dimostra ulteriormente la grandezza della posta in palio, un consenso che definire bulgaro oramai è un'offesa alla Bulgaria. Hanno vinto. Ma hanno voglia di stravincere e questo ha fregato più di qualche tiranno nella storia dell'umanità.

Nell'ultimo DPCM infatti, quello con le linee guida di attuazione del green pass negli uffici pubblici, l'ineffabile Brunetta non si è tenuto, iniettandolo di contenuti che dimostrano una volta in più la sua annosa posizione nei confronti di una intera categoria, che non a caso è stato ri-chiamato a governare. Ma facendo di tutta l'erba un fascio non ottiene altro che l'incazzatura o la demotivazione proprio dei tanti che invece sono anni, a volte decenni, che si danno da fare per sfatare quei luoghi comuni. Non so ancora se inquadrare il conseguente risveglio sindacale come autentico o come il solito gioco delle parti, ma in fondo non importa, è sempre meglio della muta accondiscendenza che ha caratterizzato i mesi scorsi.

In particolare, colpisce la cieca irrazionalità dell'azzeramento dall'oggi al domani dello smartworking emergenziale, prima che sia pronta (a questo punto, direi semmai lo sarà) la sua regolazione ordinaria per contratto, e prima del 31 dicembre prossimo quando formalmente finisce l'emergenza (ammesso che finisca, staremo a vedere). Anche qui, l'istituto, che personalmente mi ha sempre lasciato perplesso e sospettoso soprattutto per le implicazioni sulla struttura stessa del lavoro (intende dichiaratamente trasformarlo in una specie di cottimo e comporta l'azzeramento della indispensabile condivisione quotidiana dello spazio lavorativo coi colleghi con tutto quello che ne deriva in termini di formazione, crescita professionale, confronto e in definitiva risultati), poteva e può essere conservato integrandolo con la prestazione in sede, e peraltro dando così un senso all'ennesimo inglesismo ad minchiam con cui lo si è voluto qualificare in Italia (smart è intelligente, mentre gli anglofoni si limitano correttamente a chiamarlo home working). In questo anno e mezzo, credetemi (e se non mi credete chiedete in giro, avrete anche voi amici o parenti nel pubblico impiego, ancora...), con lo smartworking quelli che non facevano niente in ufficio hanno continuato a fare i fannulloni da casa, ma gli altri si sono fatti un mazzo tanto, lavorando alla fine ben oltre l'orario d'ufficio, spesso la sera e nel fine settimana. Spero tanto nella loro indignazione, adesso, magari ricasca anche su altri aspetti che fino ad ora non hanno saputo vedere, magari perché preoccupati dalla incessabile campagna di stampa tesa da quasi due anni a rappresentare il virus del raffreddore in una piaga biblica (e cominciano a circolare le prove di chi ha architettato il tutto...).

L'illogicità intrinseca degli ultimi provvedimenti, infatti, non sfugge stavolta proprio a nessuno. Seguiamola, è istruttivo:

  • se c'è ancora l'emergenza, e visto che è decretata fino a fino anno almeno ci dovrebbe essere, fare rientrare tutti in ufficio è pericolosissimo, a maggior ragione perché i soloni stessi della sanità hanno ammesso che i vaccinati possono ancora infettare ed essere infettati, e quindi il green pass è un pericolo, perché paradossalmente gli unici sicuri sarebbero (uso il condizionale perché non ho mai creduto all'attendibilità dei tamponi, ma loro si: è l'architrave della loro narrazione, ci fanno le zone a colori coi tamponi, quindi con loro l'argomento può essere utilizzato) i non vaccinati che per andare al lavoro si sottopongono a questa tortura ogni due giorni. Di tasca propria, per ora (già ai portuali glieli pagano, e alla CGIL qualcosa dall'aggressione subita - per quanto puzzi di fasullo, come dimostra uno che veniva considerato un padre culturale della sinistra - l'hanno imparata, se è vero che ora fanno battaglia per l'applicazione della legge che prevede che gli accertamenti dell'idoneità al lavoro siano a carico del datore, perché manco ai tempi di Cronin e Dickens i lavoratori pagavano per andare in fabbrica - e ora anche qualche politico comincia a dirlo). Quindi, se c'è ancora l'emergenza, altro che green pass, tamponi gratis per tutti ogni tre giorni (ma costano, ve lo dice anche il blogger desinistra, e la sanità pubblica dopo trent'anni di tagli ora bisogna proprio smantellarla), e prosecuzione ove possibile dello smartworking a garantire che gli spazi non siano affollati. Mi basterebbe che tutti i colleghi condividessero queste conclusioni, adesso, anche se il sogno proibito sarebbe che guardandosi in giro per i corridoi con la mascherina si rivolgessero contro chi li ha fatti vaccinare inutilmente, perché il virus intanto è mutato come sempre fanno i virus influenzali, e gli rompessero in faccia il giocattolo del "vaccino per sempre" che hanno messo in piedi. Ma non oso sperare tanto...
  • se invece l'emergenza è talmente finita che si può tutti tornare in ufficio, perché "è finita la ricreazione" dello smart working. allora perché accanirsi a dare la caccia agli ultimi reprobi, confezionando provvedimenti liberticidi allo scopo dichiarato, si proprio dichiarato al TG, di "stanarli"? Ammesso e non concesso che sia merito dei vaccini (potrebbe anche semplicemente essere che il virus influenzale di quest'anno è meno cattivo, secondo oscillazioni randomiche che si ripetono da sempre, ma non insisto: date pure un premio in denaro e un'onorificenza apposita a chi si è sottoposto volontariamente alla sperimentazione di un siero che non c'era tempo di fargli seguire i protocolli ordinari, e non rompete i cosiddetti agli altri), i numeri oramai da mesi sono al di sotto della media delle influenze "normali". Mollate l'osso, e se almeno siete stati abbastanza furbi da farvele dare godetevi le bustarelle di big pharma (in Australia li hanno pizzicati, chissà quando si sveglia la magistratura da noi...).

La risposta come al solito sta nelle pieghe, e bisogna andarla a scovare. Esistono delle norme sulla privacy, che in campo sanitario assumono particolare rilevanza, e questo lo può capire chiunque. Per questa ragione, il green pass, cartaceo o elettronico che sia, non contiene nessun dato sensibile: semplicemente, l'app che lo legge è in grado di dire se in quel momento è valido e puoi passare oppure no. Il fatto che i controlli all'ingresso potrebbero comunque creare un problema a chi si dovesse trovare respinto per un disguido, o perché aveva calcolato male le ore dall'ultimo tampone, coi colleghi "in regola" che lo guardano come un appestato mentre loro entrano e lui no, e già questo avrebbe dovuto far preferire dei controlli in backoffice e anonimi, che so chiamando tutti o un campione in una stanza apposita nell'arco della giornata lavorativa. Ma inutile pretendere tali livelli di sensibilità, il pubblico ludibrio essendo uno degli scopi nemmeno tanto nascosti (e anche tra i più apprezzati dal popolo dei vaccinati convinti di aver adempiuto a un dovere civico e che gli altri siano degli egoisti: non li sfiora nemmeno l'idea che ciascuno abbia diritto a seguire i propri percorsi mentali, e gli fa comodo etichettare come "no-vax", e ora pure come fascisti, quelli che semplicemente continuano a coltivare il sacro ruolo del dubbio, senza il quale la scienza non è scienza, dubitando di questi "vaccini") di questa vergognosa iniziativa. Ebbene, in una di queste pieghe si annuncia che proprio per ottemperare alle norme sulla privacy è in via di realizzazione il QRcode anche per gli esenti. Ma siccome per ora non c'è, gli stessi non è che possono semplicemente mostrare il certificato all'ingresso passando anonimamente come tutti gli altri, no: devono inviare via email al medico del datore di lavoro il loro certificato, avendo la facoltà di consentirgli di comunicare agli addetti al controllo il proprio nominativo. Di nuovo: di diritto non puoi obbligare nessuno a questa comunicazione, e allora la ottieni di fatto con un sotterfugio, perché l'alternativa all'assenso alla comunicazione è essere sottoposti alla rottura di palle di essere fermati ogni giorno all'ingresso, fino a che tutti non sappiano che tu hai delle patologie tali da avere avuto diritto all'esenzione (della serie: la privacy vale per tutti meno per quelli per cui avrebbe più senso), e che - orrore! - non sei vaccinato, meglio starti alla larga!

Ma il peggio non è ancora questo. Il peggio è che tutto ciò dimostra una volta di più, a chi ancora vuole ragionare, che l'obiettivo ultimo di tutta l'operazione pandemia non è affatto, non lo è mai stato, la salute pubblica. Se lo fosse stato, avrebbero consentito l'utilizzo in via sperimentale, come dopo hanno fatto con i cosiddetti vaccini, di tutte quelle decine di protocolli per la cura preventiva domiciliare e ospedaliera respinti perché "non sperimentati" nel corso dei mesi, e che dove sono stati carbonaramente applicati hanno salvato migliaia di vite. Se lo fosse, oggi facevano tamponi (e salivari, che sono ugualmente attendibili ma non valgono per il green pass perché non fanno soffrire abbastanza - oppure sierologici, che dovrebbero valere per sempre e non per sei mesi, come pure la guarigione: vaccinare uno con gli anticorpi a gogo di suo è potenzialmente un omicidio) gratis x tutti ogni 3 giorni e basta, né green pass né vaccini (surrettiziamente o meno) obbligatori. Il QRcode anche agli esenti è la prova regina: l'obiettivo è solo avere sudditi marchiati come bestie. Tutti. E se devi lavorare x vivere non hai scampo, vaccinato o no, tamponato o no, esente o no, passi solo se hai il marchio.

Quali saranno in futuro l'utilizzo del marchio e le sue modalità di apposizione, lo vedremo. Ma quasi nessuno avrà i mezzi culturali e la memoria storica sufficienti ad accorgersene. Quelli che oggi ancora lo stampano si diranno presto anche loro che sul telefonino è più comodo, tanto comunque te lo porti sempre appresso e sei geolocalizzato eppoi già usi la carta di credito il telepass eccetera, perché preoccuparsi di un'app in più? E vedrete che è solo questione di tempo che qualcuno troverà più figo, oltre che ancora più comodo, averlo impiantato sotto pelle, tanto alla fin fine è solo una specie di tatuaggio in più, che vuoi che sia con tutti quelli che mi sono fatto. E chi oggi ancora dice (magari deducendo che quanto in cronaca relativamente al prezzo dell'energia non sia casuale) "occhio che l'hanno chiamato green perché hanno intenzione di legarlo alla impronta ecologica", non è un complottista, è solo uno che sa ancora guardare lontano (e già qualcuno magari risponde: "perché, non è giusto e oramai indispensabile pensare all'ambiente? tanto la gente a persuaderla non si convince, tocca costringerla".), avanti e indietro nel tempo Ma stiamo parlando di soggetti mediamente anziani come il sottoscritto, che quindi presto andranno a diventare irrilevanti fino a sparire. Ma finché hanno fiato vi avvisano: siete ancora con le mascherine nonostante due dosi di vaccino, l'anno prossimo il green pass ce lo avrà solo chi ne ha fatte tre, poi solo chi farà regolarmente il vaccino antinfluenzale anno dopo anno magari con richiamo semestrale per le "varianti", e poi dal momento che lo strumento c'è potranno legarlo a tutto quello che cavolo gli pare. Chi ha figli piccoli, chi vuole metterli al mondo, lo deve sapere: ha dato il suo consenso a un mondo di schiavi, e quello sono o saranno.

E ora un paio di versetti covidici in cui mi sono imbattuto mentre mi documentavo, e o non sono riuscito a trovare un passo per linkarli, o comunque meritano rilievo maggiore.

105. COVID, i 30 aspetti assolutamente da conoscere. E' questo il caso di questo articolo del Guardian, tradotto da Comedonchisciotte. talmente pieno di grafici e dati da convincere il più ortodosso dei fedeli della Pandemia. Se mai lo dovesse leggere... e purtroppo non succederà.

106. Il lockdown per il capitalismo globale era necessario. Perché mentre combattiamo contro le ultime, trovate della dittatura sanitaria, non dobbiamo dimenticare l'assurdità delle prime. Che tra l'altro non è affatto detto che non tornino...

107. 10 segnali per riconoscere una dittatura. E ci sono proprio tutti, compreso il più vile: la reiterata negazione della stessa da parte di soggetti con la patente di democratici.

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