sabato 30 ottobre 2021

RADIOCIXD 47 - MATIA BAZAR E ANTONELLA RUGGIERO

Come vi avevo preannunciato, comincio ad esaurire la lista degli "album memorabili secondo me", cioè di quei dischi che reputo per intero degni di eternazione, e se voglio proseguire con questa rubrica devo arrendermi sempre di più a recensire delle mie compilation personali di artisti che magari un ellepì intero no, ma una buona serie di brani da ricordare ci sono, lungo tutta la carriera o magari solo lungo un tratto di essa.

Quest'ultimo è il caso dei Matia Bazar, un gruppo che a definirlo "pop" anziché dequalificare lui si riqualifica l'etichetta. Se poi restringiamo il campo dalla lunga e poliedrica attività a quella tutto sommato breve prima fase in cui la frontwoman era Antonella Ruggiero, ecco che possiamo parlare di pop sofisticato e colto, con echi che variano dal progressive rock all'elettronica, passando per le radici liguri e condendo il tutto con la dimensione angelica della straordinaria vocalità della cantante. Inavvicinabile in assoluto (e pertanto mai nemmeno lontanamente avvicinata dalle per quanto brave artiste che l'hanno seguita nel gruppo), sia appunto per la vocalità che per curiosità cultura voglia di esplorare, come si è visto nella sua poliedrica carriera solista, a cui attingo in fondo alla playlist cronologica che vi suggerisco. La lista è lunghetta perciò non embeddo i video come al solito, sennò la pagina diventa troppo lunga, tanto comunque al click i video si aprono in nuova finestra e li potete iniziare ad ascoltare leggendo il commento, magari capendo dallo stesso se è anche il caso di andare a vederli.

  1. Io Matia - Siamo all'archeologia, il video è raro e a lungo inedito. Io stesso non lo conoscevo, ma dimostra col botto non solo tutte le potenzialità dell'allora nuova formazione, ma anche come le sue radici peschino, come (a scavare bene) quelle peraltro di quasi tutta la musica italiana di qualità, nel rock progressivo dei primi anni 70.
  2. Stasera che sera - Di poco successiva è questa meraviglia, che tutti conoscete, che dimostra da 47 anni a che livello possono arrivare le canzonette - ve la posto in versione live perché vi si colgono meglio le doti della cantante.
  3. Per un'ora d'amore - Sempre del 75 è questo pezzo altrettanto noto e meritatamente imperituro, anche se sfrutta meno la vocalità di Antonella.
  4. Cavallo bianco - L'anno dopo ancora doveva uscire il primo album, ma questa hit era li a dimostrare che i nostri ancora flirtavano col progressive, e che avevano una cantante mai vista (io ricordo che da ragazzino ero ipnotizzato da questa esecuzione, e come carico da 11 vi ho ritrovato il video dell'epoca)
  5. Solo tu - Altrettanto nota e bella, sia pur di un genere opposto, è questa canzone del 77, di cui ho trovato un musicarello d'epoca girato credo a Genova.
  6. ...E dirsi ciao - La consacrazione arriva però l'anno appresso, con questa canzone tutto sommato meno indimenticabile di quelle fin qui ascoltate, che però riuscì a mettere dietro, nella memorabile edizione di Sanremo con Beppe Grillo, pezzi come Gianna di Rino Gaetano e chitarrina e Un'emozione da poco di Anna Oxa vestita da maschio. Il video è quello originale della premiazione. 
  7. Mister Mandarino - Dello stesso anno, già superiore è questa ballata dagli echi reggae (che allora si portavano parecchio, appresso a Loredana Bertè).
  8. C'è tutto un mondo intorno - A ricordarci delle vette cui può arrivare il pop, arriva l'anno dopo questo pezzo incredibile, che ai tempi passavo in radio spesso e volentieri. Ricordo che al primo ascolto pensai "non può salire ancora!", e quando è salita ancora mi si sono stretti gli occhi e rizzato i peli. Voglio essere esagerato: pur infinitamente meno complessa, in qualcosa ricorda Bohemian Rapsody dei Queen.
  9. Fantasia - Intanto arrivano gli anni 80, i Matia cambiano formazione e virano decisamente sul pop elettronico. Questo pezzo del 1982 ne è una lampante dimostrazione, anche se ai tempi straniò molti fan storici, dimostra la voglia di ricerca musicale e addirittura suona ancora attuale.
  10. Il video sono io - Siamo nel 1983, ancora pop elettronico, stavolta condito dal virtuosismo vocale della Nostra: come dice lei IH-OH, nessuna mai e mai più.
  11. Elettroshock - Stesso anno, stesso genere ma ancora più spinto. Il video è quello originale di Mr. Fantasy, che per chi ha una certa età è garanzia di qualità.
  12. Vacanze romane - Sempre dallo stesso album, Tango, questo celeberrimo brano, che ai tempi fu uno dei rari punti di contatto tra i gusti musicali miei e quelli di mio padre, vinse a Sanremo il premio della critica. Il video è quello originale del festivalone.
  13. Aristocratica - Anche questo brano del 1984 è molto bello: sentite come cambia aria e struttura a un certo punto, sorprendendovi (se non lo conoscete già).
  14. Ti sento - Dello stesso anno è quella che se devo dirne una è la mia canzone preferita, e sicuramente quella di maggior successo a livello mondiale, venduta in tutto il mondo anche grazie alla sua versione in inglese, e alla sua struttura dance. Il link è alla versione studio perché vi si nota benissimo quando lei sale ancora, dove sembrerebbe non si potesse. Anche se ai tempi ci riusciva perfettamente anche dal vivo...
  15. Souvenir - Qui siamo a Sanremo 1985, e anche questo brano vinse meritatamente il premio della critica. Chanson d'amour...
  16. Noi - Sono anni in cui trovato il solco del successo lo si segue, anche magari a scapito dell'originalità e della ricerca musicale. Con episodi ancora di elevata qualità, come questo del 1987.
  17. Dieci piccoli indiani - La ripetitività si nota soprattutto nella base ritmica, che poi è quella dominante nel decennio. Questo brano però ammicca a un riferimento letterario di livello...
  18. La prima stella della sera - Siamo nel 1988, è l'ultima partecipazione a Sanremo dei Matia e Antonella assieme: quest'ultima lascia il gruppo l'anno appresso, in cerca di nuove strade di espressione, esempio non unico (citofonare Battisti) ma raro nel panorama musicale italiano.
  19. La danza - Per farlo arriva fino in India (ok, con illustri predecessori, specie negli anni 60 e 70), e si sente in questo brano, il primo del primo album solista. Che è del 1996: sette anni dopo sette.
  20. In the name of love - Dallo stesso album, Libera, che vale un ascolto completo, vi segnalo anche questo brano, dove Antonella ci ricorda di non aver deposto i suoi virtuosismi.
  21. Il canto dell'amore - E si, vi segnalo anche questa, che al di là degli arrangiamenti ha una struttura più simile a quelle coi Matia.
  22. Amore lontanissimo - E la distanza si azzera anche per quanto riguarda i risultati, se pensiamo che questa meraviglia arrivò seconda a Sanremo 1998 (dietro la Minetti: uno dei tanti verdetti assurdi del festivalone).
  23. Controvento - Siamo nel 1999. e qui si torna al pop elettronico, anche se molto sofisticato.
  24. Echi d'infinito - Nel 2005 a Sanremo è terza assoluta, e vincitrice della inedita categoria "donne" con questo bel brano di Mario Venuti.

La carriera solista della Ruggiero continua ancora, anche se la voce giocoforza non è più quella di una volta, almeno per estensione. Solo che non è semplice segnalare brani singoli, dato che spazia dall'elettronica all'orchestrale classica, dal fado al tango, da Genova a Broadway, dal sacro alla morte. E dato che ho volutamente escluso le tantissime cover (e autocover dei brani coi Matia), per imbarazzo della scelta: quasi sempre, la versione di Antonella è meglio dell'originale.

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