domenica 12 febbraio 2023

MA SIAMO MATT(E)I?

Dopo un po' di tempo, torna a contribuire a questo blog Pasbas, che anche stavolta si contraddistingue per la documentazione old style, si potrebbe dire, dunque nettamente alternativa a quella dominante al tempo del web e decisamente più profonda. L'argomento è solo apparentemente storico; invece, come avrà modo di constatare chiunque si prenda il disturbo di leggere il pezzullo con attenzione, è di estrema attualità, e già dal titolo scelto dall'autore lo si evince.

Leggendolo però mi è venuto in mente un altro titolo, che ho dato al post lasciandoli così entrambi: le cose che aveva in mente Enrico Mattei, e aveva iniziato ad attuare, semplicemente non potevano essere accettate dai padroni del mondo senza reagire. Col passare dei decenni la cosa è diventata chiara a chiunque si sia approcciato allo studio della realtà socioeconomica senza paraocchi ideologici, ai tempi invece la videro bene solo in pochi, tra cui Pier Paolo Pasolini, che ci scrisse un libro (Petrolio - ne abbiamo parlato qui) da cui aveva fatto un film, il furto del cui "master" (le pellicole di tutto il girato, da montare: niente copie, erano altri tempi) fu il cavallo di Troia che lo attirò tra i suoi carnefici (altro che le storielle piccanti raccontate per decenni..).

Pasquale oggi ci racconta (giustamente, e forse non a caso, in "presente storico") la prima metà della storia, per farci capire da dove veniva Enrico Mattei e cosa stava facendo. Attendiamo con fiducia la seconda parte.

...

Mattei, pace e bollette - parte I

di Pasbas

Pubblicazione dell'ENI, corredata da
foto inedite. Non in commercio.
Strano titolo e connessione ancor più singolare, si potrebbe dire, eppure la connessione c'è eccome. Il nostro eroe (povero il popolo che di eroi ha bisogno) nasce ad Acqualagna nel 1906, di famiglia umile che emigra presto a Matelica; irrequieto, curioso e intraprendente, lascia la famiglia per cercare fortuna a Milano. Venditore di macchine industriali e poi imprenditore del settore chimico, si confronta presto con la penuria di combustibili derivati dal petrolio e di energia elettrica, indispensabili per l'industria (come non ricordare i militari nel deserto a guardia di barili semivuoti!...). La gran parte delle famiglie delle zone rurali del sud non conosce l'elettricità, il paese allo sbando e l'accesso alle fonti energetiche praticamente impossibile cominciano a divenire un tarlo che gli lavora dentro.

Inizia la sciagurata esperienza militare del fascismo, le poche riserve energetiche si assottigliano sempre più, il disastro in Ucraina e Bielorussia dei nostri poveri soldati, le sanguinose (di cui poco si parla) campagne di Grecia, Albania, Jugoslavia e poi il tracollo e la resa, i nazisti occupano un paese con le forze armate e il popolo allo sbando, e Mattei? Mattei sceglie di ridurre la produzione per non favorire nazi e RSI, mantiene tutto il personale (evitando che le maestranze siano coscritte dalla RSI) simulando una produzione inesistente, e poi decide di entrare nella Resistenza.

Diviene capo e organizzatore di circa 30 mila partigiani cattolici (sfilerà il 25 Aprile a Milano in prima fila con i dirigenti del CNL). Poco prima si crea, quasi per caso, la più grande opportunità per la sua vita (che poi sarà la causa della sua prematura morte): la Commissione Economica del CNL Alta Italia lo nomina Commissario per l'Agip, azienda ormai stracotta. Lui e Zanmatti (ex Commissario) ci danno dentro da matti: si riparte con le trivellazioni in pianura Padana alla ricerca del gas, nonostante l'opposizione governativa che ritiene il tutto uno spreco di denaro per il nord ancora non liberato. Il dopo Liberazione non vede grossi cambiamenti: il governo sempre più deciso a chiudere i rubinetti, Mattei sempre più caparbiamente convinto delle sue idee; ma alla fine la spunta lui. Inizia così un periodo di 18 anni di incredibile e frenetica attività dal nord all'estremo sud e soprattutto un attivismo internazionale verso i paesi produttori di petrolio che sembra scompaginare i piani di dominio delle multinazionali USA e Britanniche…

Il suo “sconsiderato” attivismo e la passione per la sua patria lo portano sempre più spesso fuori d’Italia, tutto questo per stringere alleanze con i paesi produttori di gas e petrolio, scavalcando così il monopolio delle Sette Sorelle. Tutto inizia nel 1956, quando Mattei incontra Nasser per stringere un accordo di sfruttamento coordinato dei giacimenti di El Belaym, sul Sinai. Poco dopo viene siglato uno storico accordo tra Agip Mineraria e il governo iraniano, secondo il quale Agip e NIOC (società petrolifera iraniana) costituiscono una società paritetica con un rivoluzionario, per l’epoca, contratto di sfruttamento: nelle aree individuate dall’accordo i proventi delle estrazioni vengono ripartiti con un 50% allo stato iraniano ed il restante 50% diviso tra le due componenti la nuova società. In parole povere il 75% dei proventi spetta all’Iran ed il restante 25% all'Agip. Viene così completamente rovesciato lo schema dominante, 25% al paese produttore il restante 75% alle multinazionali petrolifere.

Il petrolio è una risorsa politica [...] si tratta ora di porla al servizio di una buona politica [...] priva di reminiscenze imperialistiche e colonialistiche [...] volta al mantenimento della pace [...]”: questa visione “terzomondista” lo porta nel continente americano a trattare sulla stessa base con Messico, Brasile e Argentina, facendo così nascere speranze nuove all’interno dei paesi in via di sviluppo possessori dell’oro nero. Il governo venezuelano vede nell’accordo con l’Iran l’apertura di una nuova fase nei rapporti internazionali. Il ministro dell’economia dell'Iraq ritiene che l’accordo italo-iraniano apra una fase nuova nelle concessioni petrolifere in Medio Oriente: il governo iracheno ha il pieno diritto di rivedere i contratti di sfruttamento dei giacimenti in una chiave di maggiore convenienza. Il ministro ritiene inoltre che le nuove concessioni potranno in futuro seguire la falsariga dell’accordo tra Italia e Iran (lo dice al Times nel 1957). Il giornale di Beirut Commerce du Levante ritiene questa una vera “rivoluzione”, e prevede che anche Germania e Giappone presto entreranno nel gioco dei nuovi parametri di sfruttamento dei giacimenti. Nasser e Mattei si accordano su una suddivisione degli utili tra Egitto e Italia del 74% e 26% rispettivi. Rispetto alla politica imperialista del 25/75 questa nuova modalità sta per rivoluzionare i rapporti internazionali relativi all’energia e non solo.

La linea politica di Mattei poggia su tre pilastri fondamentali:

  1. acquisizione di licenze dai paesi avanzati, per attività estrattive e produttive;
  2. collaborazione su basi paritetiche con i paesi produttori;
  3. rapporti commerciali aperti verso i paesi del blocco socialista e quelli dell’estremo oriente, Cina in primis.

La sua impostazione da “venditore imbattibile” lo porta a girare il mondo in lungo e in largo sempre lasciando un’impressione di pacatezza, decisione e forza fuori dal comune. Non mancava mai, nei suoi incontri con governanti e industriali, di proporre i servizi e i prodotti delle aziende del gruppo: AGIP, PIGNONE, ANIC, SNAMPROGETTI, SAIPEM.

Ecco cosa dicono di lui importanti personaggi del panorama politico internazionale, alcuni degli uomini più potenti e influenti dell’epoca:

  • Luis Herrera Campins (presidente del Venezuela): “Credo che tutti i paesi produttori di petrolio ricordino con stima e ammirazione l’opera e l’azione portata avanti da Enrico Mattei”.
  • Rafael Caldera (presidente del Venezuela): “La figura di Mattei [...] un po’ fantastica per il suo coraggio, la sua azione nel campo del petrolio così pesantemente condizionato dai grandi poteri internazionali”.
  • Aziz Sidki (ex ministro dell’Industria dell’Egitto): “In una occasione, quando avevamo bisogno di aiuti a causa delle sanzioni economiche imposte all’Egitto dai paesi occidentali, il signor Mattei ci fornì il necessario fabbisogno di petrolio. [...] Mi disse che pensava che c’era qualcuno che voleva ucciderlo. Scherzando aggiunse 'forse mi faranno esplodere l’aeroplano'”.
  • Abdelaziz Lazram (ministro dell’Economia della Tunisia): “La Tunisia aveva incontrato enormi difficoltà con le compagnie petrolifere allora presenti (anni ‘60). [...] La formula di cooperazione proposta da Mattei è diventata in seguito la formula praticata nel mondo intero”.
  • Otto Schedl (ministro dell'Economia della Baviera): “...si preoccupava [...] di [...] un posto di lavoro umano, della creazione di servizi sociali, della costruzione di abitazioni per i dipendenti [...] di luoghi di vacanza al mare ed in montagna per le loro famiglie”. Schedl trattò con Mattei la costruzione dell’oleodotto e della raffineria in Baviera. Aggiunge inoltre: “La modestia, l’altruismo e la semplicità erano le più pronunciate qualità umane di Mattei”. 

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