martedì 21 febbraio 2023

CHE FUTURO DI MME..

Notoria opera d'arte contemporanea, peraltro carissima...
Il Grande Fratello (o se preferite il Grande Vecchio) non esiste, ma sicuramente esistono dei centri di potere sempre più concentrato a livello mondiale e sempre più elitario che si comportano in modo che può venir comodo usare questa figura come espediente retorico per meglio interpretare quei comportamenti.

Volendolo fare, la conclusione cui si arriva ben presto è solo una: il GF/GV ha in serbo per noi un futuro gramo, molto lontano dalle aspettative fiorite in occidente nei primi decenni seguenti la seconda guerra mondiale, che oggi si scopre fossero solo concessioni temporanee per evitare che i popoli dei Paesi capitalisti decidessero, democraticamente o meno, di passare con l'altro sistema, che nel decennio prima della guerra aveva dimostrato di essere potenzialmente molto meglio o se preferite molto meno peggio.

Questo futuro angosciante non è in discussione, possiamo solo prenderne atto, potendo solo scegliere che ruolo attribuire a chi lo sta progettando e attuando, conscio del fatto che il modello di sviluppo capitalista postula risorse infinite laddove il nostro Pianeta ha invece risorse finite, nel continuum tra "governanti illuminati che cercano in ogni modo, compresi quelli surrettizi perché siamo degli egoisti zucconi, di indurci a dismettere quel modello" e "autocrati totalitari che cercano in ogni modo di restringere l'élite di chi continuerà a beneficiare di quel modello proprio escludendone tutti gli altri, e di restare a farne parte". Di noi vittime di questo piano, illuminato o diabolico che sia, la maggior parte non è in grado di comprendere la teoria dei sistemi e quindi nemmeno la constatazione alla base del ragionamento precedente, e di quelli che invece sono in grado di farlo la maggior parte non è in grado di comprenderne l'impatto sul proprio quotidiano né tantomeno la logica conclusione che andrebbe invece tratta: che allora va dismesso il sistema capitalista e adottata una forma moderna di comunismo, che preveda una suddivisione equa dei sacrifici ed escluda l'esistenza di una classe sovranazionale di privilegiati che ne è esentata.

Per aumentare la quota dei "consapevoli", sia direttamente che tramite il buon vecchio passaparola, fornisco dunque ai lettori un elenco parziale di "segni" che dimostrano l'esistenza del "piano del GF/GV" e del "furto di futuro" che stringi stringi ne è la peggiore estrinsecazione (altrimenti non parleremmo ancora oggi dei "favolosi anni 50 o 60", tempi in cui oggettivamente si aveva un tenore di vita di molto inferiore all'attuale, ma speranze migliaia di volte migliori), e delineano cosa attende chi per età o per tigna intenda vivere nei decenni a venire:

  • A come Automobile - La libertà di movimento (sotto attacco) di ogni privato cittadino, come tutte le libertà, è fatta sia di un enunciato teorico che di una distribuzione della ricchezza che la renda fattualmente applicabile. Fanno poco più di cent'anni da quando Henry Ford adottando la catena di montaggio inventò con la Ford T la motorizzazione di massa a quando una normativa europea demolisce di fatto un intero enorme settore industriale lasciando sul terreno milioni di disoccupati per far si che a comprarsi la macchina (elettrica, ma poi è vero che sia davvero ecologica?) tornino ad essere solo i ricchi. E gli altri, quei milioni di cittadini cui resta indispensabile, faranno come a Cuba... (e magari è persino una buona idea...): si terranno aggiustandole per decenni le macchine a combustione, specie nell'immensa periferia italiana (cioè dovunque tranne che nei centri e semicentri delle grandi città, gli unici posti dove è immaginabile impedire il transito e sopperire coi mezzi pubblici).
  • C come Casa - Nella mitteleuropa ci sono abituati, a non avere le case di proprietà e a sopperire con un mercato degli affitti di conseguenza molto più elastico del nostro. Per cui ce l'hanno giurata, ripetutamente e dichiaratamente: volete stare nell'Europa? dovete fare come noi! Poi pian piano sono passati alle vie di fatto. La penultima mossa è la normativa europea che toglie d'autorità dal mercato tutte le case non certificate "ecologiche", cioè in Italia quasi tutte o per meglio dire tutte tranne quelle che uno che non è ricco di famiglia si può permettere: se hai una casa così o hai i soldi per riqualificarla o te la tieni, e pazienza se è quella in cui vivi (ti basta non cambiare città) o aspetti il prossimo terremoto perché crolli e ti tolga il pensiero. L'ultima è tutta italiana, o meglio di quel governo che alcuni ingenui avevano pensato avesse intenzione di fare la voce grossa in Europa (errore già fatto coi cinquestelle, oggi ero sicuro che Giorgia andasse a Bruxelles solo a prendere ordini, come Gigi): anziché pretendere (come Conte avrebbe dovuto fare per la sanità tre anni fa) che per la riqualificazione abitativa si possa spendere a deficit tutto quello che serve (tanto rientra, perché le entrate fiscali aumentano con la crescita) migliorando le normative che stavano rilanciando il settore, le affossano, inoltre lasciando nelle peste quelli beccati in mezzo al guado. Chapeau! Leggete il combinato disposto delle due mosse, e vedrete quanto sia lampante l'intenzione europea di cui a inizio capoverso: anche qui, ci salviamo (forse) solo se usciamo dalla UE, o se si autodistrugge.
  • C come Clima - Che le previsioni del tempo siano in qualche modo attendibili a 24 ore o poco più, al massimo vagamente indicative a una settimana o due, ed equivalenti all'oroscopo per periodi superiori al mese, se ne può accorgere chiunque, volendo (ma chi crede all'oroscopo, cioè a una costruzione basata su qualcosa che non esiste come le costellazioni, può benissimo credere al tizio che gli dice che la prossima estate sarà calda o piovosa). Si tratta infatti di fenomeni con tante variabili in gioco da non avere un andamento prevedibile per nessun calcolatore esistente, passato (il tizio ve lo diceva anche quando a casa non avevate nemmeno il commodore64 e lui aveva un computer grande come una stanza con meno capacità di calcolo del vostro telefonino di oggi) o futuro. Eppure, c'è tutta una narrazione, di paradigma religioso, pervasiva sin dalle scuole (poveri figli nostri, ancora), che attribuisce con certezza all'impatto umano dei cambiamenti climatici di ordine di grandezza tale da potersi affermare con certezza siano sempre avvenuti anche quando l'impatto umano era una frazione minuscola dell'attuale: si ha contezza storica di oscillazioni climatiche di pochi gradi, in grado di modificare il clima e quindi il territorio in un senso o nell'altro per decenni o secoli, in tutta la storia documentata dell'umanità. Se c'è una sola evidente differenza, oggi, è nella sua consistenza numerica totale, per cui l'unica deduzione coerente di chi pretende la riduzione dell'impronta umana sul clima sarebbe sposare il malthusianesimo e propugnare lo sterminio globale di massa. Che, per chi conosce il paradosso delle ninfee, se anche fosse tarato per lasciare vivi solo un miliardo di umani, non farebbe che al massimo spostare di qualche decennio avanti il problema. L'altra strada, ve la faccio dire (da un articolo pieno di cose giuste, anche sugli altri punti di questo post) da Franco Cardini: "In realtà, la maggior parte dei climatologi è concorde nell’affermare che i mutamenti climatici siano dovuti solo in minima parte all’inquinamento prodotto dall’uomo, mentre per il 95% sarebbero riconducibili direttamente alle fasi dell’attività solare. Basterebbe, dunque, spendere somme infinitamente più modeste per gli interventi di bonifica e di messa in sicurezza dei territori, senza bisogno di mettere in crisi gli equilibri energetici del mondo intero e, con essi, la qualità di vita degli abitanti dell’intero pianeta." Ma gli interventi di bonifica e messa in sicurezza dei territori, da effettuare in deficit (autoripagantesi, mi ripeto) e peraltro promessi dai cinquestelle prima di andare al governo, non si possono fare perché non ammessi dai parametri europei..
  • G come Guerra - La lettura del messaggio di Zelensky a Sanremo, riassumibile nel verso "bisogna vincere e vinceremo" dell'inno fascista, non è originale: prima di ogni guerra la propaganda interna agisce in modo pervasivo per convincere la popolazione ad accollarsi tutti i disagi che le deriveranno dall'intraprenderla in nome dei Superiori Valori che albergano in noi e non nel Nemico. Il risultato è che quasi nessuno più coglie le differenze o le analogie dove ci sono. Per cui possiamo festeggiare i 15 anni dall'indipendenza del Kosovo (e il prossimo possibile riconoscimento da parte della Serbia, mai avvenuto fin qui), ottenuta ai tempi grazie ai nostri bombardamenti su Belgrado, senza rilevare che è esattamente quello che ha fatto Putin per il Donbass eccetera: senza il sostegno occidentale sarebbe finito tutto un mese dopo con l'Ucraina che mollava l'osso, esattamente come la Serbia allora, e viceversa se la Serbia allora fosse stata sostenuta dalla Russia come noi oggi sosteniamo l'Ucraina, il Kosovo se lo sarebbe tenuto o almeno avrebbe resistito per anni. La cosa più paradossale, e assieme triste, è che l'unica cosa giusta sull'argomento, sul mainstream, l'abbiamo potuta sentire solo da Berlusconi: la guerra in Ucraina non l'ha iniziata Putin nel 2022, ma l'occidente nel 2014 (e pensata prima).  D'altronde, se a dire quello che si deve dire della globalizzazione deve essere Tremonti...
  • M come Moneta - Uso la carta di credito diffusamente da anni, ma quando sento parlare di abolizione del contante mi squilla l'amigdala, che dicono stia nel cervello ma io me la sento vicino al buco del culo. Se ascoltate le menzogne che vi racconta il mainstream economico io sono un sociopatico, uno che tifa per gli evasori, un passatista. Ma invece è che ho studiato economia prima che il monetarismo la occupasse scacciando tutte le altre teorie, e so cos'è davvero la moneta. Gli umani l'hanno inventata per non doversi portare appresso i beni da scambiare, per cui ce ne deve essere esattamente quanta ne serve per gli scambi da fare: non di più, altrimenti perde valore, ma non di meno, altrimenti gli umani sono costretti a fare meno scambi di quanti volevano, a volte molti meno, cosicché a un certo punto o riescono a inventarsi un'altra moneta (tipo le cessioni del credito per le ristrutturazioni edilizie: chi non ha ancora capito si legga qui Galloni) o soccombono. L'Eurozona ha negli anni dimostrato di essere nient'altro che uno strumento di impoverimento, in mano a soggetti il cui reale obiettivo è progressivamente azzerare tutte le conquiste economiche e sociali che erano state concesse ai suoi cittadini come risarcimento postbellico. A tutti coloro che credono ancora alle favole dei mass media, chiedo solo di immaginare cosa succederebbe, il giorno che tutta la moneta fosse elettronica, se andasse qualcosa di storto in un server, incidente o manovra intenzionale che sia, come qualche giorno fa è successo con la posta di Libero e Virgilio. Gli italiani in maggioranza infatti diffidano da sempre dell'Euro, o per meglio dire del trasferimento della sovranità monetaria italiana a un ente privato straniero non controllabile democraticamente, e per tre o quattro volte hanno votato per chi aveva promesso di combatterlo, da Berlusconi alla Meloni passando per il Movimento 5 Stelle e la Lega, ogni volta venendo traditi dagli eletti. Quelli che lo hanno fatto, almeno, possono guardare negli occhi senza vergogna i propri figli.
  • S come Sanità - Decenni di chiusure di ospedali e presidi sanitari in tutto il territorio, con in mente il passaggio al modello ammericano: si cura solo chi ha i soldi o l'assicurazione. Solo così è potuto accadere che il denominatore fosse adatto, al sopraggiungere di una influenza fuori scala a far crescere il numeratore, a sciorinare percentuali tali da giustificare una gestione criminale dell'emergenza, con l'habeas corpus stritolato tra chiusure di interi settori con fallimenti a catena e somministrazioni più o meno surrettiziamente obbligatorie di trattamenti sperimentali appositamente spacciati per vaccini, peraltro inutili dannosi e costosi. Oggi da un lato finalmente c'è chi chiede conto a chi probabilmente ci ha lucrato e c'è chi chiede di riaprire questo o quell'ospedale, ma dall'altro resta in piedi il progetto di cui sopra, per cui alla prossima "pandemia" possono riprendere il massacro da dove l'avevano lasciato.

L'altro giorno (mentre già avevo iniziato a confezionare questo pezzo) in una chat di classe, tipicamente frequentata da ormai sessantenni che si relazionano tra loro come quando erano adolescenti, e anzi proprio in questo trovante la propria ragione di essere, da un post divertente e nostalgico sui panini ignoranti che ci faceva una bottegaia dei tempi che furono è venuta fuori una discussione istruttiva di taglio filosofico, anche se non certo originale. Ci si divideva, infatti, tra chi ostentava il distacco sufficiente ad evidenziare che fin dall'antichità gli anziani rimpiangevano i bei tempi e stigmatizzavano i "giovani d'oggi", e chi però precisava che ciò, per quanto vero, non toglieva che oggettivamente i nostri panini, come la nostra musica, erano migliori. Ovviamente, non c'è una soluzione sempre valida, a parte la notazione arguta di chi rilevava che i vecchietti stavano svolgendo quella discussione sui loro smartphone e non ai tavoli dell'osteria. Tuttavia, si può affermare che il troppo relativismo può fare in potenza altrettanti danni della sua assenza totale. Per cui si: è vero che i ragazzi di oggi avranno nostalgia delle cose che c'erano quando erano giovani loro, esattamente come oggi noi. Ma è vero anche che questo non deve esimere da almeno tentare dei raffronti oggettivi, almeno per le cose essenziali. Altrimenti a chi toccasse di vivere da anziano l'avvento di una dittatura non spetterebbe il diritto/dovere di ricordare ai giovani quanto era meglio quando si era liberi (e infatti, come testimonia ad esempio Troisi nel suo Le vie del signore sono finite, nel Ventennio la prima accusa a chi non accettava l'avvento del Regime era di passatismo disfattista). E invece si, invece la freccia del tempo non va necessariamente verso il progresso, e a non denunciarlo si diventa complici nella costruzione di un futuro peggiore.

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