sabato 28 ottobre 2023

SENZA TUTELA

La vicenda del cosiddetto "mercato tutelato" dell'energia è emblematica dell'epoca che ci tocca vivere, dalla "fine della Storia" in poi. Avendo vinto la guerra fredda sul comunismo, il capitalismo è stato libero di realizzarsi in tutte le sue estrinsecazioni senza che gli Stati sedicenti democratici opponessero più tutti quei correttivi, indispensabili fino a che c'era il rischio che altrimenti il popolo votante portasse il socialismo al potere per via elettorale, che ne contemperavano gli eccessi.

Le ultime quattro righe sono sufficienti a spiegare gli ultimi trentaquattro anni di storia, sia nelle grandi linee sia nei dettagli, anche quelli che sembrano insignificanti. Già, perché c'è sempre qualcuno che davanti all'ennesima dimostrazione del fatto che non siamo più uno Stato democratico ed indipendente, che è perfettamente inutile votare tanto la politica economica, cioè quella che conta e da cui dipendono tutte le altre politiche, la decide una non ben definita oligarchia eletta da nessuno e fuori da ogni controllo politico e giuridico, fa spallucce e ti dice "ma di che ti lamenti?", mostrandoti il sempre ineffabilmente presente "lato positivo della cosa", e iscrivendoti d'ufficio ai complottisti. E il bello è che quel qualcuno, se non è tra i beneficiari diretti o indiretti del Nuovo Regime, ne è come te una vittima, solo inconsapevole: l'ennesima rana bollita e contenta.

Venendo alla cronaca, la decisione UE che gli Stati non devono più impicciarsi di garantire ai propri cittadini uno "scudo" alle oscillazioni del Dio Mercato, che talvolta possono avere effetti di portata tale da (restando irrilevanti per i pesci grossi) distruggere le famiglie, è annosa, direi fondativa. Ma in alcuni Paesi, come ad esempio il nostro, dove magari un popolo avvezzo storicamente a fronteggiare i soprusi dei potenti si ostina ad eleggere di volta in volta chi promette in qualche modo una qualche forma di resistenza, si nicchia, si rinvia, e così si rimanda il redde rationem. Ebbene, per luce e gas pare non si possa proprio più. Fino a qualche giorno fa pareva che il governo, memore del mandato preciso per cui si trovava ad essere tale, volesse varare l'ennesima proroga. Ma poi deve essere arrivata la solita telefonata da Bruxelles, Meloni è solo l'ultima di una lista lunghissima che partiva almeno da Andreatta e Prodi e arrivava a Di Maio, ed ecco lo stralcio, e quindi la conferma: fine del mercato tutelato del gas dal 10 gennaio e della luce dal 1° aprile 2024.

Il risultato economico della cosa sarà nelle tasche di tutti noi, soprattutto dei tantissimi italiani che fin qui avevano resistito alle sirene (anche pubblicitarie, come sempre fasulle) del "la concorrenza abbatte i prezzi" (ci fosse stato un solo settore dove in Italia la libera concorrenza non si sia trasformata in sotterranei accordi tra oligopolisti a tutto danno degli utenti...), ricavandone ad esempio risparmi cospicui ogni qual volta la speculazione faceva impennare i prezzi approfittando delle notizie di cronaca (ad esempio, di guerra) ben prima che ci fosse il naturale ripercuotersi degli aumenti delle materie prime, e viceversa tenendoli belli alti ben dopo il calo degli stessi costi, con la scusa delle scorte. Assisteremo ad aumenti medi di due cifre percentuali, anche al netto di eventi del genere. Con qualche fortunato e/o abile che riuscirà a ruspare qualcosa, a fronte di molti sciagurati e/o disgraziati che finiranno in rovina.

Il risultato politico, a meno di cambiamenti in extremis al momento molto improbabili, sarà che molti elettori di questa destra si sentiranno traditi e l'abbandoneranno, esattamente come avevamo fatto qualche anno fa coi cinquestelle, e altri prima con Berlusconi e il PD. Tutte cose che al Vero Potere fanno meno che il solletico, dal momento che le scelte politiche dei popoli appunto sono del tutto irrilevanti ormai a decidere dei loro destini, determinati invece altrove

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