sabato 23 dicembre 2023

TANTI AUGURI DA NONNA CARMELA

Questo post parla delle dinamiche della comunicazione via social. Tutti avrete sentito parlare di gente, magari senza talento, che diventa "virale" su youtube o qualunque altra piattaforma a livello tale che si arricchisce e ne fa un mestiere, ma quasi nessuno ha potuto sperimentare come davvero funzionano questi meccanismi. Io adesso posso offrirvi un piccolo esempio.

Come vi ho già raccontato all'inizio del fenomeno, nel 2011 ho scritto (in doppia lingua, italiano e riggitano) un libro con le ricette di mia nonna, morta nel 2003 a 95 anni (sic!), devolvendo l'intero guadagno per costruire una scuola in Guinea Conakry, e creando un gruppo Facebook per sostenere l'iniziativa, che ha raggiunto qualche decina di iscritti e si è fermato lì. Nel 2017, a libro fuori catalogo, ho pubblicato su questo blog le ricette una a una e postando i link nel gruppo Facebook suddetto, senza quasi nessun riscontro. Poi, inspiegabilmente, qualche mese fa ho cominciato a ricevere richieste di iscrizione al gruppo, prima qualcuna, poi decine, poi centinaia ogni giorno. Mi sono subito stupito e ve l'ho raccontato, ma quando l'ho fatto il gruppo aveva raggiunto 264 membri, e mi sembravano tanti. Ora guardate bene l'immagine a sinistra, cliccate che si espande. Sono oltre 11mila. Senza che io abbia mai fatto niente di niente a livello di promozione. E senza che io ci guadagni nemmeno un centesimo (volutamente, sia su FB che su questo blog, evito accuratamente ogni strumento che dia un seppur minimo rientro monetario).

Forse proprio anche grazie a questa mia inattività (mi sono limitato a ripostare qualche ricetta in evidenza, aderendo a numerose richieste di nuovi membri che, essendo le stesse sepolte indietro negli anni, non le trovavano), la curva da iperbolica che era divenuta si è ora attenuata, e quella delle richieste di iscrizione è divenuta decisamente parabolica: da centinaia di nuovi membri al giorno, a decine, a unità. Al punto che forse possiamo ricavarne un teorema: chiunque può avere subitaneo successo in questo mondo "virtuale", ma se non lo cavalca con sapienza e determinazione quello scema. Ma gli undicimila e rotti restano, qualcuno di loro ha cominciato a pubblicare le sue, di ricette, e va benissimo (sto invece bannando chi è entrato con scopi commerciali di qualsiasi natura, specie extraculinaria). Pertanto si meritano un saluto speciale.

Non sono certo originale nel dire che il Natale era un'altra cosa quando c'erano le famiglie allargate (e lo è ancora dove ancora ci sono). Per me bambino, il fischio d'inizio era quando nonno Luigi si presentava a casa (poi, nella casa più grande di zio Angelino) il 24 mattina con il lievito per fare i crispeddhi (pastella fritta che ha un nome diverso in tutta Italia, che da noi si mangiano a Natale e si fanno ripiene di alici o ricoperte di zucchero). La festa durava tre giorni, gli ultimi eroi si facevano anche il pranzo del 26, con una formazione variabile che aveva come membri fissi gli zii padroni di casa, noi bambini, e appunto i nonni, ma a rotazione ospitava alcune decine di persone. Ogni donna preparava qualcosa che sarebbe bastata per tutti, ragion per cui la quantità di cibarie a disposizione era impressionante. E tra di esse, non mancavano mai i carcioffuli chini, una prelibatezza di preparazione così difficile che non ho mai tentato di affrontare, su cui si svolgeva una piccola guerra a chi li faceva più buoni. E senza offesa per nessuno, vinceva sempre nonna Carmela.

Ecco, il Natale era quello, è quello. Per cui celebro il piccolo miracolo per cui una vecchina morta da vent'anni può raccogliere 11mila followers, per fare a ciascuno di loro, a ciascuno di voi che ha letto fin qui, tanti auguri da parte sua. Bon Natali, figghioli! E mbuccativi n'atra carcioffula, chi non mangiastuvu nenti!....

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