Siccome però siamo sotto feste, e magari qualcuno in questi giorni ha più tempo del solito, intendo salutare la fine del 2023 e l'inizio del nuovo anno, occasione come tutti sanno solo simbolica di un passaggio di consegne che nella realtà non esiste (esatto, come le costellazioni, nient'altro che proiezioni qui e ora di luce proveniente da oggetti enormemente distanti tra loro nello spazio e nel tempo), proprio con un piccolo zibaldone (come tutti gli adolescenti, adoravo Leopardi).
- Markus su Comedonchisciotte traduce da Protect the harvest un articolo molto istruttivo sull'ambientalismo peloso che ci assedia, che inoltre dimostra un assunto che io ad esempio istintivamente avevo fatto mio al liceo, quando per meglio farmi i cavoli miei in classe mi piazzai al primo banco davanti alla cattedra: non esiste modo migliore di nascondersi che sotto gli occhi di tutti. Per cui il manipolo di autocrati che tira le fila della politica mondiale in questi decenni si riunisce in associazioni alla luce del sole, tanto se poi qualcuno li addita come covi antidemocratici c'è già pronto il fuoco di fila del mainstream, e il suo introiettamento nella mente dei più, ad iscriverlo al club dei complottisti...
- Mattei su Marx21 ci ricorda tra l'altro che "l'economia è politica", che nel mondo ci sarebbero abbastanza risorse per sfamare tutti, e che l'austerità viene imposta per le ragioni opposte a quelle dichiarate. Considerare l'economia come una scienza esatta che pertanto sta al di sopra della politica ed è giusto venga sottratta al controllo democratico, invece, è esattamente la causa di tutti i nostri problemi da cinquanta anni per alcuni, e da trentacinque per tutti. Oltre che essere il fondamento logico di una costruzione antidemocratica come l'Unione Europea.
- A proposito, Bagnai sul suo blog è sempre un piacere leggerlo, e qui dimostra quanto sopra partendo dall'occorrenza della quasi contemporanea dipartita di Delors e Schauble, due "padri fondatori" dell'UE che storicamente vengono ascritti a due concezioni opposte della stessa, mentre invece non sono che due facce della stessa medaglia, o meglio sarebbe dire patacca. Quasi ci si scorda che con la Lega è al governo da anni, con vari incarichi di una certa importanza, e che né la partnership con gli antieuristi cinquestelle, né quella con gli antieuristi meloniani sono stati sufficienti ad una netta presa di distanza da Bruxelles. Anche se in questi giorni, con la mancata ratifica del nefasto MES, qualcosina si è fatto (è poco, e temo sarà tutto, ma quel che è giusto concedere è giusto).
- E a proposito di democrazia, Blondet riporta, nel silenzio del mainstream, le parole di Fukuyama, che per chi non se lo ricorda è quel filosofo neoconservatore che con la caduta del muro di Berlino e dell'impero sovietico teorizzò la "fine della Storia", con un'espressione che ebbe tanto successo da diventare modo di dire. Anche se poi si estrinsecò in tutt'altra direzione rispetto agli auspici, perché il mondo unipolare si rivelò ben peggiore di quello fondato sull'equilibrio delle superpotenze, anche proprio nel proliferare anzichenò di guerre e simili. Ragion per cui quando l'ineffabile oggi si azzarda a teorizzare la necessarietà della censura, qualche brividino lungo la schiena bisogna provarlo, e anche ascoltarlo.
- Vi lascio con Cammerinesi e le sue "cronache dalla Pandemenza", pezzone che unisce i trattini tra le tematiche succitate e anche altre e che vi invito a leggere tutto e con attenzione, unendomi al suo augurio di tenere, a dispetto di tutto quello che stanno facendo per mettercelo in "off", il cervello in modalità "on", unico rimedio possibile alla deriva verso cui ci hanno imboccato.
Buon 2024 a tutti dal vostro affezionatissimo vicino di casa (anche se non tiro le ragnatele).
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