Solo se si tiene presente quanto sopra, infatti, si può comprendere perché mai abbiano deciso di mandarci tutti a piedi (al massimo in monopattino) tranne i ricchi, e di prendere le case di proprietà a tutti tranne che ai ricchi. Senza farlo, vince l'incredulità ("non possono essere così cattivi, e perché mai dovrebbero esserlo?"), primo passo per l'accusa di "complottismo" a chi vede la verità e osa dire cosa vede, da una parte, e per l'adesione di massa alla narrazione necessaria all'accettazione del piano da parte delle vittime. Ecco, in questa rubrica faccio alcuni esempi concreti.
Il primo è l'auto elettrica. Finalmente qualche giorno fa una trasmissione mainstream ha ospitato l'altra campana, incrinando un fronte compatto e monocorde che ha rimpiazzato il coro pandemico. E ovviamente è stata subito bersagliata da un coro unanime come retrograda e complottista.
In realtà queste macchine, trattandosi di aggeggi cari ammazzati e a rilevante difficoltà d'uso, sono un mezzo flop nonostante l'enorme battage, perché la gente è manipolabile solo fino a un certo punto e quando c'è di mezzo pesantemente la tasca quel punto è bello e superato. Tuttavia, solo un ingenuo può credere che indurre gli automobilisti in possesso di un mezzo perfettamente funzionante divenuto obsoleto solo per via di normative sedicenti ecologiste a disfarsene (non a distruggerlo: il mezzo continuerà a girare per il pianeta finché funziona, magari in provincia o all'estero, quindi nessun vantaggio ambientale lordo per la Terra) in favore di altre 2 o 3 (molte sono SUV enormi, ingiustificatamente dal momento che in teoria il loro unico vantaggio è di non emettere gas di scarico quindi è davvero tale solo in città) tonnellate di metallo plastica e vetro tra cui alcuni quintali di batterie zeppe di metalli talmente rari che probabilmente finiranno prima del petrolio (estratti in modo ecologico? qualcuno ci crede?), a formare un fighissimo giocattolo nuovo che costa un occhio (alcuni, quanto una casa) e si ricarica comodamente solo se hai come farlo di notte sotto casa, sia un'operazione che costituisce un vantaggio ambientale netto per l'ambiente.
L'operazione, invece, è smaccatamente mirante a imporre un nuovo modello di mobilità, quello per cui a muoversi autonomamente saranno in pochi privilegiati. Se l'intenzione fosse davvero ambientalista, invece, tutto dovrebbe avere un segno diametralmente opposto: le città dovrebbero essere dotate, tutte, di mezzi pubblici sovrabbondanti e gratuiti, poi magari anche elettrici ma a sto punto non importerebbe, e ai privilegiati residenti dei centri storici più grandi dovrebbe essere vietato possedere un'automobile, al massimo un quadriciclo elettrico. In quelli piccoli, tutti a piedi (salvo esigenze di salute, s'intende). E chi si muove fuori dal centro dovrebbe essere incentivato, anzichenò, a tenersi la propria macchina a combustione interna (meglio se diesel: dura di più e rende di più) quanto più a lungo possibile, riparandola finché si può perché la scelta più ecologica è l'utilizzo di lungo termine, di qualsiasi oggetto.
Ma immaginiamo che esista uno schieramento politico che si faccia portavoce di questa corretta linea d'azione. E immaginiamo che gli italiani capiscano e lo votino in massa. Ebbene, neanche una solida maggioranza potrebbe far nulla in tal senso: per l'ineffabile Europa i servizi (ancora) pubblici vanno privatizzati e comunque nessuna spesa a deficit è possibile fuori dal tracciato imposto dal combinato disposto di trattati capestro di stabilità e piani di ripresa e resilienza, che in parole povere sta a significare che non decidiamo noi, decidono loro. E ora se volete potete rileggere l'inizio, si capisce meglio.
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