Il contatore dice che la media dei lettori di ciascun post è oramai nell'ordine delle decine, superato di recente solo dal primo report del pellegrinaggio di Ivano, ma sempre lontano dai picchi raggiungi oramai anni fa quando mi era scappato di indulgere ai commenti sulla cronaca nera, con quasi mille contatti. D'altronde, quali siano gli argomenti che "tirano" è cosa risaputa, e dimostrata ulteriormente dalla differenza di followers tra il gruppo FB di Controinformoperdiletto, dove linko tutti i post che pubblico qui a mo' di lancio (unica ragione per cui mantengo l'account sul social di Meta oramai al tramonto (almeno, a sentire cosa ne pensano gli adolescenti...), poche centinaia, e quello de Le ricette di nonna Carmela, che va verso i tredicimila.
La tendenza non è cambiata di molto durante la cosiddetta pandemia, che in queste pagine, come in poche altre, è stata trattata per quello che era davvero (una prova di totalitarismo raccapricciante, per farla breve), ed è già tanto - anzi probabilmente è proprio grazie agli scarsi contatti - che le potete ancora leggere liberamente. Della serie: il basso profilo, rasente all'irrilevanza, come veicolo di libertà. Va benissimo, e iniziamo allora la diciassettesima annata.
Anni addietro, la grafica era dedicata al tennista secondo me più grande di tutti i tempi (e sottolineo secondo me: come titoli complessivi è stato superato da uno più antipatico meno bello da vedere giocare ma forse più meritevole e sicuramente più da imitare per coraggio umano, e comunque ci sarà sempre chi preferisce diversamente da te), Roger Federer. Non potevo esimermi, ora che un italiano (ahem...) è arrivato al numero uno del mondo, di fare la stessa cosa per lui. Evitando di nominarlo, nonché di augurarmi che aggiunga proprio in questi giorni altri titoli importantissimi al suo palmares, per una questione, questa si tutta italiana, di scaramanzia.
Forza, roscio! E buon compleanno, Controinformoperdiletto!
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