Si parla ancora di Palestina, ora che Israele ha gettato l'ennesima maschera attaccando anche la Cisgiordania, e se già prima si poteva parlare di genocidio e "soluzione finale" figuriamoci ora. La tesi è che a guardare bene questa escalation sta danneggiando anche l'economia israeliana, e a chi osservasse che si tratta purtroppo di qualcosa di troppo solido e foraggiato da fuori per poter sperare che crolli Pasquale risponde che tanti regimi sono crollati nella Storia, "improvvisamente" solo per chi non aveva saputo leggere i segni.
A me viene in mente Atlantide, e la meravigliosa canzone di Battiato che ne racconta in due minuti o poco più la parabola, da cui estrapolo il titolo di questo post (e di cui vi mostro il video in fondo). Ma non posso esimermi dal ribadire che a me tutto questo sembra un wishful thinking, e uso l'espressione anglofona solo perché la sua traduzione italiana "pio desiderio" ha una sfumatura negativa di significato che non mi piace e non si addice agli argomenti di Pasquale.
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Riflessioni sulla economia di guerra sionista.
di Pasbas
- 350 mila riservisti non possono lavorare e le ditte sono in crisi.
- 100 mila lavoratori palestinesi non hanno più ingresso in Israele.
- 40 mila piccole attività hanno chiuso.
- I lavoratori dall'estero non arrivano più in massa a causa della guerra.
- La El Al continua a cancellare voli.
- 1 milione e più di israeliani col doppio passaporto sono tornati ai paesi d'origine.
- Il settore Hi-tech perde continuamente finanziatori anche israeliani.
- La Elbit, industria bellica multinazionale, ha perso gli investimenti della città di Bristol (sede di molte industrie belliche britanniche).
- Lo stato sociale si sta riducendo sensibilmente.
- Israele, stato razzista, lo è pure nei confronti dei suoi cittadini non benestanti. I non abbienti stanno subendo pesantemente la crisi. 250 mila coloni sono stati spostati e non lavorano da ottobre.
- La presunzione e l'arroganza stanno subendo colpi pesantissimi internamente e a livello internazionale.
P.S. Anche altri regimi coloniali sono improvvisamente collassati (anche chi aveva il potere dei diamanti). Io osservo e studio, secondo una analisi marxista (secondo le mie poche conoscenze), quella economia imperiale-capitalistica che è ora piena di dirompenti contraddizioni. La sua esistenza non è più così garantita.
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