Che volete farci, c'è gente che in spiaggia non legge affatto, nell'era degli smartphone direi che la quota veleggia ben oltre il novanta per cento, e gente che legge il libro di moda, preso dalla top10 della libreria al centro commerciale, e siamo al novantanove e passa. Poi c'è chi sotto l'ombrellone si porta questo volume di Porro, pieno zeppo di numeri e di grafici, consistendo in una raccolta di articoli di scienziati di riconosciuta e indiscussa fama mondiale che hanno il torto di non essere d'accordo, e di non esserlo per buone e documentate ragioni, con il verbo ambientalista imperante, e lo pagano con l'esclusione dal mainstream.
La sintassi è esattamente la stessa inaugurata con la cosiddetta pandemia. Potevi aver vinto un Nobel per come avevi lavorato sui virus, se osavi mettere in discussione la Verità rivelata e diffusa h24 dai megafoni del Potere retrocedevi immediatamente allo status di vecchio rincoglionito. Il Nobel almeno li aveva costretti a lasciarti esprimere, prima di sommergerti con la denigrazione (primo step di ogni totalitarismo), molti altri non hanno avuto questa possibilità. Ma ogni corretta analisi delle serie statistiche diceva che dalla distanza giusta non si trattava che di una increspatura di breve periodo delle serie storiche. Niente insomma che giustificasse le misure liberticide (mortalmente lesive delle libertà personali economiche ecc.) che sono state prese.
Allo stesso modo, ce lo siamo già detto e ridetto, non è che non esistano i problemi ambientali, sono magari diminuiti negli ultimi decenni ma ci sono ancora e non bisogna arrendersi, ma parliamo di lotta all'inquinamento, di ciclo dei rifiuti, e di tutta una serie di tematiche che hanno a che fare con il modello di sviluppo occidentale e di come esso sia semplicemente non esportabile a tutto il mondo (come con la globalizzazione invece si sta facendo). Ridurre la questione alla CO2, come si fa oramai anche en passant nelle chiacchiere da bar o da salottino televisivo, è da criminali irresponsabili. La tesi che esista un cambiamento climatico, che questo sia innescato dall'aumento di CO2, e che questo sia dovuto alle attività umane, da cui il corollario che esista un modo di agire sulle attività umane per ridurre la CO2 e quindi arrestare o far regredire il cambiamento climatico, infatti, non regge alla logica. Se anche voi la pensate così, leggetevi questo libro e avrete dei dati per corroborare la vostra percezione, se invece siete un "climatista" con ancora qualche dubbio (che, ricordiamolo, è l'unica cosa a distinguere un vero scienziato da uno "scientista" prezzolato che agisce per scopi nascosti, o da un sacerdote dell'inquisizione se vogliamo), leggetelo che vi aiuterà a scioglierli. I climatisti convinti li ho dati per persi da un po', e non saranno di certo arrivati fino a qui.
Ad esempio, c'è un grafico che mostra come il livello di CO2 nella storia del pianeta abbia avuto un andamento del tutto indipendente dall'azione antropica, che ha un qualche effetto negli ultimi due secoli, ma a livello di increspatura visto dalla scala giusta, e soprattutto del tutto indipendente dalle fasi di riscaldamento o raffreddamento climatico attraversate dal pianeta anche solo considerando l'era caratterizzata dalla presenza umana. Il che lascia facilmente dedurre che, anche ammesso che l'aumento ci sia e sia significativo, e non è così, le cause vanno cercate altrove, in cose al di fuori dal nostro controllo e ben più potenti delle nostre auto diesel: il sole, il campo magnetico, ad esempio. Ma se anche volessimo ammettere che le soluzioni proposte dai climatisti siano in grado davvero di ridurre la CO2, si scopre che il suo livello, lungi dall'essere alto, è invece pericolosamente basso, vicino alla soglia sotto la quale morirebbero di fame le piante, e appresso a esse tutte le altre specie viventi.
Da un'altra parte, le serie storiche dimostrano che non solo gli eventi estremi del clima non sono affatto aumentati, ma le loro vittime sono nettamente diminuite. Da ciò si deduce che anche volendo credere che esiste un certo cambiamento climatico (non ci sono più le mezze stagioni, signora mia), che è cosa diversa da quello che uno si può ricordare nell'arco della propria vita, gli eventi estremi si "combattono" empiricamente, attrezzandosi. L'umanità ha fatto così il suo percorso. Ora questi epigoni di Malthus vogliono farci smettere di farlo: e non per l'asserita mancanza di risorse, ma perché il loro compito è dirottare le risorse pubbliche e private da dove dovrebbero andare (messa in sicurezza del territorio, manutenzione e rifacimento degli acquedotti, rimboschimento, ristrutturazioni edilizie a fini ambientali ma anche antisismici a finanziamento pubblico, eccetera) a dove le vogliono loro (industrie energivore e fallimentari come le grandi centrali eoliche e solari, auto elettriche enormemente inquinanti e distruttive di interi ecosistemi, eccetera) perché conviene a loro.
Ora, lo so da me che Porro sta su Mediaset e dovrebbe essere il mio Nemico naturale. Ma come i nostri nonni partigiani, quando la guerra è a casa mia non chiedo da dove vengono i miei alleati. I suoi programmi TV continuerò a non vederli, come quelli di chiunque altro. Ma il suo libro me lo sono divorato e mi ha dato conforto. Anche se ho avuto l'impressione che attorno a me qualche bagnante mi guardasse storto, non so perché aveva letto il titolo o anche solo forse perché uno che legge oggi è una bestia rara e strana. Poi mi sono ricordato di quando mi sono portato in spiaggia, attendendo che non fossero più modaioli, Il nome della Rosa e Il pendolo di Foucault, e mi sono detto che ho fatto di peggio...
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