Allo stesso modo, essere stato fautore dell'istituto dei referendum popolari quando ancora non potevo nemmeno votare (posso produrre un video che mi vede impegnato nella campagna per la legalizzazione dell'aborto - che non significa "a favore dell'aborto" semmai il contrario, non bisogna mai dimenticarlo - sul pullman di una gita al liceo, volendo), e averlo appoggiato fino a quando i radicali stessi lo sputtanarono inflazionandolo, mi autorizza in qualche modo ad esprimere le mie perplessità su quelli in cronaca senza passare per antidemocratico o comunque contrario agli istituti di democrazia diretta.
Ora, in questi giorni è capitato a tutti noi che un amico o un conoscente ci passasse un link per la firma (elettronica, i tempi cambiano...) per il referendum abrogativo della legge istitutiva dell'autonomia differenziata. Magari, chi ce l'ha mandato conosce bene il nostro fervore meridionalista o comunque la nostra annosa avversione al razzismo più o meno dissimulato della Lega di Bossi e Miglio. E devo dire che viene d'istinto di seguire il link e firmare, superando l'avversione (sicuramente dovuta all'anzianitudine) dovuta all'ennesimo utilizzo dell'identità digitale che ci è richiesto.
Infatti, non è quello che mi ha fermato. Forse però è quello che facendomi perdere qualche minuto mi ha spinto a riflettere. Ad esempio, da buon dietrologo d'antan, chiedendomi: chi c'è dietro sto referendum? chi lo promuove, e perché? La risposta era semplice: il partito-bestemmia (mica pensavate che PD significasse partito democratico...). Ora, si può legittimamente ritenere, io più volte l'ho fatto su questo blog pubblicamente, che quando una battaglia è giusta è giusta anche se comporta compagni di percorso che non vorresti con te a merenda, sennò financo la Resistenza non ci sarebbe stata e il problema dell'Italia disunita sarebbe stato risolto dagli Alleati ab origine. Ma altrettanto legittimamente si può ritenere che quando una campagna referendaria è sponsorizzata dal principale partito dell'opposizione, la sua funzione strumentale antigovernativa, per carità legittima, sia preponderante rispetto alla funzione propria della battaglia referendaria stessa.
Come districarsi da questo dilemma, a parte come si diceva una volta "lasciare libertà di coscienza" ai singoli? In questo caso è piuttosto semplice, direi: basta ripassarsi a memoria cosa ha fatto il centrosinistra negli ultimi decenni per favorire la deriva "devoluzionaria" a base regionale. Cioè tanto. Abbastanza per garantirci che, una volta raccolte le firme, e una volta vinto il referendum e abrogata l'autonomia differenziata salviniana, e una volta fatto cadere il governo e rimpiazzato FdI a palazzo Chigi, approverà qualcosa che chiamerà in un altro modo, ma somiglierà terribilmente al federalismo sotto mentite spoglie che ci affanniamo ad arginare. Perché il regionalismo è nato proprio nell'alveo di pensiero della sinistra italiana, e tutti i suoi nefasti potenziamenti nei decenni sono stati attuati col beneplacito, quando non con la regia, della sinistra. Per cui quello che sorprende, semmai, è che gli eredi dei fascisti diano spago ai berlusconiani e ai leghisti 2.0, anziché - come dovrebbero - fare abolire le regioni e riorganizzare gli enti locali attorno alla figura del Prefetto. Magari salvando il livello comunale per le questioni di quel respiro, ma senza rinunciare al centralismo per quanto riguarda la sfera finanziaria.
Si, è l'esatto opposto di quanto è stato fatto negli ultimi 50 e rotti anni. In cui tutto questo delegare non ha fatto altro che far uscire di controllo la spesa pubblica e impedire persino un suo reale monitoraggio, oltre che incentivare la corruzione a ogni livello. Quindi non ho alcuna speranza che qualcuno inverta la tendenza. Non i nipotini dei fascisti al governo, ma nemmeno i nipotini dei comunisti che usano la leva referendaria per arrivare sia mai a rimpiazzarli. Questo vecchio comunista morirà (e dire che a occhio e croce ancora una decina o ventina d'anni potrei campare...) senza vedere lo Stato ripotenziarsi, da un lato a danno delle nefaste regioni, dall'altro a spese della ancora più nefasta Unione Europea. Qualunque cosa votiate al referendum.
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