domenica 19 gennaio 2025

GLI ALIENI E GLI SCENEGGIATORI SCARSI

Oggi ci addentriamo in un terreno mooolto spinoso. In cui è facile venire etichettati in un modo o nell'altro, e nemmeno per cattiveria, perché tutti hanno una vita spesso complicata e non è che uno ha sempre il tempo di stare li a ragionare e a distinguere: i luoghi comuni, i pregiudizi, devono il loro successo commerciale a un rapporto qualità/prezzo imbattibile. Costano nulla e ci si ottiene quasi sempre gli stessi risultati che faticando ad argomentare, laddove quel quasi vuol dire che ogni tanto ci si prendono cantonate terribili, ma abbastanza raramente da giustificare il rischio, mentre in tutti gli altri casi ti hanno lasciato il tempo e le energie di farti i sacrosanti cacchi tuoi, e qualche volta persino salvato la vita.

Per capirci meglio, parliamo non di Storia, ma di storie. Scriverle, inventarle, per raccontarle o scriverle in un libro o farne un film non importa, è arte che ha origine probabilmente assieme all'umanità stessa, e come le altre arti si distribuisce tra gli individui un po' a caso, poi sta a loro esercitarla perfezionarla o sprecarla. Da sempre. Ma man mano che l'umanità si è dotata di mezzi di comunicazione sempre più efficienti e a buon mercato, nel continuum scrittura-alfabeto-stampa-telecomunicazioni che culmina nell'era di Internet e degli smartphone, quell'arte è diventata sempre di più un mestiere, con regole e meccanismi che possono essere appresi e studiati anche da chi di suo di genio naturale non ne ha avuto. Per farla breve, più il mercato chiede storie più serve gente che le scrive più ovviamente tra questa gente ci sarà gente che in un'altra epoca avrebbe fatto un altro mestiere. Con un po' di allenamento, si riconoscono. Se se ne ha voglia, se no chissenefrega, non è mica obbligatorio essere fruitori consapevoli di storie o ascoltatori attenti di musica. Basta prendere in prestito dalla matematica il concetto di "grado di libertà". Un bravo inventore di storie è uno che decide a priori quanti gradi di libertà gli servono per raccontare la sua storia, fa un patto con il suo pubblico, e poi lo rispetta. Puoi decidere di raccontare di supereroi, ma non puoi inventarti un nuovo superpotere ogni volta che non sai come risolvere una situazione in cui hai cacciato i tuoi personaggi, insomma.

Il meccanismo vale anche per la Storia, però: raccontare di Storia, come dimostra il successo di Barbero Angela o Giacobbo, non è un arte molto diversa da quella di raccontare le storie, ha solo molti meno gradi di libertà, perché le cose incontrovertibilmente accadute non le puoi cambiare, a meno che l'etichetta di incontrovertibilità non gli sia stata appiccicata di prescia e/o strumentalmente (e capita spessissimo) e allora devi essere ancora più bravo a non finire impantanato in una versione ufficiale destinata a essere superata. Infatti la dinastia degli Angela ha il suo limite nella fanatica ortodossia di fondo, che ci fa supporre che come padre e figlio in epoca contemporanea sono i sacerdoti della Vera Scienza nei secoli scorsi lo sarebbero stati della Vera Fede, con lo stesso identico cipiglio. All'estremo opposto, sciorinare e poi lasciare coi puntini sospensivi qualsiasi ipotesi a cazzo è una furbata che mostra presto la corda, e infatti Voyager venne satireggiata efficacemente fin dal titolo (vedi immagine in alto a destra). In mezzo c'è procedere sulla linea del rasoio (di Occam: ogni spiegazione non necessaria è di troppo) tra le cose che per quanto se ne sa sono probabilmente accadute e quelle per cui occorre muoversi con l'assistenza del Dio Dubbio: una roba difficile e faticosa, tanto che non si può biasimare chi ha una vita e non ha tempo e voglia di seguirla.

Faccio un esempio macroscopico (e fuori cronaca, per evitare l'effetto "appartenenza" che potrebbe intervenire se parlassi di Covid o di 11 settembre, che hanno però la medesima sintassi): le piramidi di Giza. Ufficialmente costruite 4500 anni fa dagli Egizi, solo a guardarle sembra impossibile che possano averlo fatto con la tecnologia che avevano a disposizione, se poi, anche volendo tralasciare le evidenti implicazioni astronomiche, si pensa che le altre piramidi, in Egitto o altrove, sono lontanissime dalla loro perfezione e maestosità, e non solo quelle più antiche (che sarebbe normale) ma anche quelle successive, il dubbio che serva una qualche spiegazione ulteriore ci sta, eccome. E fino a che non si trova una risposta, va esplicitato in tutti i suoi rigagnoli dichiarando la misura in cui non è risolto né forse risolvibile. Invece, e quindi, è ugualmente sbagliato sia sostenere acriticamente la versione ufficiale magari attaccando e offendendo chi osa discuterla, sia tirare in ballo comodamente gli alieni (come uno sceneggiatore scarso che non sapendo risolvere il pasticcio in cui ha infilato il proprio personaggio, gli fa capitare un incidente, o un colpo di fortuna). Tra l'altro, chi ricorre ad espedienti narrativi comodi, senza rendersene conto rovina la piazza a chi pone dubbi correttamente, dando il destro agli ultraortodossi di mettere gli uni e gli altri nello stesso calderone: quello dei "soliti terrapiattisti".

Tra parentesi, quelli che hanno continuato a difendere l'idea di mondo delle Sacre scritture dalle deduzioni dei greci prima (che peraltro fosse stato per loro, manco sarebbero giunte fino a noi: dobbiamo ringraziare l'Islam, sapevàtelo) e dalle scoperte degli scienziati poi erano proprio gli ultraortodossi, quelli che detenevano il Potere. Obbedendo peraltro alla tendenza naturale per cui esiste una ortodossia scientifica contro cui deve combattere chiunque faccia una scoperta rivoluzionaria: toccò pure ad Einstein, prima come vittima e poi dall'altra parte della barricata contro la meccanica quantistica (Dio non giocherà a dadi, ma ciò è alla base di tutta la tecnologia odierna, compreso l'accrocco in cui mi leggete). 

A proposito di sapevàtelo, visto che abbiamo parlato di trasmissioni divulgative, questa è la mia preferita. Godetevi il video fino alla fine, vi si accenna persino allo step successivo ai quanti, della fisica teorica: la "teoria delle stringhe"...

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