mercoledì 6 agosto 2008

QUANDO HAI RAGIONE HAI RAGIONE

Pare che cadendo da un muro alto tre metri sbattiamo a terra a 50 all'ora, e che siamo molto più terrorizzati dal camminarci sopra che dal correre a 200 all'ora con la macchina perchè la prima paura si è depositata nella memoria biologica e la seconda non ha fatto a tempo. Come, che c'entra? Ci arriviamo...
Non è che sia più di una coincidenza, ma se uno un giorno parla di sicurezza e il giorno dopo esce una statistica del Censis che gli da ragione, ecco, è una sensazione mica male.
Riporto, come tanti altri, stralci dal comunicato stampa ufficiale, preso da censis.it:
  • omicidi - in Italia 1.042 nel 1995, 818 nel 2000, 663 nel 2006 (-36,4% in 11 anni); in Francia la stessa rilevazione dice 1.336 > 1.051 > 879 (calo percentuale simile, ma valore assoluto maggiore per abitanti quasi uguali), in Gran Bretagna 909 > 1.002 > 901 (trend diversissimo), mentre in Germania le cose vanno leggermente meglio (1.373 > 960 > 727) - nelle grandi capitali meglio di Roma (30 casi, sempre nel 2006) si piazza solo Parigi (29), mentre stanno peggio in valore assoluto città (anche più piccole, talvolta molto) come Bruxelles (33), Atene (35), Madrid (46), Berlino (50) e Londra (169);
  • morti sul lavoro - in Italia 1.170 nel 2007; nel 2005 ed esclusi quelli in itinere (lungo il tragitto casa-lavoro o viceversa) per avere un confronto omogeneo, ne abbiamo 918 in Italia, 678 in Germania, 662 in Spagna, 593 in Francia;
  • decessi in incidenti stradali - in Italia nel 2006 5.669, mentre in Gran Bretagna 3.297, in Francia 4.709 e in Germania 5.091; nel 1995 la situazione era ITA 7.020 FRA 8.892 GER 9.454, nel 2000 ITA 6.649 FRA 8.079 GER 7.503.
Commentiamo a partire da quest'ultimo dato: in pratica, mentre la situazione in Italia migliorava leggermente, altrove lo faceva drasticamente. Il motivo è che molti rimedi presi sono in realtà palliativi: il vero deterrente sono i controlli, e infatti la situazione è migliorata in quelle zone (come i tratti autostradali sottoposti a Tutor) o in quei momenti (come il primo periodo dell'applicazione della Patente a punti) in cui erano effettivi e persistenti. Come dimostra il caso Germania, in cui il calo è maggiore: lì non ci sono limiti di velocità generalizzati, ma dove ci sono sai già che se sgarri ti beccano. Da noi invece (esclusa la già citata e positiva esperienza Tutor) gli autovelox sono principalmente piazzati in rettilinei sicurissimi, oppure nascosti al solo scopo di realizzare introiti alle povere casse dei Comuni. Mentre le strade sono mediamente insicure e talvolta pessime. Il nocciolo però sarebbe un altro: se non siamo capaci di attrezzarci con un sistema viario decente per poter adottare un sistema tipo Germania, dovremmo semplicemente non omologare per l'immatricolazione in Italia vetture che superino di molto i limiti di velocità. La cosa, peraltro, favorirebbe il bilancio energetico nazionale, e anche l'industria automobilistica nazionale, che potrebbe ulteriormente specializzarsi in ciò che gli riesce meglio: le auto piccole. I SUV poi, con paraurti all'altezza dei finestrini delle altre macchine, tonnellaggio doppio e motori da 250 all'ora, dovrebbero essere assolutamente fuorilegge. Utopie, insomma.
Tornando al tema centrale, se restiamo nell'ipotesi che gli omicidi siano in percentuale ragionevolmente invariata rispetto ai reati minori (altrimenti bisognerebbe ipotizzare che i delinquenti siano diventati più buoni), e quindi anche i morti sul lavoro rispetto agli infortunati eccetera, il ragionamento conseguente è: in Italia il problema criminalità non è un'emergenza, e comunque lo è molto meno del problema sicurezza nel lavoro. Il che non vuol dire che dobbiamo abbassare la guardia, ma che se mezzi straordinari debbono essere richiesti è per dove servono: mandiamo i soldati nei cantieri, insomma, altro che obiettivi sensibili.
Quando poi usciranno statistiche ancora più dettagliate, scopriremo che la maggior parte degli omicidi si consuma tra le mura domestiche o comunque dentro la cerchia dei conoscenti. E magari impareremo, col ragionamento, ad avere più paura di nostro marito a casa che dell'extracomunitario per strada, come di correre in auto che di camminare su un muretto.
Visto che ci arrivavamo?

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