Il titolo è preso in prestito da un capolavoro del cinema francese degli anni 50, un film di denuncia contro la pena di morte. Sembra non entrarci nulla con quello che vogliamo dire oggi, ma invece si.
I sondaggi dicono che il governo ha una popolarità crescente, Berlusconi superiore al 70%. Il premier ha dichiarato in video e voce che l'iniziativa del Ministro dell'Interno di "respingimento" degli immigrati in Libia, e non è solo da lui approvata e concordata, ma da lui preordinata nell'ambito degli accordi bilaterali con quell'altro campione di democrazia che è Gheddafi. Si deve quindi presumere che gli italiani, che lo gradiscono tanto, siano in grande maggioranza daccordo con questo crimine (che viene dopo l'obbligo di denuncia per i medici se un irregolare si presenta al pronto soccorso, e la boutade dei mezzi pubblici per soli milanesi in stile Ku-klux-klan di un "onorevole" leghista).
Ed è un crimine non perchè lo dice l'ONU, ma perchè non c'è altro modo di definire questa bella pensata. Come spesso ci accade, prendiamo in prestito le parole giuste da blog fratelli, che esprimono le nostre stesse idee molto meglio di noi: leggiamo attentamente, molto attentamente, questo pezzo di Antonella Randazzo. Chiunque di noi non si esprime apertamente, mettendoci la faccia, contro questo crimine, si macchia di complicità. Come il popolo tedesco con i campi di concentramento, occorreranno generazioni per espiare questa colpa. Quando si evoca la Shoah, occorre sempre rimarcare che non è per esprimere un pregiudizio favorevole agli Ebrei sempre e comunque, ma invece per denunciare l'abominio di ogni massacro, di ogni genocidio, di ogni singola persona vittima delle nostre azioni o anche solo del nostro egoismo e delle nostre omissioni. Ogni massacro, anche quelli commessi dagli ebrei sui palestinesi, e non c'è contraddizione (semmai è loro). Ogni genocidio, anche quello commesso dagli americani sugli indiani d'America, vero peccato originale che nessun battesimo potrà mai cancellare. Ogni singolo morto, sia una ragazzina uccisa a un posto di blocco che un clandestino che dovesse morire per il fatto di essere stato riconsegnato ai libici.
Quando ero piccolo, come poi ho scoperto molti bambini, sognavo di essere divorato dai cannibali. Avevo paura, ma aveva anche qualcosa di erotico (stiamo parlando di preadolescenza, non te ne rendi neanche conto). Oggi mi sono sorpreso a ripensare a quel sogno antico, ma con un significato molto diverso.
Siamo tutti assassini, e pagheremo per questa colpa di condannare a morte gente che bussa alla nostra porta perchè ha fame. Ecco il duplice addentellato alla citazione cinefila.
Se scegliamo di arroccarci, lo si sappia, abbiamo già perso. Vinceranno loro, e ci divoreranno, e con noi tutto quanto di buono abbiamo costruito nella cosiddetta civiltà e ci rifiutiamo di dividere. Quelli che non si arrendono a questa consapevolezza, soccomberanno senza sapere il perchè, pensando pure magari di avere ragione. Chi invece ha capito, anche se è ateo o agnostico come me, aspetta cristianamente: ecco cosa intendeva Gesù Cristo, forse, quando diceva "questo è il mio corpo ... prendete e mangiatene tutti".
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