martedì 17 novembre 2009

NON MORIREMO BERLUSCONIANI, PERO'


Avete presente quando fate una cosa e non sapete perchè la state facendo, poi la fate e capite perchè avevate deciso di farla? Io, cinefilo svezzato ai cineforum degli anni 70, cresciuto a pane e Tarkowskji, sono andato a vedere 2012. In verità, non ho mai disdegnato a priori il cinema "commerciale", perchè se un film, di un dato genere più o meno leggero, nel suo genere è fatto bene, specie se non pretende altro che essere quello che è, un ottimo film del suo genere, quel film è una cosa onesta che può essere goduta in quanto tale. E questo vale per tutti film, dalla semplice commedia al film di puri effetti speciali. La fantascienza, poi, fin dagli albori del cinema ha trionfato in qualità di contenitore di metafore filosofiche (chi voglia approfondire si legga Juan Antonio Rivera, Tutto quello che Socrate direbbe a Woody Allen), grazie ai maggiori "gradi di libertà" che consente al narratore, e di riflesso al cineasta in proporzione alle cose che gli consente la tecnologia. Non è un caso dunque che si possa parlare di "capolavori" per Metropolis, 2001 Odissea nello spazio, Blade runner, o Terminator.
Nel caso di 2012, però, le premesse erano pessime: Emmerich non è Ridley Scott, e nemmeno Leonard Nimoy.  Il film infatti è un polpettone indigeribile, con dentro tutti ma proprio tutti i difetti tipici del settore: trama scontata, irritante deviazione della causalità a favore dei nostri eroi, con tanto di deroghe alle leggi della fisica e della logica, dialoghi improbabilissimi (ma lo insegnano alle scuole di sceneggiatura americane, che se fronteggi un pericolo mortale imminente anzichè urlare terrorizzato fai lucidissime battute di spirito?). Poi arriva la Rivelazione, l'"ecco perchè sono venuto, me lo sentivo!". Ma perchè possiate capirla devo dirvi il plot.
C'è la fine del mondo imminente, come prevista dai Maya per arricchire ulteriormente personaggi viscidi come Giacobbo, e i Ricchi-e-Potenti del Mondo ovviamente tentano di salvarsi il culo costruendosi delle Arche in relativa tranquillità, ottenuta grazie al silenzio dei Leader politici mondiali loro servi e complici, rotto solo quando è tutto pronto e ai comuni mortali resta solo da pregare e appunto schiattare. Ebbene, in questa breve proiezione temporale in avanti, tre anni soltanto ma la storia inizia oggi, ci sono proprio tutti: c'è un presidente nero ultrapoliticallycorrect, ma così tanto da morire con noi pooracci, e tranne dettagli è evidente rappresenti Obama; c'è la Merkel, neanche tanto dissimulata; c'è persino, sdoppiato per troppa complessità in un ex burocrate sovietico e in un ex criminale miliardario, l'amico Putin, quello del lettone. Ma non c'è Silvio. Il primo ministro italiano del 2012 non è lui, è un tipo remissivo, così onesto e timorato di Dio che decide di morire pregando tra la sua gente. Così, ogni volta che il nostro premier appare o viene evocato, il pubblico del cinema scoppia in risate fragorose, di quelle che i Vanzina inseguono invano da anni. Non so se la cosa è voluta, probabilmente la satira è anticattolica, semmai. Ma, ragazzi, poche palle: quello più che Berlusconi sembra Casini. O Rutelli.
Ecco che uno entra a vedere un film catastrofico e ne esce sollevato: non moriremo berlusconiani. Però moriremo democristiani, mi potreste dire a sto punto... Andiamo bene...

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