Oltre che girato benissimo, il film è scritto magnificamente, coi fili che si riannodano in maniera naturale senza necessitare di colpi di scena o "sospensioni dell'incredulità". Così, l'ennesima scommessa riuscita dell'eroe-erede di Sergio Leone lascia semplicemente lo spettatore inchiodato alla poltrona per tutta la pellicola, e poi dopo ad interrogarsi sui titoli di coda cosa diavolo stia progettando adesso sto ragazzino di ottant'anni. Un'età, tra l'altro, in cui il pensiero della morte deve farti un bel po' di compagnia, eccome.
Se ci pensate, la consapevolezza di dover morire è esattamente ciò che distingue l'uomo dagli altri animali, ciò che scandisce l'inizio dell'Adulto dentro ogni Bambino. Gestire questa consapevolezza senza impazzire è talmente difficile che su questo affare sono nate e hanno prosperato tutte le religioni costituite e molte altre cose, dalla filosofia all'industria del divertimento, passando per l'identificazione con la squadra di calcio o altra cosa più lunga di una vita e per le precipuità umane del rapporto con la filiazione. E' qui che Clint si rimette il poncho e col sigaro a mezza bocca con molta calma ci prende dal bavero e ci sibila puntandoci addosso i suoi "occhi di ghiaccio" che la Morte, signori e signore, è niente più niente meno che la condizione logica necessaria per apprezzare la vita. La vita, o dovremmo dire il Quiadesso.
LUNEDI' 10 GENNAIO alle ore 10:30, presso il TEMPIETTO EGIZIO del cimitero del Verano in Roma (entrata di via Tiburtina - Piazzale delle Crociate, dopo 200 metri sulla destra) si terrà il commiato laico a Giancarlo Fornari. Interverranno molte persone per cui lui è quidopo, e lo sarà per sempre... |
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