lunedì 15 febbraio 2021

RADIOCIXD 35 - BANDABARDO'

La frase di addio completa di Erriquez è in questo post del fan
club ufficiale, ma vi avverto: si fatica a trattenere le lacrime...
Come forse saprete, questa rubrica normalmente recensisce album. Questo è il solo motivo per cui finora non ne ho dedicato un numero alla Bandabardò, che adoro. Gli è che da un lato è difficilissimo scegliere un album o un altro della loro discografia, anche perché non è che stiamo parlando di un cantautore con una poetica che usa gli album come fossero libri della sua bibliografia facendo di ciascuno di essi un'opera con un capo una coda e un messaggio, dall'altro il gruppo per cifra stilistica e scelta filosofica di fondo si è sempre espresso al meglio (gli album costituendo quindi ogni volta nuova legna da ardere per gli scatenati concerti) fondamentalmente dal vivo. Espressione questa particolarmente triste ora che è morto il frontman e fondatore Erriquez.

Su un blog come questo non ha senso rincorrere i tanti coccodrilli dei siti professionali, per cui come altre volte scrivo solo se ho qualcosa da aggiungere con un taglio più personale. Ora, la Bandabardò negli anni l'avrò vista dal vivo una decina di volte almeno - sono membro del loro fanclub ufficiale (e per uno che ha sposato il motto marxiano (di Groucho) "non vorrei mai far parte di un club che accettasse tra i suoi soci uno come me", è una eccezione più unica che rara) - ogni volta uscendone come dopo una seduta tosta in palestra, per cui sarebbe difficile isolare un singolo ricordo, ma invece ce l'ho, ed è un pensiero ad un amico di quelli che non si vedono da tempo (sto periodo poi...) ma si portano sempre nel cuore. La prima volta che ci ho portato Fabione, non li conosceva affatto, erano "musica dei ragazzi di oggi" eppoi lui manco ci faceva tanto coi concerti live. Ma di solito dove suonavano loro si mangiava e si beveva, e questo aiutò. Pian piano, però, alla diffidenza iniziale subentrò il coinvolgimento fisico: mi capite solo se ci siete stati anche voi, è impossibile stare fermi. Alla quarta canzone aveva capito la sintassi, le canzoni partono quasi sempre lente ma si scatenano dopo un paio di giri, e la dichiarò con la sintesi estrema tipica delle espressioni dialettali già nel pensiero: mo ariva lo zumpappà. Era uno spettacolo sentirglielo dire, e leggergli in volto l'attesa per l'immancabile momento catartico.

Ora non so cosa succederà, non credo che Erriquez sia rimpiazzabile. Se decideranno di continuare con la Banda, e si che speriamo di si, sanno anche Finaz e gli altri che il rischio è l'effetto Nomadi dopo Augusto o Matia Bazar senza la Ruggiero. Quello che so è che anche postandovi i video dei concerti, figurarsi quelli dei brani in studio, non riuscirei neanche lontanamente a spiegarvi l'anima popolare e ancestrale dei pezzi della Banda.. Vi metto qualche link, e poi vi embeddo il video di Beppeanna dal vivo. E piango l'amico, anche se non ci conoscevamo di persona, che tenendo nascosto il suo male ci ha fatto questa brutta sorpresa.

Eccovi quindi la tracklist di una mia compilescion ideale:

  • Tre passi avanti. uno indietro per umiltà: io seguo Che Guevara;
  • Mojito Football Club: la versione alcoolica della Pallastrada di Benni;
  • Cohiba, per restare in tema cubano, una cover del brano forse più bello di Daniele Silvestri;
  • Ubriaco canta amore, per restare in tema alcoolico;
  • Lo sciopero del sole - pagate e vi sarà dato un sole di cartone;
  • Succederà - che bello quando bastava essere antiberlusconiani per sentirsi tutti uniti, e si poteva sperare in un futuro migliore..:
  • Una giornata uggiosa, perché con un chitarrista acustico come Finaz una cover così dovevano farla per forza;
  • Un giudice, perché i bassi di statura e cattivi di animo sono tornati di moda, e perché non potevano non fare anche una cover di Faber;
  • Bambino, e qui più che di cover di Guaglione di Carosone possiamo parlare di remake con Carotone;
  • W Fernandez, versione live con Piero Pelù, in cui si svela il ruolo di quest'ultimo nel lancio della Banda;
  • Sempre allegri, dove si citano nientemeno che Dario Fo e Jannacci di Ho visto un re;
  • Bobo Merenda: che ci troviamo su Jannacci, una cover di un pezzo antimilitarista degli anni 60;
  • Manifesto: ai tempi nessuno poteva pensare che restare a casa senza vestirsi avrebbe significato lavorare e non il contrario;
  • Vento in faccia - 20 bottiglie di vino, in un unico tube perché è quello che mi ha postato l'amico Massimo sul profilo per darmi la notizia, per me come detto del tutto inattesa;

elenco necessariamente incompleto, che si chiude come promesso con una delle mille versioni live di un brano così iconico che loro ci hanno chiuso sempre, credo senza eccezioni, ogni concerto. Tra parentesi, non so voi, ma anche io "se mi rilasso, collasso":

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