sabato 18 settembre 2021

RADIOCIXD 46 - SORELLE

Ora che il cerchio si è chiuso, e chi vuole o deve continuare a vivere (come invidio i miei amici in pensione!...) deve in qualche modo munirsi del lasciapassare di regime volgarmente chiamato green pass, ho deciso di non parlarvi più di covid19, perlomeno non più con l'intento (dimostratosi vano, com'era peraltro prevedibile) di convincere qualcuno a continuare o riprendere a ragionare. La dittatura ha vinto, come sempre col consenso di quasi tutti i sudditi, spesso anzi entusiasti o comunque infervorati contro i reprobi e gli irriducibili. Chi di questi ultimi vuole o deve continuare a vivere, dunque, deve proteggersi, scavarsi o trovarsi un buco dove aspettare che passi la tempesta, e sperare di esserci ancora quando sarà passata e potrà uscirne. Nutrendosi in cuor suo del disprezzo verso i propri simili, se vuole, e/o cercando conforto nelle proprie isole felici, se ne ha. Una delle mie resta la musica, anche se devo rinunciare ai concerti (il green pass per andare al lavoro è un ricatto a cui a se stessi si è giustificati a cedere, per il divertimento andassero a f...) e devo intensificare il consueto sforzo di distinguere le opere dall'autore salvando le prime - se magari costui, magari antisistema fino a ieri (come quello che diceva che amava la maria e bisognava legalizzarla), si è fatto filmare con i ditini sul braccio nello spot per la punturina.

Come forse sapete, in questa rubrica recensisco album, intesi come opera unitaria, quasi tutti datati (e vista la mia età lo strano è il "quasi"), con rare eccezioni che forse si faranno sempre più frequenti man mano che esaurisco la lista dei (secondo me) memorabili che mi ero fatto per prima cosa. Anche perché ci sono degli artisti per cui è difficile identificare uno o più album interamente da segnalare, ma invece è semplice spulciando nell'intera carriera creare una playlist notevole. Per le sorelle Bertè non è stato necessario, grazie a una compilation del '99 (uscita allora in concomitanza col compleanno delle due, curiosamente coincidente: il 20 settembre - quindi in questi giorni...) che seleziona il meglio di due live - uno per ciascuna: Semplicemente Mimì e Decisamente Loredana - di pochi anni prima, per togliermi la voglia di parlarvene, in parte dovuta alla loro calabresità, anche se di Mimì lo avevo già fatto più volte ad esempio qui nel ventennale della sua fine tragica, e qui in occasione di quella simile di Dolores O'Riordan (una delle poche cantanti, peraltro, a poter rivaleggiare con la bagnarota nostra per intensità di interpretazione).

Solo che siccome questi live non è che "suonino" benissimo, magari stavolta i singoli brani di questo album ve le propongo in versioni non prese dall'album stesso, tranne magari quelle per cui proprio l'esibizione dal vivo inclusa in questa raccolta dà loro un valore aggiunto.

Stante l'estrema notorietà delle due, le cui vicende per ragioni diverse hanno sempre suscitato e continuano a suscitare la curiosità dei rotocalchi televisivi, è qui più che mai inutile riportare cose che sicuramente avrete già sentito da qualche parte: quantomeno nella fiction su Mia, tanto bene interpretata da Serena Rossi quanto piena di buchi e imprecisioni (mancano tra l'altro due personaggi chiave, Ivano Fossati e Renato Zero, che hanno negato la loro liberatoria, e ciò la dice lunga sulle mancanze, mentre le aggrava). Meglio dunque ripiegare, come spesso ho fatto in questa rubrica, su un quello che posso aggiungere pescandolo dal mio bagaglio personale. Favorito in ciò dal fatto che il loro paese d'origine è una amena località sulla bellissima costa Viola, dove bazzico fin dall'adolescenza.

Eccovi quindi le tracce, come al solito potete ascoltarle cliccando sul video mentre leggete il commento affianco:

1. E la luna bussò
Ad esempio questa ve la metto nella versione originale, che davvero contribuì a lanciare il reggae in Italia con un arrangiamento che "spaccò", valorizzando enormemente la musica di Lavezzi e il testo degli immensi quanto all'epoca onnipresenti (fino agli Squallor) Pace e Avogadro.
2. Il mare d'inverno
Anche questa, stavolta perché è una delle poche in cui se ve la canta adesso un po' fatica, anche se il tipico calo di tono delle corde vocali nelle persone anziane nella tigre di Bagnara si presenta meno, a chiudere le strofe l'ottava sopra di quanto facesse l'autore stesso Enrico Ruggeri.
3. Ninna nanna
Ancora un reggae, scritto da Alberto Radius, già chitarrista dei Formula 3 (si, quelli che cantavano le canzoni di Battisti, ricordate bene) e per noi ragazzi degli 70 autore e interprete di Nel ghetto ("e no, io non ci sto!"), canzone destinata dalle caratteristiche dell'umanità a restare sempre attuale.
4. Dedicato
Anche per questo brano di Fossati l'arrangiamento originale, per Loredana, è imbattibile (anche da quelli dello stesso autore). In più vi ho trovato un video pieno di immagini d'epoca della sensualissima e ribelle ragazzotta.
5. Non sono una signora
Se le foto non bastavano a rendere l'idea, questo è il videoclip originale del 1982 di questo brano iconico, talmente tagliato sulla interprete che l'autore non mi risulta essersi mai azzardato a interpretarlo. Fossati, com'è noto, ha avuto una lunga relazione sentimentale con Mia Martini, ma la cosa fu per fortuna foriera anche di una fertile collaborazione artistica con la sorella.
6. Sei bellissima
Questo brano è addirittura del 1975. Chissà perché avevo sentito dire fosse di Malgioglio, ma invece pare addirittura che sia della stessa interprete, ai tempi intrescata con Adriano Panatta (che poi la "piazzò" con Borg...). La canzone è talmente bella che hanno provata a interpretarla praticamente tutte le altre cantanti, nessuna riuscendo mai ad avvicinarsi nemmeno un po' alla versione originale della giovanissima Bertè.
7. In alto mare
Qui la chicca è proprio nella versione scelta per questa raccolta: una delle rare volte in cui Loredana si esibisce live assieme al suo vecchio amico Renato Zero, con cui (e con Mimì) ha condiviso tutti gli anni della gavetta dura, nella Roma di fine anni sessanta. La versione studio era la prima traccia di un album funky in cui c'è lo zampino di Pino Daniele, e si sente...
8. Almeno tu nell'universo
La versione che vi propongo è quella live di Sanremo 1989, indimenticabile anche per chi non abbia visto la fiction RAI (che ha il buon gusto di mostrarla in coda) e quindi ne conosca già la genesi (scritta da Lauzi e Fabrizio nel 72, e ripescata allora per uno di quei casi fortunati della storia). Anche per questa canzone esistono innumerevoli versioni, persino quella di Mina, tutte distante anni luce dalla interpretazione emozionante di Mimì.
9. La donna cannone
Dopo quel Sanremo, sembrò finire l'ostracismo per la Nostra; questo video è ad esempio di una delle tante apparizioni televisive di quegli anni. La canzone, famosissima, fu interpretata da Mimì da par suo, ma non quanto poi fece con un altro brano dello stesso De Gregori, quella Mimì sarà di cui lei si impossessò, quasi fosse stata scritta per lei, poco prima di morire.
10. E non finisce mica il cielo
Questo brano costituisce il vertice dal lato artistico del sodalizio con Fossati. Valse a Mia il premio della critica, che sette anni dopo avrebbe rivinto con "almeno tu" e che dopo la morte le sarebbe stato intitolato, appositamente inventato in quella occasione per compensarne l'ingiusta classifica, quell'anno dominata dal nazionalpopolare. Riascoltarla in versione live fa venire i brividi, ogni volta.
11. Gli uomini non cambiano
Dieci anni dopo, con questa canzone, oggettivamente inferiore anche se stiamo parlando sempre di livelli altissimi, specie per via dell'interpretazione come al solito partecipata, a Sanremo arrivò seconda. Vedi tu.
12. La nevicata del 56
Non è frequente ma nemmeno rarissima, la neve a Roma. Ma questa canzone (dove pare ci sia lo zampino del Califfo) è talmente bella, talmente nelle orecchie di tutti nella interpretazione di Mia, che quando nel 2012 tutti andammo in giro la notte a vedere le strade della Capitale imbiancate, in molti, quasi tutti nati dopo il 56 ma anche parecchi più giovani, ci cantavamo in testa questa canzone.
13. Medley: Minuetto, Donna sola, Piccolo uomo, Per amarti
Esecuzione live della tournée del 1990, che mette assieme il capolavoro di Califano con altre tre bellissime canzoni degli anni 70. Il "valore aggiunto" di cui vi parlavo sopra. Semplicemente, Mimì.


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